Con la qualificata presenza di oltre cinquanta tra Sindaci, amministratori,
tecnici comunali e provinciali, rappresentanti degli Ordini professionali e
liberi professionisti si è svolto a Cremona venerdì 10 scorso il seminario
organizzato da Politecnico, CISAL e Legautonomie sul tema “I Comuni e il governo
del territorio: elementi di conoscenza per l’elaborazione dei nuovi PGT”.
Franco Albertoni, in rappresentanza di Legautonomie, ha presieduto ed
aperto i lavori dando la parola al prof. Pier Luigi Paolillo (Ordinario
di Urbanistica nel Politecnico di Milano) che ha sottolineato le sostanziali
novità su cui i Comuni sono chiamati ad impegnarsi nel passaggio dalle logiche
urbanistiche sino ad ora utilizzate per la elaborazione dei piani regolatori ad
altre più complessive relative ai piani per il governo del territorio. Si tratta
di un salto di qualità costituito dalla necessità di vedere e trattare come un
insieme, e non come un accostamento di parti separate magari poco influenti
l’una sull’altra, le componenti vitali di tutto un territorio – e non solo
peraltro delle sue parti urbanizzate – a partire dagli elementi basilari quali
suolo e sottosuolo, acqua, aria, vegetazione insieme a strade, infrastrutture,
varie tipologie dell’edificato ecc. Così per il PGT si reimposta lo stradario
collegando (con link) ad ogni strada e numero civico tutte le possibili
informazioni relative su reti, manutenzione, servizi, criticità e problemi...
Molti dati sono già oggi disponibili, in genere per comparti e da fonti
separate: per esempio quelli pedologici, quelli geologici, reti nel sottosuolo,
il reticolo idraulico ecc. Acquisendoli, elaborandoli, completandoli con quelli
mancanti si comporrà un quadro unitario completo. Su di esso verrà elaborata la
fondamentale relazione sullo stato dell’ambiente, come previsto dalla normativa,
la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) e si procederà alla pianificazione.
Saranno rese così evidenti e ben leggibili le possibili scelte, con le
compatibilità e la sostenibilità di una trasformazione urbana, di un nuovo
carico insediativo, di una riduzione di suolo boscato o agricolo, di una
vicinanza con un corso d’acqua e così via. Per portare avanti questo nuovo modo
di pianificare si rende indispensabile un uso pieno ed omogeneo degli strumenti
e sistemi informatici.
A questa inquadratura hanno fatto seguito le relazioni. Con esse i Docenti
del Master di Ingegneria del suolo e delle acque hanno anche messo a
disposizione dei nostri Comuni e dei professionisti presenti una serie di dati e
di conoscenze derivanti dalle ricerche sulla realtà cremonese condotte
nell’ambito dello stesso Master.
Il dott. Roberto Zanoni (Direttore CISAL e Docente del Master),
ha aperto la serie delle relazioni parlando della risorsa suolo. Risorsa di
elevatissima qualità nel cremonese, con caratteri e funzioni davvero vitali: la
fertilità, il filtraggio e protezione della falda, il drenaggio, un habitat
complessivo di elevata qualità ecc. Quindi una grande “ricchezza” che troppo
spesso però non viene considerata, tanto che dal 1970 ad oggi abbiamo “eroso” un
abbondante 7% di buona superficie coltivabile. Governo del territorio significa
innanzitutto assumere il dato suolo e relativa qualità come carattere primario
di un’area, da preservare e da difendere, pianificando con questa ottica le
modalità dello sviluppo. Chiosa il coordinatore Paolillo: messi in chiaro
questi dati nessun pianificatore potrà a cuor leggero sprecare suolo prezioso
all’insegna del “non lo sapevo”... “non avevo considerato”...
Il prof. Marco Mancini (Ordinario di Idrologia nel Politecnico
di Milano) affronta un altro tema essenziale, le acque. Partendo dal fatto che
nell’idraulica ancora più che in altri comparti ogni intervento ha ricadute di
forte impatto su un territorio vasto, ricadute che vanno assolutamente previste.
Fa l’esempio delle “briglie” costruite su certi corsi d’acqua e sul bilancio da
fare tra problemi che esse risolvono e conseguenze che si creano a valle. Il
cremonese ha una rete idraulica molto fitta ed importante ed i Comuni, specie
con riferimento alle recenti norme sul reticolo idrico minore (“minore” ma di
decisiva importanza) hanno assunto responsabilità rilevanti in merito. Si pensi
alla manutenzione, alle difese, alla vegetazione di sponda, agli altri
incombenti di polizia idraulica di competenza dei Comuni. Sono elementi che
rientrano a pieno titolo, e non “a latere”, nel governo del territorio. Ai fini
pianificatori spicca una ottica radicalmente diversa, rispetto ad un passato
distratto e negligente, circa l’utilizzo delle aree di potenziale esondazione,
così circa la impermeabilizzazione di porzioni consistenti del suolo. Notevole
interesse riveste il tema delle cave e del possibile utilizzo di quelle
esaurite.
Al prof. Giorgio Guariso (Ordinario di modellistica e
simulazione nel Politecnico di Milano) il compito di illustrare il piano vigente
nella nostra provincia relativo all’energia e all’ambiente. Piano dalle
concomitanti finalità di garantire l’energia che si prevede necessaria al tipo
di sviluppo auspicato ed insieme di perseguire l’ obiettivo di ridurre le
emissioni di anidride carbonica (protocollo di Kyoto). Due le potenzialità
primarie per il cremonese: il risparmio energetico e l’utilizzo a fini
energetici di biomasse prodotte sul territorio.
Le due ultime relazioni sono state dedicate all’aggiornamento degli strumenti
tecnico – operativi indispensabile per questo tipo di pianificazione e di
governo. Il prof. Franco Guzzetti (Associato di Topografia nel
Politecnico di Milano) constata come sia in corso il superamento del supporto
cartaceo ed il passaggio ai data base topografici. E’ un processo che va
accelerato e condotto con rigore e determinazione. I data base devono avere
caratteri di completezza (cioè di enorme ricchezza) di informazioni, di continuo
aggiornamento e di omogeneità per tutti gli Enti ai vari livelli, con
conseguente uso e leggibilità generalizzati. I Comuni sono chiamati ad essere la
sorgente dei dati ed il perno del loro aggiornamento. I Comuni dovranno
provvedere a darsi adeguatezza a questo compito, anche con processi associativi
tra loro. Molto positiva, per esempio, nel cremonese l’aggregazione attorno a
Padania Acque di una sessantina di Comuni per questa finalità. I voli
aerofotogrammetrici verranno utilizzati appieno, traendone con nuove tecniche
una massa di dati assai più vasta del passato. Le informazioni presenti nel
Catasto dovranno essere incluse nei data base.
Il prof. Massimo Rossati (Professore di Metodi di analisi
territoriale del Politecnico di Milano) passa quindi a considerare come questi
data base dei Comuni entrino a far parte, a costituire, la rete del Sistema
Informativo Territoriale (SIT), e quindi come debbano essere tra loro coerenti
ed omogenei. La normativa vigente del resto prevede quali debbano essere le
caratteristiche della creazione e dell’aggiornamento delle banche dati. Il SIT è
quindi strumento essenziale per il governo del territorio, con mappe
sovrapponibili relative ai vari aspetti dello stesso: dall’edificato ai servizi
(visti non solo per il dato meramente quantitativo della superficie occupata ma
per i parametri di popolazione e di esigenze servite), dall’aspetto idraulico a
quello paesaggistico, dai dati catastali alle destinazioni d’uso...
Chiusa la parte dedicata alle relazioni il seminario ha registrato un intenso
dibattito. Ha preso la parola per primo il dott. Ernesto Cervi Ciboldi:
le straordinarie caratteristiche di fertilità del suolo cremonese non sono tanto
un “dono di natura” quanto frutto di secolare attività dell’uomo, esse possono
regredire. Oggi sono messe a repentaglio dai prevalenti indirizzi di monocoltura
agraria a scapito della zootecnia indotti dalla PAC.
L’arch. Michele De Crecchio ha esposto considerazioni critiche sulla
legge regionale 12/2005, che contrariamente alle intenzioni nei fatti rischia di
depotenziare le possibilità pianificatorie dei Comuni. Ma è possibile combattere
questo tipo di esito con un forte impegno di amministratori e tecnici (in questo
senso appare positivo il lavoro che si sta facendo per il piano d’area dei
Comuni del cremasco) ed esaltando il momento della valutazione VAS, che deve
essere basata su criteri obiettivi e non su compiacente autoreferenzialità. La
VAS del resto è stata introdotta dalla Direttiva europea 01/42/CE nel 2001.
L’ing. Stefano Loffi si è espresso in modo critico e preoccupato
relativamente alla assenza in Lombardia di una Autorità in grado di dare
effettivamente indirizzi e di decidere circa la disponibilità e la
programmazione dei flussi di acqua per le varie utilizzazioni (oggi spesso in
forte conflitto tra loro). Ovvero di seguire in modo permanente e senza
smagliature le difese idrauliche, quindi le arginature. Temi davvero essenziali
ai fini del governo di un territorio come il nostro.
L’arch. Massimo Terzi ha sottolineato la necessità di una rapida
evoluzione nella sensibilità e nella cultura degli addetti ai vari aspetti della
pianificazione. Questa è la premessa per la assunzione nei fini, nei metodi e
negli strumenti delle novità esposte in questo seminario. Terzi ha quindi posto
l’esigenza di dimensionare il territorio per aree sufficientemente ampie (quindi
sovracomunali) per poter effettivamente produrre piani di governo dello stesso.
Aree per le quali si possano apprezzare e valutare elementi come quelli relativi
all’ambiente, alla qualità del paesaggio, alla vivibilità per i progetti urbani
nel loro rapporto col territorio più vasto che li contiene.
L’assessore del Comune di Cremona, Daniele Soregaroli, ha informato
sul grosso lavoro (concluso di recente su inputs avviati una ventina di anni
fa!), con notevolissimo impegno di risorse, con cui questo Comune ha
riconvertito in data base geo referenziati le cartografie ed i dati su supporto
cartaceo degli Uffici comunali e del Catasto. Cremona, con questa strumentazione
(e basando sulle scelte urbanistiche fatte di recente con un partecipato
dibattito sul PRG) dovrebbe poter passare appunto dal PRG al PGT introducendo il
salto di qualità necessario ma senza perdite di tempo e senza stravolgimenti.
L’assessore ha concluso sulle difficoltà acute che incontra oggi una
Amministrazione di fronte alle scelte da compiere: porta l’esempio concreto di
una domanda di consistente introduzione del fotovoltaico sui tetti del centro
storico: essa andrebbe incoraggiata dal lato del risparmio energetico e
dell’inquinamento ma sarebbe controindicata in quanto stravolgente per l’impatto
estetico – paesaggistico...
Infine l’intervento dell’arch. Vincenzo Zucchi ha valutato come
positivi ed innovativi alcuni elementi della legge regionale 12/2005. In
particolare l’assunzione della VAS, considerata nella legge 12 come elemento
integrante della pianificazione e non come “giudizio” che boccia o approva un
progetto (tipo la VIA). VAS quindi come elemento che offre la chiave di lettura
della unità complessiva di tutti gli aspetti particolari che compongono il piano
di governo del territorio.
Al prof. Paolillo alcune brevi battute in sede di chiusura del
seminario, dedicate a due temi. L’esaltazione del riuso edilizio, urbano e
territoriale in alternativa al facile spreco di risorse preziose e limitate del
suolo, riuso che dovrebbe essere un elemento chiave della qualità di un piano.
Il carattere della VAS, rappresentazione e valutazione unitaria di elementi
sino ad ora sempre considerati separatamente, nei loro specialismi. La VAS,
inoltre, come processo permanente, che segue la flessibile pianificazione
necessaria per governare un territorio nei suoi continui processi di sviluppo.
Per questo la VAS non può che essere prerogativa del soggetto pianificatore
stesso.