15 Settembre, 2002
Benazir Bhutto é stata assassinata
Intervento di Giuseppe Torchio, Presidente della Provincia di Cremona e dichiarazione di Gian Carlo Corada, Sindaco di Cremona
Intervento del Presidente della Provincia di Cremona on. Giuseppe Torchio in apertura della seduta del Consiglio provinciale
Benazir Bhutto, prima donna alla guida di un Paese islamico, è stata uccisa, in un vile attentato, questa mattina.
Le forze dei moderati e le forze della democrazia – oggi – sono state sopraffatte dall'estremismo e la violenza.
“Malgrado le minacce di morte – aveva affermato la leader del Partito Popolare, rientrando in Pakistan - non indietreggerò davanti alla tirannia, ma mi metterò alla testa di chi la combatte”.
Ha pagato tanto coraggio con la stessa vita. Quella bomba ha risvegliato anche noi che, con Lei, condividevamo il sogno di trasformare il Pakistan in un modello positivo per il miliardo di musulmani sparsi nel mondo, per il nostro futuro nel nuovo millennio. Pensava alla riconciliazione dei valori dell'Islam e dell'Occidente.
Con il suo programma di governo voleva accompagnare l'Islam moderato e moderno ad emarginare gli estremisti religiosi, si era imposta di riportare i militari dalla politica nelle loro caserme.
Trattare tutti i cittadini e specialmente le donne con parità e pienezza di diritti, scegliere i leader con elezioni libere e irreprensibili, garantire un governo trasparente e democratico la cui priorità fosse soddisfare le esigenze sociali ed economiche della popolazione erano gli obiettivi da realizzare se fosse stata eletta.
Occorre l’impegno di ciascuno, per impedire che dalle debolezze pachistane nasca un rafforzamento degli estremisti, che siano i talebani e Al Qaeda a trarre profitto da questo vile attentato di cui si sono macchiati.
Chiedo un minuto di silenzio per manifestare il nostro lutto e per testimoniare la vicinanza a quanti, in Pakistan e in ogni parte del mondo, si trovano a combattere la dura lotta per l’affermazione della democrazia
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Dichiarazione del Sindaco di Cremona, pof. Gian Carlo Corada
Ho accolto con dolore sincero e preoccupazione la notizia dell'assassinio di Benazir Bhutto. Sotto l'attacco terrorista é caduta una donna, una democratica, una figura coraggiosa, una testimone di quanto la battaglia per la libertà, per la giustzia sociale e per la democrazia debba e possa essere condotta anche fino alle estreme conseguenze, fino ad immolare la propria vita nell'interesse del proprio Paese e della pace.
Il suo assassinio apre una pagina drammatica e di grandissime difficoltà non solo per il Pakistan, ma per l'intero equilibrio politico, diplomatico e militare dell'area sensibile che sta tra il Pakistan e l'Afghanistan.
Si tratta di una zona del mondo particolarmente nevralgica che avrebbe meritato ben altra attenzione da parte dello schieramento che mira a sconfiggere il terrorismo internazionale e nei confronti della quale, oggi, va concentrato uno sforzo straordinario, in termini di sviluppo della controffensiva diplomatica, politica, di collaborazione economica e culturale. Ed anche militare, nei limiti nei quali normalmente la 'carta militare' può perfino risultare di qualche utilità.
Il vero rischio che intravvedo, sul piano di una possibile reazione internazionale, é di tornare a ripetere il fatale errore commesso dall'amministrazione statunitense con l'intervento in Iraq.
La sola risposta militare non può vincere. La sola risposta militare non può supplire ad una carenza di azione politica, diplomatica e culturale.
Ecco perché auspico prenda sempre più piede la proposta avanzata da tempo dal nostro Governo, affinché si apra un tavolo multipolare, che porti alla concretizzazione di una Conferenza internazionale per la Pace in Afghanistan e nell'intera zona - e dunque anche in Pakistan. Solo così, mettendo attorno ad un tavolo - a discutere, a confrontarsi, a ragionare - le forze che in quel teatro si confrontano, sarà davvero possibile sperare di ricondurre, pur a fatica, una situazione di equilibrio e di pace in quell'area tanto martoriata quanto nevralgica per le sorti della pace mondiale. E non dimentico il ruolo, delicato ed importante, che il nostro Paese può giocare, nell'ambito europeo, anche per la presenza di nostre truppe di pace in Afghanistan, alle quali sempre deve andare il nostro pensiero e la nostra preoccupazione.
Nell'inchinarmi alla memoria di Benazir Bhutto, auguro che il suo sacrificio possa almeno contribuire al rinsavimento delle forze in campo ed alla conquista della democrazia e della pace per il suo tanto amato Paese.
 
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