15 Settembre, 2002
1° maggio 1945. Piazza Duomo rosseggiava di bandiere..di G.C.Storti
Subito dopo l’insurrezione del 1945 si costitui’ la Camera del Lavoro presieduta da Dante Bernamonti...
1maggio1945-cremona
1° maggio 1945 : Piazza Duomo rosseggiava
di bandiere ed era come incendiata dalla
commozione.
Subito dopo l’insurrezione del 1945 si costitui’
la Camera del Lavoro presieduta da
Dante Bernamonti, in qualità di segretario
generale ed appartenente alla componente
comunista (PCI). Gli altri componenti la
segreteria erano:
Giuseppe Formis segretario aggiunto Democrazia
Cristiana
Ottorino Fassi ( Partito Socialista Italiano
) poi sostituito Dario Caporali segretario
aggiunto Partito Socialista Italiano
Per la Federterra i segretari erano : Errico
Bon etti ( Pci), Angelo del Varo Rossi (
Psi) ed Aldo Cervi ( Democrazia Cristiana).
Furono costituite succursali a Crema,Soresina
e Casalmaggiore.
Ci ricorda Emilio Zanoni . “ La prima manifestazione
di massa della classe lavoratrice cremonese
non poteva aver luogo che il 1° maggio 1945.
L’ultimo 1° maggio di lotta e di libertà
era stato celebrato ai margini della cui
vegliava l’occhiuta orda di Farinacci. Il
primo maggio ’45 si celebrava nella piazza
maggiore fra i monumenti eretti dell’amore
e della forza creativa dei lavoratori del
duecento. Piazza del Duomo rosseggiava di
bandiere, Piazza del Duomo era come incendiata
dalla commozione e dall’anelito di migliaia
di lavoratori. Vecchi, contadini e operai,
memori del movimento prefascista . giovani
lavoratori e intellettuali che da pochi giorni
avevano deposto le armi vindici di libertà.
Piazza del Duomo era il crogiuolo ove si
confondevano ricordi , speranze,aneliti,
certezze. La Camera del Lavoro e gli organismi
sindacali si misero tosto all’opera per la
attuazione dei principi per cui i lavoratori
avevano lottato e lavoravano”.
Ercole Onagro , nel suo libro Camera del
Lavoro e lotte nelle campagne Cremonesi,
ci evidenzia che : “ Il movimento dei lavoratori
agricoli, riorganizzandosi sul piano sindacale
in modo unitario, in base all’impegno sottoscritto
nel “ patto di unità d’azione, da democristiani,
socialisti e comunisti già durante il periodo
clandestino, proclamò anzitutto l’abrogazione
dei contratti fascisti “ conclusi in condizione
di assoluta soggezione dei contadini di fronte
agli agricoltori” e il ritorno ai principi
dei vecchi Patti Colonici. Pertanto la commissione
esecutiva della Camera del lavoro di Cremona
e provincia, insediandosi ai primi di maggio
1945, come suo primo atto deliberò che “
l’orario di lavoro di ogni categoria contadina
è di 8 ore, come nel Patto colonico del 1919”.
Questo primo atto, dopo un lungo , intenso
anno di discussioni, di confronti con gli
agrari, di dibattito politico sul ruolo dei
Consigli di Cascina , porto alla sigla, nel
maggio del 1946, del primo patto colonico
del dopoguerra ( l’ultimo era stato sottoscritto
nel 1919).
L’uomo che guidò questa prima fase della
ricostruzione del sindacato unitario ( fra
le tre principali componenti politiche ,
la democristiana, la socialista e la comunista)
fu eletto nel 1946 deputato per il PCI alla
Assemblea Costituente.
La vita di Dante Bernamonti è una vita tribolata
di un militante, prima socialista e poi comunista,
che si era schierato da sempre contro il
fascismo e che per lunghi anni aveva vissuto
nell’ombra, nelle carceri e per lunghi anni
come clandestino a Milano.
Uomini duri che non si piegarono al fascismo
e che ebbero la forza non solo di resistere
ma di ricostruire le strutture democratiche
del paese.
A questi uomini, che ci hanno passato il
testimone, rendiamo omaggio e rispetto. Se
oggi il paese è democratico e pluralista
il merito è tutto loro.
In questa giornata di festa, il 1 maggio,
ricordiamoli è come “ cantare un inno alla
vita e brindare al futuro”.
Gian Carlo Storti
Bernamonti Dante
Biografia.
Nato a Cremona il 10-3-1898, deceduto il
17 gennaio 1953.
Insegnante. Dal 1914 aderente alla Federazione
Giovanile Socialista di Cremona, ne fu poi
eletto segretario. Il 14 agosto 1917 fu condannato
insieme a 5 altri cremonesi (Sidoli, Morandi,
Ferrari, Pederneschi, Chiari) a 5 anni di
reclusione dal Tribunale Militare di Pradamano*,
per aver svolto propaganda contro la guerra.
Fu uno dei fondatori con Tarquinio Pozzoli,
Ferruccio Ghinaglia, Cabrini, Rosolino Ferragni,
il dottor Maffezzoni, Andrea Zeni, Marabotti,
Piero Biselli, Rino Agosti ed altri del P.C.d’I.
a Cremona.
Per la sua attività antifascista venne ferocemente
aggredito dai fascisti il 5 dicembre 1923.
In seguito fu costretto a lasciare Cremona
e a vivere nella clandestinità a Milano.
Scoperto nel 1933 dalla polizia, venne arrestato
e poi condannato nel 1934 a 5 anni di confino
a Ventotene. Insieme a Bernamonti venne arrestato
e condannato al confino Giuseppe Marabotti.
Nel 1943 riprese i contatti con la Resistenza
cremonese tramite il compagno Libero Scala.
Fu eletto dopo la Liberazione , nel 1945
segretario della Camera del Lavoro di Cremona
e poi deputato alla Costituente nel 1946.
Al momento della sua improvvisa scomparsa
il 17 gennaio 1953 dirigeva il movimento
cooperativo cremonese.
* Comune in provincia di Udine. Durante la
guerra 1915-’18 nella villa Giacomelli di
Pradamano si installò il comando operativo
Nord-Est delle truppe italiane. Dopo la ritirata
di Caporetto qui entrò in funzione un Tribunale
Militare che divenne tristemente famoso per
la sua ferocia repressiva. Vennero condannati
a morte e fucilati con il metodo della decimazione
centinaia di soldati italiani accusati di
diserzione. Altre centinaia di italiani vennero
condannati a lunghe pene detentive con l’accusa
di aver diffuso idee pacifìste contro la
guerra in corso.
fonte: www.anpi.cremona.it
---------------------------------
Bernamonti, deputato alla Assemblea Costituente
del 1946.
La Costituente operò dal 2 giugno 1946 al
31 gennaio 1948.
BERNAMONTI Dante
CREMONA, 10 marzo 1898 - 17 gennaio 1953
Diploma magistrale; maestro elementare, sindacalista
Eletto nel collegio VII (MANTOVA)
Lista di elezione: Partito Comunista Italiano
Proclamato il 6 giugno 1946
Elezione convalidata il 18 luglio 1946
Iscritto al gruppo parlamentare: COMUNISTA
dal 28 giugno 1946 al 31 gennaio 1948
Componente di organi parlamentari: GIUNTA
PER IL REGOLAMENTO INTERNO dal 26 giugno
1946 al 31 gennaio 1948
-------------
L’attività politica di Dante Bernamonti dal
1921 al 1922 .
Note ed appunti ricavati dall’Eco dei Comunisti
di Cremona, di Gian Carlo Storti.
1921
Il numero 1 dell’Eco dei Comunisti esce il
5 febbraio 1921. Il 21 gennaio era stato
fondato a Livorno il Partito Comunista d’Italia.
Bernamonti , in un articolo intitolato “
Perché uscimmo” fra l’altro scrive: “ Non
è necessario fare la cronistoria degli avvenimenti
che precedettero lo storico Congresso di
Livorno…. V’era chi riteneva che il Partito
( socialista) dovesse compiere un giro adestra,
altri che credevano possibile la continuazione
dell’equivoco del riformismo esistente……altri
ancora che ritenevano indispensabile la costituzione
di una massa omogenea nel Partito, decisamente
orientata verso i metodi di lotta e il programma
della III° Internazionale, con l’esclusione
della destra del Partito…….La nostra opera
è tracciata dal programma della Terza\ Internazionale
votato a Livorno”.
Nel numero 4 , del 26 febbraio, firma un
articolo di commento del congresso della
Camera del Lavoro Locale. Il titolo dell’articolo
è eloquente “ A destra! “. Il testo chiude
così “ La svolta a destra per reazione contro
il nuovo Partito…..è……il segno evidente della
nuova strada che ha preso, che doveva fatalmente
prendere quel Partito che conserva nel suo
seno tutta una potente e attiva corrente
riformista.”
Nell’edizione del 30 aprile , il numero 13,
si evidenzia il contrassegno elettorale del
Partito Comunista ( corona di alloro con
all’interno la falce ed il martello incrociati)
con stampata la lista dei candidati in ordine
alfabetico. Dante Bernamonti è al numero
uno della lista. Al termine della stessa
lista sono indicate le preferenze da esprimere
a Franceschini e Grandi. Evidentemente Bernamonti
non era stato indicato fra gli eleggibili.
Nella stessa pagina spicca un articolo, non
firmato, intitolato “ Contro l’astensione”
al voto.
Nei numeri seguenti il simbolo del partito
con la lista viene ripubblicato sotto la
scritta “ Tutti alle urne: per il Comunismo,
per la Rivoluzione !!”.
Nel numero 16 , del 21 maggio, vengono pubblicati
i voti del Partito nella provincia di Cremona
che risultano essere pari 8.117. Il titolo
di prima pagina è eloquente del risultato
e della insoddisfazione “ Le elezioni di
terrore e di sangue hanno trovato il proletariato
fermo al suo posto. Lavoratori avanti !.
“
1922
La sigla d.b. riappare nell’edizione del
18 marzo del ’22 e firma due articoli. Il
primo dal titolo “ I fascisti sequestrano
e la questura fa il resto” dove ormai è chiaro
ed evidente il connubio fra gli organi statali
e le organizzazioni fasciste.
Il secondo articolo è sulla Camera del lavoro
e si intitola “ Salviamo l’organizzazione”.
L’apertura del ragionamento è singolare “
La nostra serena polemica sulla situazione
della Camera del Lavoro e sulle responsabilità
ad esse inerenti ha gettato l’allarme tra
i dirigenti socialisti che hanno capito la
giustezza delle nostre critiche”. L’articolo
chiosa un articolo della presidenza della
Camera del Lavoro che accuserebbe i comunisti
di essere dei “ ragazzetti” ecc. “
Dall’articolo si apprende che d.b. sarebbe
stato , per qualche tempo, impiegato della
Cavalli & Poli.
L’ultimo numero consultabile dell’Eco dei
Comunisti, divenuto nel frattempo, Organo
del Partito Comunista d’Italia di Cremona,Brescia
e Mantova è quello del 9 dicembre 1922. Della
firma Dante Bernamonti o d.b nessuna traccia.
I compagni che lo hanno conosciuto però dicono
che la parte del giornale sulla C.d.L. (
Camera del Lavoro) era frutto della sua penna
e del suo impegno. Infatti in quegli anni
il P.C. d’Italia cercava di conquistare i
quadri sindacali delusi, come si diceva allora
“ dalla politica riformista dei socialisti”.
-----------
Il patto di Roma del 9 giugno del 1944 denominato
"dichiarazione sulla realizzazione dell’unità
sindacale”
L’evento. La firma del Patto di Roma è un
evento straordinario, non solo per gli effetti
che produce (l’apertura di una fase straordinaria
nella storia del sindacalismo italiano, quella
della CGIL unitaria [1944-1948]), ma anche
per il lavoro di tessitura unitaria che lo
precede e per il modo in cui viene siglato.
È bene sempre ricordare, infatti, come l’intesa
venga raggiunta in piena clandestinità durante
l’occupazione nazista; la prima firma viene
posta nella notte tra il 3 e il 4 giugno
1944, prima della Liberazione della capitale
da parte degli Alleati, mentre l’accordo
ufficiale porta la data del 9 giugno 1944.
L’eccezionalità dell’evento è dunque accentuata
soprattutto dalla drammaticità del momento;
l’uccisione da parte dei nazisti del socialista
Bruno Buozzi, ultimo Segretario Generale
della CGL prefascista e indiscusso protagonista
del Patto di Roma, avvenuta poche ore prima
della firma dell’intesa, è la testimonianza
più intensa di quella barbarie. Il Patto
di Roma trae la sua forza da due elementi.
In primo luogo, dal coraggio dei suoi firmatari,
che nei mesi precedenti tessono una trama
unitaria “sotto il naso dei tedeschi” I primi
incontri tra Buozzi e Di Vittorio avvengono
nel carcere parigino della “Santé” nel febbraio
1941; nel 1942, quando Di Vittorio è al confino
a Ventotene, si hanno incontri importanti
a Torino tra Grandi e Buozzi e tra Buozzi
e Roveda. Sono proprio questi uomini i protagonisti
della ricostruzione del sindacato libero
e democratico già a partire dai primi giorni
dopo la caduta di Mussolini del 25 luglio
1943 quando, con la regia di Leopoldo Piccardi,
nuovo Ministro dell’Industria, del Commercio
e del Lavoro del Governo Badoglio, i vecchi
sindacati fascisti vengono commissariati;
Buozzi andrà a guidare la Confederazione
ddei lavoratori dell’industria (col comunista
Roveda e il democristiano Quarello come Vice),
Grandi la Confederazione dei lavoratori dell’agricoltura
(con Vice Lizzadri), mentre Di Vittorio guiderà
i braccianti. E sarà proprio Buozzi, insieme
al Commissario di Confindustria Mazzini,
che il 2 settembre 1943 firmerà il primo
accordo sindacale libero dopo la fine della
dittatura. L’accordo ripristina nelle fabbriche
italiane le Commissioni Interne, cancellate
dal fascismo con l’accordo di Palazzo Vidoni
dell’ottobre 1925. Per molti anni le Commissioni
Interne saranno l’unica forma di rappresentanza
sindacale nei luoghi di lavoro. La Cgil unitaria
( comunisti,socialisti e democristiani) si
romperà nel 1948 a seguito della proclamazione
dello sciopero generale dopo l'attentato
a Palmiro Togliatti con l'uscita dei democristiani
e la costituzione della CISL.
* a cura di Gian Carlo Storti, cremona 30
aprile 2006
 
|