15 Settembre, 2002
I dati del Viminale sulla criminalità tornano pubblici.
Berlusconi li aveva nascosti per cinque anni
Il Ministero dell’Interno ha presentato il 20 giugno il Rapporto 2007 sulla criminalità. Non interessa qui entrare nell’analisi dei diversi tipi di reati, anche se il dato sulla violenza ai danni delle donne - per il quale si è detto “sconvolto” il Ministro Amato - non sembra aver sconvolto allo stesso modo i giornali. Particolarmente rilevante, dal punto di vista dell’informazione, è la dichiarazione con la quale ha accompagnato l’uscita del Rapporto il suo responsabile scientifico, il sociologo bolognese Marzio Barbagli: “Durante i 5 anni del governo Berlusconi, il Viminale aveva di fatto bloccato la divulgazione dei dati sui reati. In pieno agosto veniva presentato un breve rapporto di trenta pagine, con dati manipolati così da far fare bella figura all’esecutivo.
Ora invece i numeri tornano pubblici e divulgati in maniera obiettiva”. Barbagli dice, non smentito, che nei 5 anni precedenti è stato di fatto distorto, tramite la sparizione di analisi aggiornate, tutto il dibattito su un tema caldo come la sicurezza. Quanto più la questione diventava centrale - anche strumentalmente - nella discussione politica, tanto meno si disponeva dei dati di fatto che avrebbero dovuto correttamente alimentarla.
E’ stato un problema per la politica, certo. Ma è stato almeno nella stessa misura un problema per gran parte dell’informazione, che ha dato voce - più o meno consapevolmente - a campagne di drammatizzazione senza poter sapere come effettivamente stessero le cose. Una domanda, fra le altre: perché l’informazione nemmeno l’ha denunciata, questa indebita sottrazione di dati fondamentali? Torna utile l’immagine tante volte usata da Enzo Biagi, dell’informazione come acquedotto. Nelle case della gente abbiamo portato per anni, anche sui temi della sicurezza, acqua trattata con le sostanze tossiche della censura. Ci siamo avvelenati un po’ tutti, e tutti ne paghiamo le conseguenze ancora oggi, quando leggiamo i risultati dei sondaggi sulle “paure degli italiani”.
di redazione Articolo 21
 
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