15 Settembre, 2002
Romano Prodi augura un buon 2008
L*Italia riprende a camminare. Il risanamento dei conti ci permette ora di valutare ed assumere iniziative di ridistribuzione della ricchezza e di recupero del potere d'acquisto dei salari.
Cari amici,
la lettera che segue, inviata da Campolongo il 1 gennaio un minuto dopo la mezzanotte , è rivolta a tutti coloro che - antichi o più recenti amici dell'Ulivo - malgrado i tempi "difficili", continuano a sostenere l'azione di risanamento e rigenerazione del Paese che Romano Prodi svolge con la tenacia, la testardaggine e la passione civile che lo contraddistinguono.
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Care amiche e cari amici,
da dodici anni è consuetudine ritrovarci nella notte che segna il
passaggio del 31 dicembre per gli auguri dell'anno nuovo.
E' quindi con grande piacere che saluto con voi l'arrivo del 2008.
Ricorderemo l'anno che ci lasciamo alle spalle per la nascita del
Partito Democratico, un traguardo per quanti hanno creduto e
contribuito, proprio come voi e me, insieme a tantissimi altri,
all'Ulivo e al progetto di innovazione del sistema politico italiano
che esso portava con sé. Un traguardo e, al tempo stesso, un punto di
partenza: ci sono voluti esattamente dodici anni per far nascere il
nostro partito. Ora il PD deve radicarsi in mezzo alla gente e
crescere davvero come l'abbiamo sognato: il partito delle grandi
ambizioni per il Paese, strumento di quel cambiamento della politica
indispensabile per fare le riforme e ritrovare lo slancio necessario a
costruire il futuro. Deve essere robusto per superare le difficoltà e
per rispondere a problemi sempre nuovi, perciò fortemente coeso al
suo interno pur nella ricchezza della diversità delle sue culture di
provenienza. Deve essere il partito dei giovani e delle donne, e di
tutti coloro che amano l'Italia. Deve essere un partito capace di
sostenere la fatica delle decisioni di governo, di spiegare, di
ascoltare e interpretare i bisogni della gente portandoli al centro
del confronto. Troppo spesso la politica appare, ed è, lontana dalla
gente. Noi sappiamo che si può restituirla alla sua autentica
vocazione: rimetterla al servizio delle persone e del Paese. Ma per
far questo occorre che il PD faccia maturare una cultura di governo
diffusa coinvolgendo la società: i nostri circoli saranno una sede di
confronto e di dibattito. Vi chiedo di portare il vostro contributo e
di discutere di tutto, liberamente. Vi invito a chiedere a chi governa
ragione delle scelte e delle decisioni ma anche a farvi carico di
diffonderle. Solo così riusciremo a far maturare una nuova cultura
"civica" senza la quale nessuna comunità può vincere nuove sfide. Fu
una grande passione per il bene comune che seppe far superare ai
nostri padri le divisioni del dopoguerra e a scrivere insieme la
Costituzione. Se ne celebra il sessantesimo anniversario: riscopritela
e fatela scoprire ai più giovani. Cogliamone la grandezza e lo spirito.
Ma il 2007 ci consegna un secondo importante risultato politico: in
un anno e mezzo il governo che ho la responsabilità di guidare, ha
risanato il bilancio dell'Italia. Superiore al 4% del Pil al momento
dell'insediamento dell'esecutivo dell'Unione, il deficit italiano è
ora sceso attorno al 2%. Abbiamo ripristinato l'avanzo primario e il
tasso di crescita del Paese è attorno al 2%. I dati sull'export, sulla
produzione e sull'occupazione ci parlano di un Paese capace di reagire
con successo alle difficoltà. Dietro a questi numeri stanno impegno,
rigore e fatica di tanti. Le cifre, si sa, dicono poco ai non addetti
ai lavori. Per questo preferisco parlare, come ho fatto qualche giorno
fa nella conferenza stampa di fine anno, di un'Italia che riprende a camminare. Il risanamento dei conti ci permette ora di valutare ed assumere iniziative di ridistribuzione della ricchezza e di recupero del potere d'acquisto dei salari. Non voglio ripetere qui il lungo
elenco di obiettivi raggiunti e di azioni avviate dal governo nel suo
primo anno e mezzo di vita. Anche perché l'avrete certamente già
sentito o letto. Non posso però chiudere senza richiamare quel che
considero uno straordinario risultato del nostro lavoro e del nostro
modo di intendere la politica: il 18 dicembre scorso l'assemblea
generale dell'ONU ha approvato la moratoria contro la pena di morte
nel mondo. Un evento straordinario, epocale. Una conquista di cui
l'Italia può ben dirsi orgogliosa proprio perché è stata in prima
linea con le sue istituzioni e con la mobilitazione della società
civile. Una conquista che ci deve sostenere nella fiducia in noi
stessi, come cittadini di un Paese che sa essere grande. Il mio
governo ha cominciato a lavorare per questo: gli impegni che ci siamo
assunti con voi tutti e con i nostri elettori saranno onorati. Siate
al nostro fianco in un anno che vi auguro pieno di soddisfazioni
individuali e collettive.
Romano Prodi
Campolongo, 31 dicembre 2007
 
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