15 Settembre, 2002
«Per/form/arci» il giorno di San Martino
Un «Manifesto per la cultura» - nei fatti
Una sera dopo l’altra, si presentano i vari corsi che l’Arci di Cremona -
suoi associati e simpatizzanti - mettono in cantiere nella “stagione” 05/06.
Dalla yoga alla capoeira, dal teatro alla “fabbrica del clown”: il filo che
li lega non è una necessaria varietà acchiappaclienti di un corsificio
commerciale. È tutto scritto nel suo “Manifesto per la cultura” (vedi allegato): «Pensiamo
che le culture siano il complesso delle manifestazioni di vita materiale,
sociale, artistica e spirituale dei cittadini/e. Le cittadine e i cittadini
singoli o associati, le comunità etniche, i gruppi di tradizione, le comunità
scientifiche, umanistiche, artistiche e religiose, le diversità culturali sono
ricchezza di una comunità complessa. […] Affermiamo la cultura come valore
collettivo. La cultura non è solo bisogno voluttario, soggettivo, ma rete di
relazioni che promuove etica comunitaria.»
E i corsi dell’Arci sono man mano presentati, in questo happening
lungo 11 giorni, come luoghi del fare insieme, dell’insegnare e dell’apprendere
contemporaneamente tutti da tutti. Senza “cattedre”.
L’11 novembre il gruppo Khaossia presentava il “corso di pizzica”, più
precisamente, un corso sulla cultura tradizionale salentina di cui la musica e
la danza “tarantata” si è diffusa un po’ come moda, un po’ come
esigenza autentica di espressioni culturali “di fonte pura”. Luca Gongedo
(per i Khaossia) ci teneva alla data dell’11 novembre: San Martino. Per lui,
pugliese, significa giorno di festa, festa del vino. Gigi Rossetti, cremonese,
aggiungeva: da queste parti il giorno di San Martino evoca quell’immenso
dolore collettivo e individuale che erano le disdette nelle campagne, disdette
che spingevano le famiglie, con le povere masserizie su carri e carretti, a
trasferirsi altrove quando il padrone, per suo arbitrio, non rinnovava al
capofamiglia il contratto di lavoro. Sammartino poteva significare la
perdita del lavoro e di un tetto sopra la testa.
È bello trovare ancora un posto, l’Arci, dove - in mezzo alla festa del
“ballo spontaneo" - si ricorda il mondo dove ha radice la cultura che, talvolta
in forma di moda, conquista l’entusiasmo dei giovani.
M.T.
 
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