15 Settembre, 2002
Salvare il velodromo *Pierino Baffi*
L’auspicio è espresso da Claudio Ceravolo, consigliere provinciale del Partito democratico ed ex sindaco di Crema, in una interrogazione.
Il Velodromo “Pierino Baffi” di Crema è da salvare e da riportare alla sua funzione originaria, dopo i necessari interventi di ristrutturazione, sottraendolo ad “ogni intervento speculativo”.
L’auspicio è espresso da Claudio Ceravolo, consigliere provinciale del Partito democratico ed ex sindaco di Crema, in una interrogazione.
Il consigliere chiede al presidente della Provincia, Giuseppe Torchio, se non ritenga opportuno ricontattare l’assessore regionale Prosperini e il sindaco di Crema Bruttomesso per riaprire una collaborazione con i rispettivi enti.
Con quale obiettivo?
L’interrogazione ripercorre le ultime tappe della vicenda della struttura sportiva “la cui importanza – spiega – negli anni scorsi fu indubbiamente di interesse nazionale, non locale, e che solo una miope politica e una trascurata gestione da parte del Coni ha condannato al degrado di questi ultimi anni”. In particolare Ceravolo cita il decreto del 20 novembre scorso con cui il Ministero per i Beni e le Attività culturali ha dichiarato il velodromo di interesse storico artistico, impedendo di fatto ogni intervento sulla struttura, ormai venduta a privati, che non sia funzionale alla sua conservazione. Poi richiama l’azione della precedente amministrazione comunale contro la vendita, eseguita “senza la preventiva verifica dell’interesse culturale, senza la dovuta autorizzazione e senza aver messo gli enti interessati nella possibilità di esercitare il diritto di prelazione. L’azione legale è però stata ritirata dall’attuale amministrazione.
Ancora, l’interrogazione di Ceravolo richiama l’impegno dell’amministrazione provinciale a collaborare con Comune e Regione per la ristrutturazione della struttura e alla sua restituzione alla funzione sportiva. Un impegno che “avrebbe dovuto concretizzarsi in una cessione della proprietà dal Coni al Comune di Crema e in una ristrutturazione edilizia della quale avrebbero dovuto farsi carico Provincia e Regione; purtroppo l’assessore regionale Prosperini dichiarava il non interesse della Regione all’operazione”.
A questo punto, sostiene Ceravolo, solo un forte rilancio dell’azione pubblica può sottrarre una struttura che è “un esempio di architettura sportiva e di tecnica ingegneristica vanto dell’intera provincia di Cremona” ad un degrado inevitabile se ci si invischiasse in estenuanti procedure per far togliere il vincolo di tutela. Da qui la richiesta di promuovere un incontro fra Provincia, Comune e Regione e, “nell’ipotesi in cui l’attuale amministrazione comunale di Crema si sottragga all’impegno di acquisire il velodromo, sul quale poi Provincia e Regione interverrebbero con la ristrutturazione, l’interrogazione chiede se la Provincia non possa prendere in considerazione l’ipotesi di esercitare essa stessa il diritto di prelazione sulla struttura.
Di seguito il testo dell'interrogazione
Visto
Il decreto 20.11.2007 con il quale il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia ha dichiarato il velodromo Pierino Baffi di Crema di interesse storico artistico ai sensi dell’art. 10 comma 1 del D. Lgs 22 gennaio 2004, sottoponendolo quindi a tutte le disposizioni di tutela contenute nel predetto decreto Legislativo.
Che la precedente Amministrazione Comunale di Crema, da me presieduta, aveva correttamente rimarcato che l’alienazione dell’immobile era stata eseguita senza la preventiva verifica dell’interesse culturale, senza la dovuta autorizzazione e senza aver messo gli Enti interessati nella possibilità di esercitare un eventuale diritto di prelazione, e di conseguenza aveva avviato un procedimento legale per rendere nullo a tutti gli effetti l’atto di vendita, procedimento che però è stato ritirato dall’Amministrazione Comunale attualmente in carica.
Richiamato
L’impegno pregresso dell’Amministrazione Provinciale da Lei presieduta a collaborare con gli altri Enti (Comune e Regione) per permettere la ristrutturazione della struttura sportiva e la sua restituzione a tutti gli sportivi.
Tale impegno avrebbe dovuto concretizzarsi in una cessione della proprietà dal CONI al Comune di Crema, e in una ristrutturazione edilizia della quale avrebbero dovuto farsi carico al 50% Provincia e Regione Lombardia; purtroppo – dopo innumerevoli incontri interlocutori – in un incontro del settembre 2006 l’Assessore Regionale Prosperini dichiarava il non interesse della Regione all’operazione.
Preso atto
Che in questo momento solo un forte rilancio dell’azione pubblica può sottrarre una struttura che è “un esempio di architettura sportiva e di tecnica ingenieristica” , vanto dell’intera Provincia di Cremona, ad un degrado al quale verrebbe necessariamente condannata laddove ci si invischiasse in estenuanti procedure per far togliere il vincolo di tutela.
Chiedo al Sig. Presidente della Provincia
Se non ritenga opportuno ricontattare l’Assessore Prosperini e il Sindaco di Crema, dr. Bruttomesso, per riaprire una collaborazione con i rispettivi Enti, alla luce del provvedimento di tutela che rende impossibile ogni intervento che non sia mirato alla conservazione del bene.
Nell’ipotesi in cui l’attuale Amministrazione di Crema si sottragga all’impegno di acquisire il Velodromo, sul quale poi Provincia e Regione interverrebbero con i lavori di ristrutturazione, chiedo se non possa prendere in considerazione l’ipotesi che sia la Provincia stessa ad esercitare il diritto di prelazione previsto dagli art. 55-62 del D.Lgs 42/2004, sottraendo così la struttura ad ogni intervento speculativo, e ricercare poi – eventualmente attingendo anche a finanziamenti nazionali e comunitari – le risorse per ristrutturare un impianto la cui importanza negli anni scorsi fu indubbiamente di livello nazionale, non locale, e che solo una miope politica e una trascurata gestione da parte del CONI ha condannato al degrado di questi ultimi anni.
 
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