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15 Settembre, 2002
Sconosciuto 1945 con perla di Arbasino
Massimo Negri sulla presentazione del libro di Gianpaolo Pansa

Cari amici di Welfare Cremona,

desidero porre alla vostra cortese attenzione alcuni appunti che ho preso Sabato 19 novembre 2005 a Colorno (PR) dove Giampaolo Pansa ha presentato il suo ultimo libro "Sconosciuto 1945" (Sperling & Kupfer Editori) avente come sottotitolo: Ventimila scomparsi, torturati e uccisi: le vendette dopo il 25 aprile nelle memorie dei vinti. Segue il mio breve intervento nel dibattito, la risposta di Pansa e una controreplica che, a posteriori, riservo a voi. In calce una perla di Alberto Arbasino.

La relazione di Pansa ha sottolineato, in partenza, che si è parlato a lungo, e giustamente, dei desaparecidos delle dittature sudamericane ma si è parlato poco e male dei fascisti e dei loro familiari fatti scomparire durante e dopo il 1945. Sono storie atroci, violente, operate da una minoranza di partigiani verso chi aveva solo la colpa, e a volte nemmeno quella, di aver avuto la tessera del fascio. O verso i loro familiari, colpevoli di essere stati parenti di un fascista. Oppure verso settori della borghesia delle libere professioni o dell' impresa accusati di aver appoggiato il fascismo per servirsene. I fatti erano noti, visti, ma prevaleva nella maggioranza della popolazione un luogo comune, una logica-giustificazionista: "se l' han fatto fuori è perché qualcosa avrà fatto".

Il libro è il frutto della riscrittura di circa 2000 lettere-testimonianze ricevute dall' autore a seguito del precedente "Il sangue dei vinti". Nei 60 anni che ci separano dalla Liberazione la storia è stata scritta, come sempre accade, soprattutto dai vincitori. Questi libri, invece, danno voce ai vinti che reclamano uno spazio a lungo negato. Finalmente un mondo esce dalla prigione del silenzio. Nel frangente Pansa, più che uno "storico della domenica"

(come altre volte si è definito), si è battezzato un "raccontatore di storie" che altrimenti si sarebbero perdute. Ma, sappiamo, ogni memoria di un paese, per ricostruirsi su basi solide, ha bisogno della testimonianza sia dei vincitori che dei vinti. E, nel campo dei vinti, sono ancora aperte le ferite che erano state come congelate dall'obbligo di non parlare, dal timore, dalla vergogna, con tutto il loro carico di dolore ma non di odio. In breve, c' è la necessità di una memoria "da completare" se non proprio "da condividere".

La relazione è terminata rilevando che la Resistenza non fu un fenomeno di popolo. Pure Ernesto Ragionieri - storico del PCI - giunse alla conclusione che si trattò di uno scontro tra due minoranze. La maggior parte degli italiani appartenne a quella che Renzo De Felice chiamò "la zona grigia" e stette alla finestra a guardare o si nascose per non finire nella mischia.

Il mio breve intervento è partito, invece, da una tesi dello storico Aldo Capitini che sosteneva essere il revisionismo come il colesterolo: c' è quello buono e c' è quello cattivo. Quello cattivo è negazionista ed è portato avanti da chi, per esempio, nega o ridimensiona l' Olocausto. Quello buono, invece, è di chi si assume la fatica di riandare a tutte le fonti che il tempo e lo sviluppo degli studi mettono a disposizione per riscrivere, alla luce delle nuove scoperte, i fatti e contribuire, in tal modo, al riformarsi della verità storica che non è mai un dato acquisito per sempre ma un concetto in continuo divenire.

Ho reso dunque omaggio all' opera di ricerca e di divulgazione storica compiuta da Pansa. Detto questo, ho ricordato un aneddoto. Nel corso di un dibattito, divenuto ormai celebre, Vittorio Foa disse un giorno a Mirko Tremaglia: "La differenza tra noi e voi è che avendo vinto noi tu ora siedi in Parlamento mentre se aveste vinto voi io ora sarei ancora in prigione". Ho ricordato l' aneddoto perché penso che è grazie alla vittoria del 25 Aprile

se oggi, 60 anni dopo, possiamo rivedere con occhio più critico e sereno quei fatti, condannando le malefatte di una minoranza di partigiani dell' immediato dopoguerra. Penso sia il frutto di una democrazia via via più matura.

A questo punto Pansa, dopo aver ringraziato per gli elogi, ha subito detto che l' aneddoto è noto ma va completato perché si tace sempre la risposta che Tremaglia diede a Foa: "Si è vero, ora siedo in Parlamento ma se avesse vinto la fazione rossa del PCI io sarei già stato fucilato o sarei finito al confino e tu, che sei uno spirito indipendente, avresti forse fatto la stessa fine". Pansa rinforza la tesi ricordando al numeroso pubblico presente

in sala che pure un segretario importante del PCI come Luigi Longo ha sostenuto che "ci doveva essere il 2° tempo rivoluzionario dopo il 1° tempo della guerra di Liberazione".

La mia controreplica fissa un solo punto. La questione sollevata da Tremaglia non si è posta, né ha corso il rischio di porsi, perché il PCI vinse la guerra di Liberazione non in solitudine ma assieme ad altre forze democratiche e con l'appoggio degli Alleati anglo-americani. Fu parte attiva dei CLN e dei primi governi della Repubblica e dette un valido contributo alla Costituzione, ovvero a valori di libertà e regole istituzionali vincolanti per tutti. Poi, nelle elezioni del 18 aprile 1948, vinse, con merito, la DC di De Gasperi e il PCI svolse il suo ruolo di opposizione emarginando presto le residue spinte eversive presenti al suo interno.

A seguito inoltre di un altro intervento nel dibattito Pansa è giunto a sostenere la doppia alzata di cappello nei confronti dei combattenti delle due parti. No, caro Pansa, su questa strada non la seguo. Giusto dare la voce ai vinti ma nessun chapeau verso gli ex-repubblichini di Salò, schierati a fianco della Germania nazista.

Gli appunti si chiudono con un timore. Pansa ha iniziato il suo brillante percorso da scrittore con la pubblicazione della sua tesi di laurea "La guerra partigiana tra Genova e il Po". Sono seguiti altri testi su quel filone, dando voce pertanto ai vincitori. Ora il cerchio si chiude dando la voce ai vinti. Sin qui, credo, sia un' evoluzione normale e coerente con la curiosità e la libertà tipica dell' autore. Con un riflesso, però. In questi anni Pansa,

con la trilogia "I figli dell' Aquila", "Il sangue dei vinti" e "Prigioniero 1945" è stato letteralmente travolto da un' ondata di consensi e di gratitudine "da destra" che fa da contrappunto alla faziosità di quella parte della sinistra che lo accusa di tradimento.

Il mio timore è che tanto conforto e calore da parte di persone un tempo lontane e ora vicine mentre, dal lato personale, senz' altro premiano la missione di pacificatore nazionale che Pansa si è dato, dal lato del giudizio storico, offuschino un po' la vista facendogli perdere il tradizionale distacco ed equilibrio.

Sul piano, invece, dell' attualità politica, per fortuna, il suo "Bestiario" su L' Espresso - che dal 2004 tiene da pensionato - rimette a posto le cose. Meno male, perché la penna di Pansa è sempre stimolante e gradevole.

Cordiali saluti

Massimo Negri - Casalmaggiore (CR)

"Chi ha vissuto la guerra e il dopoguerra può ben ricordare che fra il 1945 e il 1955 ci si occupò soprattutto di ricostruzione - materiale e culturale - e non già di rievocazioni di stragi. Furono onorate le vittime dei bombardamenti, e si compiansero i militari caduti dalla Russia all' Africa, ma senza gemiti quotidiani insistenti o pedanti.Non si voleva affogare i bambini nel lutto; avevano già sofferto abbastanza tra le bombe e la fame. Non si voleva ricadere nel culto dei sacrari e ossari e riti e cippi: tipico dei fascisti dopo la Grande Guerra. Si ragionava piuttosto come De Gaulle e Adenauer; una pietra sugli odi e i rinfacci; e non rivangarli mai più. Sennò, si ricomincia.Né i lombardi né i romani né i napoletani né i veneti né gli ebrei sottolineavano i propri caratteri distintivi o tipici. Anzi, si assimilavano con una certa naturalezza, senza far notare le differenze. Nemmeno fra i ricchi e i poveri. E fu presto normale andare a sciare in Austria e a studiare a Londra, senza pregiudizi italiani: già con un certo senso civico europeo".

(Alberto Arbasino, La Repubblica, 12 novembre 2000)

 


       



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