15 Settembre, 2002
Primo Maggio
Gabriele Cervi: «Io credo invece che questa festa più che mai sia anacronistica…»
Egregio Dott. Storti, pur sapendo che questo mio articolo va controcorrente,
spero che Ella lo possa pubblicare sul suo sito di utilità sociale.
Grazie.
Gabriele
Cremona, 28 Aprile 2007
Il 1 maggio è sempre stata considerata la festa dei lavoratori, io credo
invece che questa festa più che mai sia anacronistica ma soprattutto che non
rivesta più oggi il ruolo storico-istituzionale delle proprie origini. Sembrerà
un paradosso, ma i lavoratori sono diventati sempre più precari, le morti
bianche aumentano con il costo del lavoro e con il non controllo istituzionale.
Una volta alcuni nostri imprenditori esportavano la loro merce nei paesi dove il
costo del lavoro è quasi zero, ora anche se questa abitudine per taluni è ancora
in uso, alcuni preferiscono con le loro aziende (qui ormai decotte nonostante i
contributi a pioggia ricevuti dallo Stato) preferiscono emigrare con baracca e
burattini nei paesi dell’Est postcomunisti, mentre da noi si assiste al fenomeno
delle invasioni barbariche, vere e proprie orde di cinesi che come formiche
hanno invaso il nostro territorio. Questi cinesi comprano di tutto e di più,
comprano aziende, fondano aziende, e più volte non rispettano le nostre regole,
ma soprattutto non tutelano i propri lavoratori che lavorano spesso senza
igiene, con orari pazzeschi che li rendono vulnerabili poi causa di incidenti
invalidanti e spesso mortali. Mentre il formichiere avanza ( Milano insegna!!!),
i nostri giovani non trovano lavoro (e non mi si dica perché non vogliono fare
lavori usuranti o umili, non è vero è provato che sono una minima parte tra
l’altro fisiologica del nostro tessuto sociale-lavorativo) e quel poco che
trovano essendo precario non gli permette di potersi costruire un futuro. Per
non parlare poi di coloro i quali hanno subito un licenziamento in età matura e
che nonostante le belle parole (legge Biagi e tutti i suoi annessi e connessi)
non li vuole nessuno in quanto considerati non più produttivi. Se a questo
aggiungiamo che gli imprenditori onesti che pagano esose tasse ( soldi pubblici
che poi vengono utilizzati anche per pagare le decotte aziende di imprenditori
disonesti) devono competere con imprenditori senza scrupoli, che gli soffiano
appalti e quanto altro e considerato che i mafiosi sono diventati dei veri e
propri imprenditori che assicurano a migliaia di lavoratori un posto tra l’altro
a tempo indeterminato, non credo a questo punto ci sia ancora spazio per
festeggiare il 1 Maggio. La responsabilità di tutto questo è sia politica che
sindacale. Il sindacato doveva opporsi alla Legge Biagi e dovrebbe perlomeno
oggi, trovare soluzioni (che esistono) per dare un futuro lavorativo ai nostri
giovani e a quei lavoratori maturi con famiglia a carico. Oggi grazie alla legge
Biagi questi lavoratori si trovano in mezzo ad una strada. I politici, invece
dovrebbero davvero rinnovarsi e fare veramente il bene comune che oltre a
sfornare leggi , consiste nel farle rispettare, aumentando controlli a tappeto e
sanzionare tutti coloro i quali si mettono al di fuori della legge stessa. Ma
per far tutto ciò dovrebbero aiutare l’apparato giudiziario del nostro paese,
(dando contributi, sveltendo le pratiche di giudizio endemici mali….) che invece
viene lasciato nello status quo perché ciò fa comodo alle potentissime Lobby (le
stesse Lobby che hanno frenato in Parlamento le leggi contromobbing guarda
caso!!!) che sono sempre state in fondo i veri padroni del nostro paese,del
nostro futuro, dei nostri destini. E poi se tutto questo non bastasse, qualcuno
ancora si arroga il diritto di chiamare il nostro paese uno Stato di Dritto
festeggiando ipocritamente in piazza tra canzonette il 1 maggio!!..
Gabriele Cervi
(Presidente Associazione Contromobbing Onlus)
 
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