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15 Settembre, 2002
«I Comuni e il governo del territorio: elementi di conoscenza per l’elaborazione dei nuovi PGT»
Nota sui lavori del seminario a cura della Lega delle Autonomie Locali

Con la qualificata presenza di oltre cinquanta tra Sindaci, amministratori, tecnici comunali e provinciali, rappresentanti degli Ordini professionali e liberi professionisti si è svolto a Cremona venerdì 10 scorso il seminario organizzato da Politecnico, CISAL e Legautonomie sul tema “I Comuni e il governo del territorio: elementi di conoscenza per l’elaborazione dei nuovi PGT”.

Franco Albertoni, in rappresentanza di Legautonomie, ha presieduto ed aperto i lavori dando la parola al prof. Pier Luigi Paolillo (Ordinario di Urbanistica nel Politecnico di Milano) che ha sottolineato le sostanziali novità su cui i Comuni sono chiamati ad impegnarsi nel passaggio dalle logiche urbanistiche sino ad ora utilizzate per la elaborazione dei piani regolatori ad altre più complessive relative ai piani per il governo del territorio. Si tratta di un salto di qualità costituito dalla necessità di vedere e trattare come un insieme, e non come un accostamento di parti separate magari poco influenti l’una sull’altra, le componenti vitali di tutto un territorio – e non solo peraltro delle sue parti urbanizzate – a partire dagli elementi basilari quali suolo e sottosuolo, acqua, aria, vegetazione insieme a strade, infrastrutture, varie tipologie dell’edificato ecc. Così per il PGT si reimposta lo stradario collegando (con link) ad ogni strada e numero civico tutte le possibili informazioni relative su reti, manutenzione, servizi, criticità e problemi... Molti dati sono già oggi disponibili, in genere per comparti e da fonti separate: per esempio quelli pedologici, quelli geologici, reti nel sottosuolo, il reticolo idraulico ecc. Acquisendoli, elaborandoli, completandoli con quelli mancanti si comporrà un quadro unitario completo. Su di esso verrà elaborata la fondamentale relazione sullo stato dell’ambiente, come previsto dalla normativa, la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) e si procederà alla pianificazione. Saranno rese così evidenti e ben leggibili le possibili scelte, con le compatibilità e la sostenibilità di una trasformazione urbana, di un nuovo carico insediativo, di una riduzione di suolo boscato o agricolo, di una vicinanza con un corso d’acqua e così via. Per portare avanti questo nuovo modo di pianificare si rende indispensabile un uso pieno ed omogeneo degli strumenti e sistemi informatici.

A questa inquadratura hanno fatto seguito le relazioni. Con esse i Docenti del Master di Ingegneria del suolo e delle acque hanno anche messo a disposizione dei nostri Comuni e dei professionisti presenti una serie di dati e di conoscenze derivanti dalle ricerche sulla realtà cremonese condotte nell’ambito dello stesso Master.

Il dott. Roberto Zanoni (Direttore CISAL e Docente del Master), ha aperto la serie delle relazioni parlando della risorsa suolo. Risorsa di elevatissima qualità nel cremonese, con caratteri e funzioni davvero vitali: la fertilità, il filtraggio e protezione della falda, il drenaggio, un habitat complessivo di elevata qualità ecc. Quindi una grande “ricchezza” che troppo spesso però non viene considerata, tanto che dal 1970 ad oggi abbiamo “eroso” un abbondante 7% di buona superficie coltivabile. Governo del territorio significa innanzitutto assumere il dato suolo e relativa qualità come carattere primario di un’area, da preservare e da difendere, pianificando con questa ottica le modalità dello sviluppo. Chiosa il coordinatore Paolillo: messi in chiaro questi dati nessun pianificatore potrà a cuor leggero sprecare suolo prezioso all’insegna del “non lo sapevo”... “non avevo considerato”...

Il prof. Marco Mancini (Ordinario di Idrologia nel Politecnico di Milano) affronta un altro tema essenziale, le acque. Partendo dal fatto che nell’idraulica ancora più che in altri comparti ogni intervento ha ricadute di forte impatto su un territorio vasto, ricadute che vanno assolutamente previste. Fa l’esempio delle “briglie” costruite su certi corsi d’acqua e sul bilancio da fare tra problemi che esse risolvono e conseguenze che si creano a valle. Il cremonese ha una rete idraulica molto fitta ed importante ed i Comuni, specie con riferimento alle recenti norme sul reticolo idrico minore (“minore” ma di decisiva importanza) hanno assunto responsabilità rilevanti in merito. Si pensi alla manutenzione, alle difese, alla vegetazione di sponda, agli altri incombenti di polizia idraulica di competenza dei Comuni. Sono elementi che rientrano a pieno titolo, e non “a latere”, nel governo del territorio. Ai fini pianificatori spicca una ottica radicalmente diversa, rispetto ad un passato distratto e negligente, circa l’utilizzo delle aree di potenziale esondazione, così circa la impermeabilizzazione di porzioni consistenti del suolo. Notevole interesse riveste il tema delle cave e del possibile utilizzo di quelle esaurite.

Al prof. Giorgio Guariso (Ordinario di modellistica e simulazione nel Politecnico di Milano) il compito di illustrare il piano vigente nella nostra provincia relativo all’energia e all’ambiente. Piano dalle concomitanti finalità di garantire l’energia che si prevede necessaria al tipo di sviluppo auspicato ed insieme di perseguire l’ obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica (protocollo di Kyoto). Due le potenzialità primarie per il cremonese: il risparmio energetico e l’utilizzo a fini energetici di biomasse prodotte sul territorio.

Le due ultime relazioni sono state dedicate all’aggiornamento degli strumenti tecnico – operativi indispensabile per questo tipo di pianificazione e di governo. Il prof. Franco Guzzetti (Associato di Topografia nel Politecnico di Milano) constata come sia in corso il superamento del supporto cartaceo ed il passaggio ai data base topografici. E’ un processo che va accelerato e condotto con rigore e determinazione. I data base devono avere caratteri di completezza (cioè di enorme ricchezza) di informazioni, di continuo aggiornamento e di omogeneità per tutti gli Enti ai vari livelli, con conseguente uso e leggibilità generalizzati. I Comuni sono chiamati ad essere la sorgente dei dati ed il perno del loro aggiornamento. I Comuni dovranno provvedere a darsi adeguatezza a questo compito, anche con processi associativi tra loro. Molto positiva, per esempio, nel cremonese l’aggregazione attorno a Padania Acque di una sessantina di Comuni per questa finalità. I voli aerofotogrammetrici verranno utilizzati appieno, traendone con nuove tecniche una massa di dati assai più vasta del passato. Le informazioni presenti nel Catasto dovranno essere incluse nei data base.

Il prof. Massimo Rossati (Professore di Metodi di analisi territoriale del Politecnico di Milano) passa quindi a considerare come questi data base dei Comuni entrino a far parte, a costituire, la rete del Sistema Informativo Territoriale (SIT), e quindi come debbano essere tra loro coerenti ed omogenei. La normativa vigente del resto prevede quali debbano essere le caratteristiche della creazione e dell’aggiornamento delle banche dati. Il SIT è quindi strumento essenziale per il governo del territorio, con mappe sovrapponibili relative ai vari aspetti dello stesso: dall’edificato ai servizi (visti non solo per il dato meramente quantitativo della superficie occupata ma per i parametri di popolazione e di esigenze servite), dall’aspetto idraulico a quello paesaggistico, dai dati catastali alle destinazioni d’uso...

Chiusa la parte dedicata alle relazioni il seminario ha registrato un intenso dibattito. Ha preso la parola per primo il dott. Ernesto Cervi Ciboldi: le straordinarie caratteristiche di fertilità del suolo cremonese non sono tanto un “dono di natura” quanto frutto di secolare attività dell’uomo, esse possono regredire. Oggi sono messe a repentaglio dai prevalenti indirizzi di monocoltura agraria a scapito della zootecnia indotti dalla PAC.

L’arch. Michele De Crecchio ha esposto considerazioni critiche sulla legge regionale 12/2005, che contrariamente alle intenzioni nei fatti rischia di depotenziare le possibilità pianificatorie dei Comuni. Ma è possibile combattere questo tipo di esito con un forte impegno di amministratori e tecnici (in questo senso appare positivo il lavoro che si sta facendo per il piano d’area dei Comuni del cremasco) ed esaltando il momento della valutazione VAS, che deve essere basata su criteri obiettivi e non su compiacente autoreferenzialità. La VAS del resto è stata introdotta dalla Direttiva europea 01/42/CE nel 2001.

L’ing. Stefano Loffi si è espresso in modo critico e preoccupato relativamente alla assenza in Lombardia di una Autorità in grado di dare effettivamente indirizzi e di decidere circa la disponibilità e la programmazione dei flussi di acqua per le varie utilizzazioni (oggi spesso in forte conflitto tra loro). Ovvero di seguire in modo permanente e senza smagliature le difese idrauliche, quindi le arginature. Temi davvero essenziali ai fini del governo di un territorio come il nostro.

L’arch. Massimo Terzi ha sottolineato la necessità di una rapida evoluzione nella sensibilità e nella cultura degli addetti ai vari aspetti della pianificazione. Questa è la premessa per la assunzione nei fini, nei metodi e negli strumenti delle novità esposte in questo seminario. Terzi ha quindi posto l’esigenza di dimensionare il territorio per aree sufficientemente ampie (quindi sovracomunali) per poter effettivamente produrre piani di governo dello stesso. Aree per le quali si possano apprezzare e valutare elementi come quelli relativi all’ambiente, alla qualità del paesaggio, alla vivibilità per i progetti urbani nel loro rapporto col territorio più vasto che li contiene.

L’assessore del Comune di Cremona, Daniele Soregaroli, ha informato sul grosso lavoro (concluso di recente su inputs avviati una ventina di anni fa!), con notevolissimo impegno di risorse, con cui questo Comune ha riconvertito in data base geo referenziati le cartografie ed i dati su supporto cartaceo degli Uffici comunali e del Catasto. Cremona, con questa strumentazione (e basando sulle scelte urbanistiche fatte di recente con un partecipato dibattito sul PRG) dovrebbe poter passare appunto dal PRG al PGT introducendo il salto di qualità necessario ma senza perdite di tempo e senza stravolgimenti. L’assessore ha concluso sulle difficoltà acute che incontra oggi una Amministrazione di fronte alle scelte da compiere: porta l’esempio concreto di una domanda di consistente introduzione del fotovoltaico sui tetti del centro storico: essa andrebbe incoraggiata dal lato del risparmio energetico e dell’inquinamento ma sarebbe controindicata in quanto stravolgente per l’impatto estetico – paesaggistico...

Infine l’intervento dell’arch. Vincenzo Zucchi ha valutato come positivi ed innovativi alcuni elementi della legge regionale 12/2005. In particolare l’assunzione della VAS, considerata nella legge 12 come elemento integrante della pianificazione e non come “giudizio” che boccia o approva un progetto (tipo la VIA). VAS quindi come elemento che offre la chiave di lettura della unità complessiva di tutti gli aspetti particolari che compongono il piano di governo del territorio.

Al prof. Paolillo alcune brevi battute in sede di chiusura del seminario, dedicate a due temi. L’esaltazione del riuso edilizio, urbano e territoriale in alternativa al facile spreco di risorse preziose e limitate del suolo, riuso che dovrebbe essere un elemento chiave della qualità di un piano.

Il carattere della VAS, rappresentazione e valutazione unitaria di elementi sino ad ora sempre considerati separatamente, nei loro specialismi. La VAS, inoltre, come processo permanente, che segue la flessibile pianificazione necessaria per governare un territorio nei suoi continui processi di sviluppo. Per questo la VAS non può che essere prerogativa del soggetto pianificatore stesso.

 


       



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