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 Storia Cremonese

15 Settembre, 2002
Breve storia comune di Vescovato, episcopatum
Il centro fu colonizzato dai romani come testimoniano reperti archeologici venuti alla luce nel secolo scorso

Breve storia comune di Vescovato
Il centro fu colonizzato dai romani come testimoniano reperti archeologici venuti alla luce nel secolo scorso. Fra questi reperti vi sono armi, monete e lampade che farebbero anche presupporre l’esistenza di una importante strada romana, la quale probabilmente da Cremona giungeva fino a Verona. Il borgo venne chiamato “ Vicu Decius”.
In epoca longobarda, sotto il dominio di Teodolinda e Agiugulfo, i Vescovi Cremonesi Sisto II e Desiderio abbandonarono la città perché minacciati dalle fazioni ariane e si rifugiarono nel paese.
Secondo la tradizione aveva qui la sua residenza il vescovo Sisto II di Cremona nel VII secolo, da cui il nome di EPISCOPATUM.
Nel XII secolo la località divenne possedimento dell’episcopato cremonese.
Presidio militare nel XIII secolo, nel ‘300 passo in feudo ad Anna, nipote di Buosio da Bovara e al suo sposo Filippino Gonzaga.
All’epoca il feudo non comprendeva il territorio di Cà de Stefani.
Le gravi epidemie e le carestie del ‘600 decimarono gli abitanti del centro, tuttavia il governo mantovano con una politica fiscale non oppressiva continuò ad agevolare lo sviluppo del commercio.
Nel 1927 fu unificato Vescovato con Cà de Stefani.

Arte: simbolo di Vescovato è la Rocca che è stata edificata nel XVI secolo ed occupa l’area del precedente castello. Accanto alla Rocca sorge la parrocchia dedicata a San Leonardo, consacrata nel 1779. L’interno è stato affrescato da Ultimo Soregaroli.

Stemma: “partito. Il primo d’azzurro ai tre bozzoli di seta d’oro disposti 1.2; il secondo di rosso al covone di spighe d’oro. Un pastorale da vescovo d’argento sulla linea di partitura”.
I bozzoli di seta, interessante e curiosa variante araldica locale, indicano la produzione fiorente in passato e oggi pressoché scomparsa.

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Personaggi

Don Luisito Bianchi


Nato a Vescovato, in provincia di Cremona, nel 1927, oggi don Luisito svolge funzione di cappellano presso il monastero benedettino di Viboldone, a San Giuliano Milanese. Da quel silenzio emerge con un sorriso e uno sguardo che ti punta dritto negli occhi. E comincia a raccontare: «Si entra in seminario presto, quando si è ancora molto giovani, poi si comincia a pensare. Mi venne in soccorso la malattia, che mi costrinse a tornare a casa per le cure. Rimasi fuori dal seminario per un paio d’anni. Più d’una volta mi ero persuaso a non farvi più ritorno, tanto che mio padre, che in fondo aveva sempre sperato che restassi definitivamente a casa, era andato a Valdagno ad acquistarmi un abito da cittadino borghese e fu non poco sorpreso quando gli comunicai l’intenzione di riprendere il cammino verso il sacerdozio. Ciò che conta, comunque, è che quei due anni mi costruirono interiormente. Avevo 17 o 18 anni, ero nel pieno delle turbolenze dell’adolescenza, vivevo quotidiamente l’impeto a seguire grandi ideali e temevo che il seminario e la veste significassero una separazione dalla gente e dal mondo. In realtà continuai a interrogarmi sulla mia vocazione ancora a lungo e solo dopo il 1945, vale a dire alla conclusione della guerra, mi risolsi a diventare prete».

Marida Brignani

Insegnante presso l'Istituto Comprensivo "Ugo Foscolo" di Vescovato (Cremona). Formata presso la Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Firenze ed il Politecnico di Milano, ha condotto indagini sugli aspetti morfologici delle aree golenali, gli insediamenti urbani e i giardini della valle dell'Oglio e del Lodigiano, i teatri fra le province di Cremona e Mantova, le ville storiche del lago di Garda, le architetture rurali castellate, il paesaggio cremonese.
Svolge attività di consulenza per la Provincia di Cremona finalizzata alla realizzazione dell'Atlante Toponomastico provinciale. Ha ideato e coordinato progetti didattici inerenti lo studio geomorfologico ed antropico del territorio, l'educazione al patrimonio culturale, la conoscenza e la divulgazione delle tradizioni e delle memorie locali, il museo e il territorio come strumenti didattici.
Collabora con musei ed associazioni culturali cremonesi, bresciane e mantovane.
Ha svolto numerosi incarichi di supporto all'organizzazione didattica, di formazione, aggiornamento e tutoraggio per insegnanti, di relatrice a convegni e seminari fra i quali "Il museo dei bambini: esperienze di laboratorio museale", Facoltà di Architettura, Politecnico di Milano, corso di Allestimento e Museografia (27-3-1998), "Vivai: i giardini del basso Oglio", Comune di Canneto sull'Oglio (1-10-2004), "Sistemi di giardini ed architetture vegetali nel paesaggio. Metodi di studio, valutazione, tutela", Incontri internazionali di studio, Comune di Cinisello Balsamo (14, 15, 16- 10-2004). Ha collaborato alle attività di ricerca-azione promosse dal Museo della Memoria di Isola Dovarese e alla pubblicazione di "Ambienti e territori della memoria" in "Quaderni del Museo della Memoria", n.4, tomo II, 2002 nonché all'ideazione e allestimento della mostra Il volto castellato dell'architettura rurale cremonese, Castelverde, 2004.
Oltre a vari articoli su riviste specializzate ("Cronache castellane", "Pedagogika.it", "Il Dialogo", "Bollettino storico cremonese") ha pubblicato:
con altri autori "Itinerari cicloturistici della Provincia di Cremona. Il Casalasco", 1995;
con M. Tanzi Quadri, santi e bambini, 2001;
con V. Ferrari Toponomastica di Tornata e Romprezzagno, 2001,
Toponomastica di Ostiano, 2002
La toponomastica in C. Lazzarini M. Morandi (a cura di),
Castelverde. Storia di un territorio cremonese, 2003;
con F. Durando e L. Roncai Ville storiche del lago di Garda, 2002;
"Le nostre radici: alla scoperta del territorio" in G. Gaeta M. Valagussa (a cura di),
"Lombardia una tradizione da promuovere", 2003;
Fra Cremona e l'Oglio. Itinerari alla scoperta di dieci comuni cremonesi, 2004;
con L. Roncai Giardini cremonesi, 2004;
con L. Roncai Teatri al confine e Luigi Voghera, in N. Zuccoli (a cura di ),
Teatri storici nel territorio mantovano, 2005.
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Il Territorio

Vescovato (Vescovatini)
centro in provincia di Cremona, 13 km a NE del capoluogo, a 46 m s.m. tra i fiumi Oglio e Po. Comune di 17,42 km2 con 3583 ab.; produzione di cereali e foraggi; allevamento bovino; industrie tessili, alimentari, del legno e della lavorazione del crine animale ed ha una superficie di 17,4 chilometri quadrati per una densità abitativa di 209,89 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 46 metri sopra il livello del mare.

Cenni anagrafici: Il comune di Vescovato ha fatto registrare nel censimento del 1991 una popolazione pari a 3.437 abitanti. Nel censimento del 2001 ha fatto registrare una popolazione pari a 3.652 abitanti, mostrando quindi nel decennio 1991 - 2001 una variazione percentuale di abitanti pari al 6,26%.

Gli abitanti sono distribuiti in 1.367 nuclei familiari con una media per nucleo familiare di 2,67 componenti.

Cenni geografici: Il territorio del comune risulta compreso tra i 39 e i 49 metri sul livello del mare.

L'escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 10 metri.

Cenni occupazionali: Risultano insistere sul territorio del comune 96 attività industriali con 681 addetti pari al 55,73% della forza lavoro occupata, 87 attività di servizio con 255 addetti pari al 7,12% della forza lavoro occupata, altre 72 attività di servizio con 201 addetti pari al 20,87% della forza lavoro occupata e 13 attività amministrative con 311 addetti pari al 5,89% della forza lavoro occupata.

Risultano occupati complessivamente 1.222 individui, pari al 33,46% del numero complessivo di abitanti del comune.
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L’Amministrazione.

Il municipio è sito in Piazza Roma 45, tel. 0372-830492 fax. 0372-830038. L'indirizzo di posta elettronica è protocollo.vescovato@virgilio.it.

Gli Amministratori del Comune di VESCOVATO
Sindaco (eletto nel 2004): SUPERTI GIUSEPPE
La Giunta:
GHIDINI ALFREDO
MIGLIOLI NICOLA
NOLLI PIERA
PEDRAZZANI FRANCESCA
Il Consiglio:
ARDIGO' MARIA ADA
BILONI MARINA
CAPRINI FRANCO
CARRARA PALMIRO
CASTELLI ELISA
COTTARELLI BRUNO
FERRARI FRANCESCO
GRISOLI FRANCA
GUARNERI GIORGIO
MONTEVERDI LUCIANO
PICCIONI SEBASTIANO
PIROLI GIOVANNI
RIVOLTINI MASSIMO
VANTADORI ROMANO

La Casa di Riposo

Fondazione E. e F. Soldi ONLUS
Via Garibaldi, 93, 26039 Vescovato
Tel. 0372/818068 - Fax 0372/830358
Email vescovato@virgilio.it

Rette e costi per la degenza
Retta minima € 41,00
Retta massima € 45,40
Servizi compresi nella retta servizio lavanderia e guardaroba (sconto 2€ giornalieri per chi non intenda usufruirne)
prestazioni di base di parrucchiere e barbiere
Servizi non compresi nella retta prestazioni di parrucchiere e barbiere (diverse da prestaz. base)eseguite presso la struttura
Retta per posti letto non a contratto € 66,00

Descrizione delle arttività del CDI E' un servizio che offre, durante le ore diurne (dalle 8.30 alle 17.30, dal lunedì al venerdì), un aiuto alle persone anziane, parzialmente autosufficienti, che vivono da sole o in famiglia, per preservarne il più possibile il grado di autonomia e autosufficienza esistente

Presso il Centro Diurno Integrato vengono offerte prestazioni di diversa natura:
- Assistenza alla persona
- Assistenza medica
- Cure infermieristiche
- Cure di fisioterapia
- Bagno assistito
- Pranzo
- Relax pomeridiano
- Ginnastica dolce
- Musica
- Conversazione
- Lettura
- Attività ludica
- Passeggiate
- Feste e spettacoli
- Attività manuali
- Gite

Curiosità.

Premio Nazionale per Giovani Esecutori "Arisi"
Ogni anno a Vescovato
Concorso musicale riservato agli alunni delle scuole elementari e medie Foscolo Istituto Comprensivo di Vescovato tel. 0372 830417

Vescovato diventa patria dei Sikh .

Nelle campagne cremonesi vi sono molti indiani di religione Sikh che lavorano nelle stalle a curare gli allevamenti di vacche e di vitelli. Per la per la Pasqua indù si raccolgo anche indiani per celebrare la festa di Visakhi appuntamento vecchio di oltre tre secoli che, in fatto di importanza, può essere paragonato alla Pasqua cristiana. Tantissimi presenti da tutta la Lombardia. Infatti a Vescovato esiste un tempio riservato alla celebrazioni religiose dei Sikh.

Aziende Principali

Cà de' Stefani, la costituzione

E’ il 28 gennaio 1900. Davanti al notaio Attilio Barbieri si presentano Augusto Guida di Cicognolo, l’avvocato Giuseppe Rizzi di Cremona, Odorico Fontana, possidente di Cà de’ Stefani, Giuseppe Maffezzoni, fittabile di Robecco d’Oglio, Giacinto Galli, fittabile di Brancere, Enrico Lena, fittabile di Derovere, Andrea Talamazzi, fittabile di Sospiro, Giovanni Rossini, fittabile di Castelverde, Francesco Demicheli, fittabile di Gadesco e Francesco Frugoni, possidente di Cremona. Sono tutti produttori di latte insofferenti alle imposizioni degli industriali del tempo che stabilivano prezzi e modalità di pagamento (corsi e ricorsi della storia, anche allora esisteva il problema del latte) e avevano scelto la via della cooperazione per sopravvivere. E così in nome del re Umberto I, che nel luglio di quello stesso anno venne assassinato dall’anarchico Gaetano Bresci, nasceva la latteria Cà dè Stefani. Capitale iniziale 25 mila e 700 lire, dieci soci, sede in una osteria. L’attività vera e propria inizia l’11 novembre. Un secolo di successi dunque, e l’America ghiotta di provolone lo sa bene.

Piscine Laghetto

1974 – La storia trentennale delle Piscine Laghetto nasce in un capannone di 600 metri quadrati a Vescovato (Cr) normalmente adibito alla lavorazione di tessuti spalmati per uso tecnico in agricoltura, sotto la guida del Sig. Spedini Palmiro (fondatore di Agrisilos) e dei figli Giacomo, Luigi e Carmela.
1975 – Viene depositato il brevetto n.168558 riguardante una piscina rotonda con anello gonfiabile superiore, la prima marchiata Laghetto.
1981 – La produzione aziendale si indirizza verso un nuovo concetto di piscina; il brevetto n.1221098 segna la nascita della vasca rettangolare in tensostruttura idrostatica con struttura metallica. La piscina “figlia” di questo brevetto è la Professional.
1988 – La gamma storica Professional viene affiancata dalla Junior.
La produzione Laghetto assume i colori destinati a diventare un classico per le piscine fuoriterra: telo vasca azzurro con bordo
bianco.
Anni'90 – Sono anni di grande sviluppo per Agrisilos; la produzione, incentrata sul core business delle piscine (principalmente fuoriterra) aumenta, l’introduzione e lo sviluppo tecnico di nuovi prodotti proseguono incessantemente, cresce il numero dei dipendenti e si decuplica la superficie degli impianti di Vescovato, il marchio Piscine Laghetto porta Agrisilos S.r.l. a diventare azienda leader nel settore delle piscine, in un mercato che nel frattempo è diventato globale.
2001 – Viene inaugurato il nuovo stabilimento di produzione, un impianto dotato di macchine automatizzate che per dimensioni e tecnologia si pone tra i più avanzati del mondo per la lavorazione
dei teli piscina.
2002 – Agrisilos presenta alla stampa e agli operatori del settore Idromas Laghetto, la minipiscina idromassaggio attraverso la quale entra ufficialmente nel mondo degli Spas, come sempre con un
prodotto totalmente fuori dagli schemi.
2004 – Le piscine Laghetto compiono 30 anni. Agrisilos è oggi una ditta assolutamente all’avanguardia, in cui ogni processo, dalla progettazione alla produzione sino alla commercializzazione, viene
svolto secondo i rigorosi sistemi di qualità richiesti dalla normativa
ISO 9001:2000
2006 – Oggi Laghetto è un Gruppo Internazionale (Laghetto Group) che comprende sedi in Italia e negli Stati Uniti e una rete di filiali, distributori esclusivi e centri di assistenza in tutto il mondo.

Prosus

ProSus è una cooperativa nata nel 1985 per volontà di alcuni allevatori di suini che decidono di dare vita ad una industria di macellazione e di lavorazione delle carni con il marchio "Il Maialino Rosa".
Gli scopi principali sono stati da subito identificati nella valorizzazione del suino pesante nazionale e nella creazione di una filiera che garantisca la generazione di prodotti sicuri per il consumatore finale, tant'è che, da sempre, ProSus macella esclusivamente capi nati ed allevati in Italia.
Il mercato ha premiato questa scelta consentendo all'azienda una costante e significativa crescita del numero di suini macellati e conseguentemente dei volumi di vendita.
ProSus conta oltre 100 allevatori associati concentrati nelle Regioni Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte.
ProSus ha saputo percorrere anche la strada della integrazione produttiva con l'acquisizione di un prosciuttificio in Langhirano e di una importante partecipazione nel capitale della Love Carni, azienda impegnata nella produzione di carni porzionate e precotte.
ProSus si è impegnata anche nel settore ambientale ed ecologico entrando nella compagine sociale di una importante azienda operante nel settore della lavorazione e smaltimento dei sottoprodotti della macellazione.

** materiale raccolto ed organizzato da Gian Carlo Storti, 9 agosto 2006

 


       



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