15 Settembre, 2002
Giorgio Albertazzi, Serena Autieri, Giampiero Ingrassia ed Enrico Brignano a Cremona.
Dopo l'esordio al Teatro Romano di Verona, avvenuto la settimana passata, "Sogno di una notte di mezza estate risognato da Puck il malizioso" arriva a Cremona
Giorgio Albertazzi, Serena Autieri, Giampiero
Ingrassia ed Enrico Brignano al "Festival
di Mezza Estate"
Dopo l'esordio al Teatro Romano di Verona,
avvenuto la settimana passata, "Sogno
di una notte di mezza estate risognato da
Puck il malizioso" arriva a Cremona
in occasione della terza data (la seconda
del cartellone di prosa) del "Festival
di Mezza Estate", in programma presso
l'Arena Giardino. La kermesse, organizzata
dal Comune e affidata alla direzione artistica
di Beppe Arena ed Elio Conzadori, si appresta,
così, a ospitare l'importante rappresentazione
(lunedì 14 luglio, con inizio alle ore 21.30,
biglietto di ingresso 16,00 euro), in cui
figura un cast di assoluto prestigio: al
fianco del Maestro Giorgio Albertazzi, infatti,
vi saranno Serena Autieri, Giampiero Ingrassia
ed Enrico Brignano. Tutto pronto, dunque,
per la tappa cremonese dello spettacolo che,
com'è avvenuto a Verona, si prepara a fare
registrare il tutto esaurito
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<< Questa volta il colpo è davvero
insolito, per non dire sensazionale: questa
volta faccio Puck. Non so ancora se in frac
o in paillettes, non so ancora se con baffi e barba oppure con una testa rasata
lucida con un punto interrogativo sulla nuca.
So per certo che questo Puck secolare (sono
quattro secoli che Puck fa il Puck nel Sogno
di Shakespeare) si è stancato di fare il
Puck e inventa perciò (o risogna?) un Sogno
come una persuasione occulta all’amor libero
in un bosco che è poi il bosco della vita.
“Nel mezzo del cammin…” no, questo non c’
entra! >>
Giorgio Albertazzi
<< Che succede se Puck è un vecchio
Puck in mezzo a due compagnie di attori,
una diciamo istituzionale, quella della Lord
Ciambellano, e l’altra di guitti (o dilettanti
geniali) che preparano entrambe, scontrandosi
e non, due spettacoli da recitarsi nel giardino
della dimora di un Capo, che potrebbe essere
un sindaco o un miliardario o semplicemente
il capo di uno stato di banana? Puck volteggia
su una specie di altalena che forse è la
luna, mito dominante nel testo di Shakespeare,
qui sospesa fra un cielo popolato di parole
scritte che vanno e vengono come su una lavagna
luminosa e un prato che si incupisce e apre
strane botole e trabocchetti.
Siamo alla vigilia della luna nuova.
Bottom che qui si chiama Targa (Enrico Brignano)
si allena a recitare Piramo nella “lamentevole
istoria” e intanto snocciola un “essere o
non essere” demotico e riottoso accompagnato
in questo suo elucubrare da un merlo indiano
di nome Cesare.
Targa preso nella fascinazione notturna della
luna sogna la prima attrice Titania (Serena
Autieri) della compagnia del Lord Ciambellano,
ma si dà il caso che la prima attrice, delicata,
poetica ed ecologista, entri nel sogno di
Targa, e viceversa. Il risultato sarà eroticamente
catastrofico anche perché il primo attore
Oberon (Giampiero Ingrassia) entra quasi
per errore nella partouze sognando, forse,
di trovarvi la sua antica amante Ippolita.
I quattro innamorati sono intercambiabili:
è un gioco a scambiarsi di coppia finché
esausti, all’alba, camminando a quattro zampe,
riapriranno gli occhi alla realtà, come dopo
un’ipnosi.
C’è una dominante malinconica da post coito
triste che percorre il Sogno, oltre la favoletta,
le fatine, i caprifogli e le viole del pensiero.
C’è un eros profondo, una specie di gioco
al massacro prima dello scampanio del lieto
fine.
Tradurre è tradire, si sa. Credo che il mio
tradimento esalti l’idea di mostrare un Puck
finalmente diavolo e arlecchino. Le maschere
rivelano l’animo con l’aria di nascondere
la fisionomia. L’eros è spesso brutale – come succede nei
sogni delle educande e di Orfeo.
Le musiche originali di Marco di Gennaro
spaziano, come gli abiti e i costumi di Elena
Mannini, dal quotidiano al simbolico, dalla
danza rituale di Gloria Pomardi al pieno
orchestra bernsteiniano – insomma un pastiche
post-moderno nel bosco-labirinto, fra botole
e lune basculanti, di Alessandro Chiti. >>
Giorgio Albertazzi
 
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