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 Politica

15 Settembre, 2002
«Al referendum voterò NO!»
Dario Antoniazzi: «Voterò no per tanti motivi contro questa controriforma che, se non fosse drammatica, sarebbe soltanto comica»

Signor Direttore,

scommettiamo che, tra un mesetto, Calderoli in televisione sarà costretto a dire "Si, lo ammetto, anche la riforma della devoluscion era una porcata studiata a tavolino. La porcata-bis, dopo quella delle legge elettorale"?

Voterò no per tanti motivi contro questa controriforma che, se non fosse drammatica perché pericolosa, sarebbe soltanto comica perché sconclusionata. La domanda che in molti ci poniamo é la seguente: ma cosa si erano fumati i geni di Lorenzago quando l'hanno partorita?

Che sia frutto di allucinanti allucinazioni oppure frutto di un disegno maligno, sottile e subdolo, va comunque respinta al mittente! Cerco di dirle in estrema sintesi perché voterò NO:

a) Federalismo fiscale: la riforma del titolo V approvata nel 2001 prevedeva "l’autonomia finanziaria di entrata e di spesa" per le regioni e le autonomie locali. Perché il governo Berlusconi in 5 anni non l'ha mai messa in pratica?

Perché con la controriforma sconclusionata e bislacca dei geni di Lorenzago si rinvia l'entrata in vigore del federalismo fiscale di altri tre anni?

Federalismo a chiacchiere, ecco di cosa si tratta!

b) Il Presidente della Repubblica diventa di fatto da una parte un semplice notaio, dovendo solamente ratificare le scelte del premier. D'altro lato gli vengono date nuove funzioni che lo costringono a schierarsi da una parte o dall'altra. Ed invece per me deve rimanere sopra la mischia e garantire l'unità nazionale. E dunque mi sta bene così com'é adesso.

c) Il Primo ministro assume in sé un potere quasi 'assoluto' perché possiede poteri immensi quali non esistono in nessuno Stato democratico, né esiste la sfiducia costruttiva limitata alla sola maggioranza parlamentare. Questo premier avrebbe i poteri del Presidente degli U.S.A., del premier britannico e del cancelliere tedesco, ma non incontrerebbe nessuno dei limiti e dei contrappesi che rendono democratici quei sistemi. Manca la garanzia dell’esercizio equilibrato dei poteri.

Ma poi - ecco la genialata - un premier così forte, si dimostra un gigante dai piedi d'argilla. Perché la decisione vera, in fondo in fondo, resta in mano (nascosta) al segretario politico di un partito che possa contare almeno su 35 deputati. Perché con 35 parlamentari il suo gruppo può dettare gli ordini al premier, mentre il premier se ha a sua disposizione almeno 35 parlamentari, può dettare gli ordini al parlamento. Se c'era la maniera per rendere il tutto assolutamente ingovernabile, gli intelligentoni di Lorenzago l'hanno saputa trovare!!

d) Un Parlamento confuso non potrà che confondere il Paese. l capolavoro di questa sedicente riforma è che il Senato cosiddetto federale, di federale ha ben poco, perché i veri rappresentanti delle regioni e delle autonomie locali possono partecipare, ma non possono votare.

Si rischia poi la paralisi della funzione legislativa: basta pensare che una singola legge può contenere norme che si riferiscono a materie di competenza del Senato federale e contemporaneamente altre di competenza della Camera. A chi l’ultima parola?

Un esempio concreto della genialità degli sconclusionati di Lorenzago? Prendiamo l'articolo 70 della Costituzione attuale: lì per l'intero articolo vengono usate 77 lettere dell'alfabeto, nello stesso articolo 'riformato' ne vengono usate 3.863. Mitico!

e) La devoluscion porterà solo complicascion. Questa formulazione coinvolge materie relative a "diritti fondamentali" come la salute, l’istruzione e la sicurezza. Per tali diritti le prestazioni garantite non possono essere diverse da regione a regione perché ciò violerebbe il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione vigente. Ma la "devoluscion" prevista dalla riforma smantella l’universalità dei diritti fondamentali, esaspera le disparità fra Nord e Sud, fra zone ricche e zone povere del Paese. Inoltre potrebbe avere influenza sulla situazione dei dipendenti pubblici dei settori interessati per i riflessi sulla legislazione del lavoro pubblico e per il rischio di una possibile messa in discussione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.

f) Le mani dei partiti sulla Corte Costituzionale. Vergogna! Passano da 5 a 7 i giudici di nomina parlamentare, con un conseguente aumento del tasso di politicizzazione della Corte. Vogliono mettere le mani sulla Corte Suprema perché la sua autonomia li manda in bestia. Ai geni di Lorenzago fa paura l'autonomia dei giudici e della magistratura, e rifuggono dall'equilibrio dei poteri, base fondamentale di ogni stato democratico e liberale!

Per tutti questi motivi il 25 e 26 giugno al referendum voterò NO !

Dario Antoniazzi

 


       



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