15 Settembre, 2002
GLI USA METTONO IL VETO PER I FARMACI SALVAVITA AI PAESI POVERI
di Alfredo Seghieri di www.communitas2002.it
GLI USA METTONO IL VETO PER I FARMACI SALVAVITA AI PAESI POVERI
di Alfredo Seghieri di www.communitas2002.it
Leggo e riporto dal sito www.welfarecremona.it alcuni brani di un articolo da loro pubblicato, che ha il sapore di un comunicato d’agenzia, cui mi permetto di aggiungere alcuni commenti personali. Mi chiedo però perché una notizia così importante, almeno per coloro che hanno a cuore l’uomo in quanto tale, non abbia avuto spazio sui media tradizionali siano essi giornali che TV. Viviamo forse in un mondo di censure senza saperlo? No! Siamo a Natale e non vogliono (chi?) rattristarci o forse siamo troppo presi dalle nostre gravi problematcihe interne.
“Salta l'accordo al Wto sulla diffusione a basso costo dei prodotti salva
vita
Gli USA mettono il veto sui farmaci anti-Aids
Era l'ultima occasione per concludere l'accordo che permette ai governi del Terzo mondo di produrre o importare farmaci salva-vita a basso costo. E invece venerdì notte un comunicato stampa ha ratificato la sconfitta. I 144 paesi del Wto non riescono a mantenere la promessa pronunciata nel novembre 2001 al vertice di Doha.
I brevetti - che hanno una durata ventennale - sulle medicine salvavita per queste malattie micidiali restano così inattaccabili.
Per l'Aids, dunque continuerà il monopolio delle sette compagnie farmaceutiche che hanno l'esclusiva delle terapie fino al 2016.
Chi non rispetterà i “diritti di monopolio” rischierà pesanti cause legali e pesantissime sanzioni commerciali.
"Vogliamo e dobbiamo difendere i nostri investimenti in ricerca e sviluppo per nuove medicine. Abolire queste regole avrebbe conseguenze devastanti per gli ammalati di tutto il mondo" ammette Alan Holmer, presidente americano di Pharma.”
Ma di quale mondo parla costui? Di quella parte del mondo ricca e opulenta che preferisce ignorare la fame, la miseria e la morte per causa, purchè se ne stia lontana e visibile solo attraverso sporadici e annacquati reportage?
E se analogamente si fosse definito l’11 settembre un bel documentario di un paese lontano? No! Tutti abbiamo detto che dopo le Torri Gemelle il mondo non poteva più essere lo stesso, che bisognava essere intransigenti con i terroristi, ma nel contempo si doveva fare qualcosa di concreto per i diseredati donde la pronuncia, a caldo, del novembre 2001. Appunto, negargli anche i farmaci salvavita, quando ad un anno di distanza, a freddo, la ragione dell’interesse prevale sull’emotività e il disorientamento della paura.
Gli americani di Bush continuano a chiedersi perché siano così invisi alla gran parte del resto del mondo e hanno preteso, ripeto preteso, solidarietà quando per la prima volta hanno toccato con mano la loro vulnerabilità e gli è stata concessa spontaneamente, ripeto spontaneamente, ben oltre le frasi e le manifestazioni di circostanza, ma ora basta. L’antiamericanismo non può che diventare sempre più una bandiera inalberata dalla loro stessa disumanità, per il denaro uber alles e per le guerre preventive dal sapore neocoloniale. Rispetta e comprendi se vuoi essere rispettato e compreso.
Tuttavia aldilà di questi aspetti, tutt’altro che marginali, ritengo che al fondo ci sia il tentativo di mascherare il fallimento di questo liberismo e una crisi economica irreversibile in atto, di portata ben superiore a quanto ci si voglia far credere.
Fintanto che il capitalismo, anche il più sfrenato, ha potuto continuare ad ampliare, anche se tra mille contraddizioni, il numero di coloro che potevano beneficiarne, è stato indubbiamente giudicato in modo favorevole, specie in alcuni stati europei dove si è tuttavia cercato di imprimergli una connotazione più sociale e attenta anche alle classi più deboli, ma ora, che il numero dei benestanti stà rapidamente riducendosi, è indispensabile una rivisitazione dell’intero sistema.
L’impoverimento generale ci costringerà a passare da un economia del profitto ad un economia del bisogno, sarebbe meglio cominciare a lavorarci. I Business plan e i relativi piani operativi e comunicazionali delle aziende ne dovranno tener conto così come in primis i programmi governativi degli stati.
E alcuni governi ci stanno già lavorando, per esempio, con la guera per il petrolio, che nei prossimi venti o trentanni andrà man mano ad esaurirsi, e per il controllo delle fonti energetiche in generale per salvaguardare, travestita da salutare caccia al terrorismo che ha dichiarato a sua volta guerra l’ 11 settembre, il proprio status economico di supremazia e ritardare il più possibile la resa dei conti.
E se in un’ ipotesi di fantapolitica il terrorismo fosse stato creato ad arte per giustificare appunto l’inizio della guerra del petrolio? Alcuni già sostengono e argomentano questa tesi segnalando alcuni particolari quantomeno strani:
a) nessuna rivendicazione ufficiale, come solitamente avviene dopo azioni volte a dare visibilità e immagine a una causa, tanto più per un’ impresa preparata e studiata per anni;
b) nessuno ebreo coinvolto nella strage delle Torri, loro sapevano;
c) nessuna traccia lasciata dall’areo gettatosi contro il Pentagono.
Concludo,per il momento, con un altro stralcio dell’articolo che mi ha permesso queste digressioni.
"Non è tollerabile che medicine vitali siano riservate a pochi privilegiati mentre milioni di ammalati muoiono", sostiene al contrario Gro Harlem Brundtland, direttrice dell'Organizzazione mondiale della Sanità.
Alfredo Seghieri
24,12,02
Si ringrazia www.welfarecremona sempre attento agli accadimenti “mondani”
 
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