15 Settembre, 2002
«Non c’é nulla di così straordinario come il lavoro quotidiano»
Prosegue lo scambio di lettere tra il Sindaco e i consiglieri di minoranza
AI CONSIGLIERI COMUNALI
Carlo Malvezzi
Guido Borsella
Laura Carlino
Ferdinando Quinzani
Irene Nicoletta De Bona
Chiara Capelletti
Claudio Demicheli
Gentili Consiglieri,
nella Vostra ultima ponete alcune valutazioni sulle quali vorrei soffermarmi,
con stima e senza alcuna volontà di polemica, anzi con la speranza di avviare
finalmente quel confronto costruttivo che ho sempre auspicato.
Citate le realizzazioni fatte in questo anno di attività dalla nostra
Amministrazione: trovando, immagino, poco da eccepire, mirate a derubricarle
come “ordinaria attività quotidiana”. Mi permetto di dire che, in tanti
casi, non c’é nulla di così straordinario come il lavoro quotidiano. Pensate
a che cosa significa, per i cittadini, far funzionare bene i servizi sociali o
gli asili o le attività culturali. Anzi, mi spiace non aver avuto la
possibilità, a causa delle ridotte risorse finanziarie, di aver fatto sistemare
più marciapiedi e più strade!
Voi mi suggerite, poi, di superare l'ordinarietà.
Bene. Cosa ci sia di tanto ordinario, o di tanto poco strategico, nella
costruzione - ad esempio - del parcheggio sotterraneo di Piazza Marconi o di
quello “a piastra” alla Stazione; nella ristrutturazione di decine di case
popolari o nel Contratto di quartiere a Borgo Loreto, lo lascerei definire ai
nostri concittadini. E non trovate 'straordinario' il fatto che la nostra
Amministrazione, in un anno, sia riuscita a concretizzare tante realizzazioni ed
a predisporre tanto lavoro per il futuro .... in una situazione di vere e
proprie “vacche magre”? E non é straordinariamente importante la capacità
ed anche la creatività politico-amministrativa messa in campo da questa
Amministrazione, nonostante i tagli drastici e spesso ingiustificati effettuati
dal governo nazionale?
Additate come esempio la sindacatura Zaffanella. Dò un giudizio positivo su
Zaffanella sindaco. Mi sforzo di svolgere il mio mandato, cercando di essere all’altezza
dell’operato dei Sindaci di Cremona, dal dopoguerra in poi, che apprezzo e
stimo tutti.
Ciò detto, Cremona deve guardare in avanti: noi siamo chiamati a programmare
e progettare la città del terzo millennio. Il nostro orizzonte é là, non alle
nostre spalle.
Sono certo che siamo attrezzati per farcela, grazie soprattutto alla
vicinanza che ci lega alla nostra gente ed alla capacità, che stiamo
dimostrando, di innestare al meglio idee e progetti innovativi sul solido tronco
del riformismo delle nostre terre.
Gian Carlo Corada
Sindaco di Cremona
PS: Colgo l’occasione (e mi scuso perché nessuno di Voi, in ciò molto
correttamente, ha sollevato tale inesistente questione) per precisare che se,
come individuo rivendico la minimale libertà di avere amici, come Sindaco non
ho né amici né nemici. Le mie scelte, giuste o sbagliate che vengano
considerate, sono dettate assolutamente dalla volontà di perseguire il pubblico
bene. Ciò è per me un irrinunciabile punto d’onore (termine antiquato, dirà
qualcuno. Ma io ci tengo e lo difendo prima di ogni altra considerazione).
 
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