15 Settembre, 2002
A difesa delle famiglie cremonesi
Nell*editoriale sul periodico *In Comune* il Sindaco spiega le scelte fatte dal Comune per difendere i cremonesi dalla crisi economica e finanziaria
La crisi economico finanziaria che sta gravando sul mondo occidentale, assumendo nel nostro Paese particolari caratteristiche, morde anche dalle nostre parti.
Le famiglie cremonesi - soprattutto quelle che vivono di salari, pensioni e stipendi - fanno fatica nel quotidiano, rischiano spesso di non arrivare economicamente alla fine del mese e, soprattutto, non riescono ad avere fiducia nel futuro. E' una situazione che non si limita ad essere difficile per i lavoratori dipendenti, ma coinvolge - con modalità e gradi diversi - anche una parte importante di lavoro autonomo, dell'impresa minore e delle libere professioni.
E' una crisi che ha bisogno di risposte dai livelli alti delle istituzioni. Occorre, ad esempio, un intervento forte e concreto di politica economica e sociale, da parte del governo nazionale ed anche da parte della Regione.
Ma qualcosa, pur nelle nostre forze limitate, possiamo fare anche noi, come Amministrazione comunale.
Per questo abbiamo imposto il blocco delle tariffe e delle rette (asili nido, scuole materne ecc) relativo a tutti i servizi erogati dal nostro Comune. nella convinzione che, anche se di poco, così possiamo venire incontro alle esigenze dei nostri concittadini.
In controtendenza, su questo versante, é invece la decisione assunta per legge dalla Regione Lombardia, che praticamente ha imposto aumenti considerevoli agli affitti delle case Aler e comunali. Affitti che - trattandosi di legge - il Comune ha dovuto obbligatoriamente applicare, anche se siamo riusciti a mitigarne l'aumento attraverso misure particolari e di dettaglio.
Corrisponde a questa filosofia amministrativa anche la decisione, che non é di oggi ma che é stata presa fin dal 2004, di non aumentare le tasse comunali per l'intero mio mandato amministrativo, e dunque fino al 2009. E pure quella di incrementare, seppur di poco, borse di studio e contributi, di introdurre il "buono-libro" ed altre agevolazioni per i giovani.
Blocco delle tariffe, nessun aumento delle tasse comunali, incremento delle agevolazioni, ma non per questo abbassamento del livello dei nostri servizi. Siamo invece riusciti a salvaguardarli e, in alcuni casi, anche a migliorarne la resa. E' anche per questo che continua ad essere alto il livello di consenso popolare che caratterizza la nostra amministrazione.
Abbiamo dedicato ogni sforzo per razionalizzare le nostre spese, abbiamo - come si dice - raschiato il fondo del barile. Ed abbiamo messo mano ad un pizzico di "finanza creativa" o, per meglio dire, abbiamo messo in campo la nostra "professionalità" e la nostra conoscenza tecnica della macchina amministrativa, con il prezioso aiuto degli uffici, e ci siamo "inventati" un meccanismo economico-finanziario che ci ha permesso di avere a disposizione subito fondi importanti da investire in lavori pubblici.
Non vorrei scomodare scuole di pensiero ormai consolidate ed alle volte considerate addirittura superate .... ma mi pare si possa dire che ci siamo mossi su una linea chiaramente keynesiana o neo-keynesiana.
Abbiamo infatti deciso di spingere al massimo sugli investimenti pubblici: resta uno dei classici strumenti che possono aiutare il superamento di una crisi economica che si presenta così preoccupante. Se avvenisse a livello nazionale, avremmo nello stesso tempo più infrastrutture, più manutenzione, e meno disoccupazione (che invece, purtroppo, sta crescendo).
Non aumentare tasse e tariffe, razionalizzare la spesa, mantenere alto il livello dei servizi, immettere sul mercato cospicui investimenti pubblici: questo ci pare riformismo sano e moderno coniugato, ad un tempo, ad un vero sforzo di innovazione e rinnovamento.
Sono convinto che voi tutti ne siate consapevoli e confido possiate condividere queste nostre linee di azione.
Gian Carlo Corada
 
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