15 Settembre, 2002 «Cara Concettina, ho atteso ansioso tue notizie…» Un epistolario di gente comune - la condivisione del sapere per capire la storia
È un "libro" che pone la riflessione sulla guerra
al centro di uno studio complessivo sulla letteratura dall'Iliade a un moderno
cantautore come De Andrè il risultato del progetto realizzato dagli alunni
dell'Istituto tecnico "Adriano Olivetti" di Catania sotto la guida
delle professoresse Grazia Urzì e Rosaria Galati.
Un progetto che ha utilizzato il laboratorio di storia all'interno di un
percorso interdisciplinare che ha visto coinvolte molte discipline, dalle
materie umanistiche all'informatica e nel quale sono state lette con emozione le
epistole del passato facendo sì che l'eco della storia vissuta semplicemente
dalla gente comune nelle province siciliane arrivasse fino all'aula catanese di
un istituto superiore.
Il "libro", curato e stampato a cura dagli alunni della stessa classe
approfondisce anche lo sviluppo e l'uso "etico" della tecnica delle
guerre: dalle armi primitive alle micidiali armi chimiche passando dalle guerre
"grandi" dell'antichità come quella del Peloponneso a quelle moderne.
Dalla conoscenza delle atrocità di tutte le guerre emerge un messaggio di pace
che nulla ha di retorico o artificioso anche quando utilizza le parole e i versi
dei grandi intellettuali, ma al contrario si percepisce profondamente sentito ed
interiorizzato.
Non è un caso che a margine dei paragrafi del libro dedicati al commento ai
testi letterari e che precedono la trattazione dei documenti degli archivi
privati, la classe (e più specificatamente i singoli alunni) abbia voluto
apporre la propria firma insieme a quella dell'autore del testo commentato:
Guerra e affetti familiari di Omero e la classe; Vita in trincea di Ardengo
Soffici e Michael e così via.
Un esempio di appropriazione e condivisione del sapere, Ma anche un tentativo
intelligente da parte dei docenti di far accostare i giovani alla grande storia
utilizzando documenti di vita ordinaria, quali quelli che si conservano negli
archivi familiari
Salvina Bosco - La Sicilia