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15 Settembre, 2002
Una lettera da Huston
Ci scrive una cara amica ricercatrice negli Stati Uniti

Salve a tutti,

innanzitutto mi scuso per l'email di massa. Come sapete bene sono molto carente in fatto di emails. Per cui se comincio a pensare ad un email per ognuno di voi, c'e' l'altissima probabilita' che questo benedetto email non venga mai spedito. Mi scuso inoltre con coloro che probabilmente mi avevano dato per dispersa. Confermo sono viva.

Per chi non lo sapesse mi sono trasferita a Houston da circa un mese per partecipare al progetto di una nuova esplorazione petrolifera nel golfo del Messico con molte sfide tecnologiche e finanziarie che richiedono una gestione dei rischi nuova alquanto creativa: un lavoro molto divertente ed emozionante (va be' emozionante per una persona come me - ma sapete che sono strana e mi emoziono per queste cose). Non potendovi raccontare quello che realmente faccio visto il segreto industriale e perche' lo trovereste porbabilmente noioso, vi raccontero' di Houston.

Anche se e' passato poco piu' di un mese, mi sono gia' adattata al ritmo della vita sudista.

Ah il Sud! Sono arrivata alla conclusione che il Texas per molti aspetti non e' diverso dal nostro sud. A Houston la gente non e' lenta ma non ha nemmeno fretta. La cortesia e' un elemento essenziale: non so ancora dirvi se sia una cortesia genuina ma e' la cortesia del vicino della porta accanto. La gente ti sorride per strada, attacca bottone nell'ascensore anche se non ti conosce. Come nel Sud di Italia, il modo di guidare e' parte integrante del vivere. Il traffico diventa nevrotico quando piove: la pioggia porta con se' un senso di isteria generale. I guidatori non segnalano con la freccia quando cambiano corsia: la freccia e' un optional e si puo' riconoscere chi viene da fuori Houston dal fatto di usare la freccia per segnalare. C'e' ovviamente un limite di velocita' ufficiale ma che non viene rispettato: o per lo meno sta al guidizio personale decidere il limite di velocita'. Come a Napoli, il rapporto fra guidatori e di conseguenza il fluire del traffico senza problemi e' essenzialmente basato sulla possibilita' e necessita' di gesti di cortesia inaspettati.

Houston e' la quarta citta' piu' grande degli Stati Uniti eppure ha il ritmo di un paesotto. La maggior parte della citta' e' deserta dopo mezzanotte. Nei ristoranti si puo' cenare tanto presto quanto alle 6.30 della sera : nella migliore tradizione anglo-sassone. Dopo qualche settimana a Houston pensavo di essere tornata a vivere in provincia. E poi ho scoperto la vita notturna di Houston: Midtown dove la gente comincia a divertirsi alle undici di sera e dove la musica e' un misto di ritmi sudamericani e musica country. State tranquilli: I ritmi di lavoro sono tali che le mie frequentazioni notturne sono ridotte al minimo.

La religione e' un argomento tabu' sul posto di lavoro ma si sente ovunque. Ci sono luoghi di culto grandi come il dallara di Bologna. San Pietro a confronto sembra una chiesetta di campagna. Le denominazioni religiose sono forse la cosa piu' intrigante, cosi' diversificate: denominazioni che anche A Boston non avevo mai visto. Le stazioni televisive non sono solo per le televendite, ma sono create a proposito per permettere ai predicatori religiosi di dare il meglio di se': uomini e donne predicatori, giovani e meno giovani, in in inglese, ma anche in portoghese, spagnolo e persino coreano.

Houston non ha nessun fascino architettonico, ma ha il fascino dello spazio che comunica uno strano senso di liberta' e possibilita': strade da 12 corsie (e vi raccomando l'esperienza di cambiare corsia), parchi estesi come il castello di Windsor. Houston e' una citta' molto acculturata: un gran numero di gallerie d'arte, con una comunita' artistica che puo' a differenza di san Franscisco o Boston mantenersi con la propria arte visto il costo accessibile della vita.

Non c'e' il rischio che mi innamori di Houston: Pero' e' intrigante scoprire che Houston e' una citta' con una personalita' ben definita anche se non cosi' evidente. Esplorare Houston richiede un vero sforzo che non e' necessario nel caso di Boston o Londra.

Questa email non vuole convicervi a venirmi a trovare (comunque siete sempre i benvenuti) ma ad offrivi qualche elemento di lettura in piu' sapendovi persone curiose come me.

Un saluto da Houston e spero che questo email vi trovi bene e felici.

Sara

 


       



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