15 Settembre, 2002
L’evasione fiscale uccide milioni di bimbi
Rapporto-choc dell’Ong britannica Christian Aid: sotto accusa i commerci e le risorse private ai Paesi più poveri
LONDRA. Non pagare le tasse uccide. In particolare, l’evasione fiscale costerebbe la vita a 5.6 milioni di bambini che vivono nei paesi del terzo mondo.
È quanto sostiene “Christian Aid”, una delle Ong britanniche più importanti e attive nel settore dello sviluppo, nel suo rapporto-choc “Death and Taxes: the True Toll of Tax dodging”.
Le responsabilità più importanti ricadono su aziende e multinazionali occidentali che a causa di trucchi più o meno legali privano i paesi in via di sviluppo di risorse vitali.
«L’evasione fiscale», dice Christian Aid nel suo rapporto, «è talmente diffusa e dannosa da assurgere a una nuova schiavitù». Secondo la Ong britannica, sono oltre 100 i miliardi di euro che ogni anno vengono complessivamente «risucchiati» nelle dichiarazioni dei redditi compilate dall’Occidente ai danni dei Paesi in via di sviluppo: una cifra, fanno notare, incredibilmente più alta dei 25-38 miliardi di euro che ancora devono essere versati nelle casse dell’Onu per finanziare il programma dei “Millennium goals”. «Abbiamo stimato», dice il direttore di Christian Aid, Daleep Mukarji, «che solo l’evasione fiscale relativa al settore degli scambi commerciali sarà responsabile della morte di 5,6 milioni di bambini tra il 2000 e il 2015. Significa mille al giorno».
Nello studio si rispetta la classica distinzione di evasione fiscale illegale e legittimi – quindi legali – metodi per ridurre l’impatto dei tributi. Ma, fanno notare quelli di Christian Aid, questa è una distinzione «sempre più sottile». E puntano il dito contro paradisi fiscali, dove, secondo le stime della Ong britannica, sarebbero custoditi circa 11 trilioni di dollari. Un sistema, quello delle scatole cinesi che portano sempre a uno dei paradisi fiscali sparsi per il mondo, che accomuna società e aziende – come BP, Wal-Mart, Shell, Exxon, Ford (si cita testualmente nel rapporto) – e singoli individui – tra i quali figurano, nella lista compilata da Christian Aid, anche Bono, la star degli U2 di solito molto incline alla difesa dei diritti nei Paesi poveri. In questo caso, però, anche lui impegnato a pagare meno tasse possibili.
 
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