15 Settembre, 2002
*La Finanziaria? Buona la filosofia*
Intervista ad Enrico Morando di Tonia Mastrobuoni da Il Riformista del 15 agosto 2008
Della finanziaria di Tremonti gli piacciono due cose. L'anticipazione
a giugno che «avremmo fatto anche noi, se avessimo vinto le
elezioni». E la filosofia di fondo, il fatto che abbia confermato gli
impegni presi già da Prodi con Bruxelles. Ma gli interventi
principali, per Enrico Morando, sono invece da bocciare. È una
manovra, spiega al Riformista , troppo grezza sul versante dei tagli
e troppo depressiva. E nel giorno in cui Tremonti lo ha elogiato sul
Corriere per aver presentato l'«unico emendamento credibile», il
coordinatore del Pd ci spiega qual era e perché il Pd ha
completamente sbagliato comunicazione, su quella proposta. Infine, il
senatore anticipa su quali temi maggioranza e opposizione potranno
convergere, in autunno. A cominciare dal federalismo fiscale, su cui
il Pd sta preparando una proposta che potrebbe essere compatibile con
quella di Calderoli.
Senatore, come valuta la manovra triennale, anche alla luce degli
ultimi dati macroeconomici, che danno il Pil in flessione nel secondo
trimestre?
Il governo ha fatto due scelte giuste soltanto. La prima è stata
quella di andare a Bruxelles a confermare gli impegni presi dal
precedente governo sul conseguimento del pareggio di bilancio nel
2011. La seconda è stata quella di anticipare la manovra all'estate.
Io non condivido gli allarmi da Grande Depressione di Tremonti, ma
trovo giusta questa scelta, in un quadro internazionale di crisi che
colpisce particolarmente paesi come il nostro, gravato da una
montagna di debito pubblico sui cui paghiamo interessi salatissimi.
Ma sulla scelta del decreto ci sono state forti polemiche, anche da
parte vostra, perché ha strozzato qualsiasi possibilità di
discussione vera, in Parlamento.
Anzitutto, se avessimo vinto le elezioni, anche noi avremmo
anticipato la finanziaria all'estate. Detto questo, è chiaro che le
modalità con cui è stato fatto sono inaccettabili. Sul Dpef non c'è
stata nessuna discussione, probabilmente perché Tremonti ne voleva
nascondere i contenuti. Contestualmente, come sappiamo, sono stati
presentati altri provvedimenti come il decreto triennale, nel famoso
Consiglio dei ministri dei "nove minuti e mezzo". A quella riunione,
come abbiamo saputo dopo, Tremonti ha portato in realtà una
cartellina con due titoli. Poi il governo c'ha messo nove giorni e
mezzo a riempirli di contenuti. Il risultato è che il Dpef è stato
ignorato.
Anche voi avreste scelto un decreto, per anticipare la manovra?
Certo, per le misure urgenti sì. Ma la differenza sostanziale è che
noi avremmo consentito una discussione seria sul Dpef, prima. E per
le riforme e le misure di più ampio respiro, avremmo presentato uno o
più collegati.
Il Pd ha criticato spesso la finanziaria, giudicata troppo
depressiva.
Confermo. Ma prima voglio fare una premessa sui famosi tagli. Sono la
riedizione di quelli famosi, chiamati allora "à la Gordon Brown", del
precedente governo Berlusconi. Il risultato è noto: le spese sono
state semplicemente rimbalzate da un anno all'altro e nei cinque anni
la spesa pubblica è addirittura aumentata. Il taglio orizzontale è
grezzo e non funziona. Perché Tremonti non rende pubblici i risultati
della commissione Muraro? Quella consentirebbe un'operazione
chirurgica e mirata, sulla spesa. Tornando al carattere restrittivo
della manovra, emerge chiaramente dalle tabelle: nei prossimi anni il
governo aumenterà la pressione fiscale rispetto al tendenziale, ogni
anno di cinque miliardi di euro.
Ieri Tremonti ha elogiato un suo emendamento, definito «l'unico
credibile» tra quelli presentati dall'opposizione. Qual era?
Disponeva una riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro
per 5,5 miliardi di euro, da realizzare già nel 2008. Primo,
attraverso l'aumento delle detrazioni sui lavoratori dipendenti.
Secondo, riducendo la pressione fiscale sul cosiddetto secondo
livello, in modo da agevolare una conclusione positiva della epocale
riforma dei contratti di cui stanno discutendo in questi mesi -
nell'indifferenza del governo - la Confindustria e i sindacati.
Terzo, aumentava in modo significativo le detrazioni per le spese per
cure delle donne lavoratrici con figli, una misura fondamentale in un
paese in cui le donne lavorano poco e spesso rinunciano del tutto
quando nasce il primo figlio. Lo abbiamo presentato anche in una
conferenza stampa con Walter Veltroni in cui si è parlato però di
mille altre cose e il risultato è stato, per l'ennesima volta, che
c'è stata una comunicazione disastrosa su un'iniziativa che meritava
invece molta attenzione.
Tremonti sembra tendere una mano al Pd, sul federalismo fiscale.
Questo è un segnale importante. Ma vorrei ricordare che il programma
elettorale del Pdl prevedeva il "modello Lombardia", per noi non
condivisibile perché partiva dalle risorse per definire soltanto
successivamente le funzioni. Noi facciamo il ragionamento contrario,
partiamo dalle funzioni. E mi pare che la bozza Calderoli ci venga
incontro, perché ha rovesciato la filosofia iniziale del federalismo
fiscale del Pdl. Adesso è più facile pensare ad una convergenza per
la riforma che abbiamo intenzione di presentare, anche noi, a
settembre.
Visco ha criticato su questo giornale lo smantellamento della
struttura creata dal governo Prodi per la lotta all'evasione. E
martedì è arrivato il dato che conferma che l'Iva sta già crollando.
I due dati sono collegati?
Penso che un governo che ha fatto venti condoni induca a pensare
determinate cose, quando torna a governare. Ma su alcune cose, come
la cancellazione della lista clienti-fornitori, sono perfettamente
d'accordo. Io l'avrei spedita su Marte.
 
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