15 Settembre, 2002
*Pacciamìna* performance d*artista con Lucio Pozzi
Presentata dalla Fondazione Città di Cremona, Giovedì 16 ottobre 2008 al Museo Civico
LA FONDAZIONE CITTA’ DI CREMONA PRESENTA
LUCIO POZZI
Performance d’artista in “Pacciamìna”
Giovedì 16 ottobre 2008
Museo Civico Ala Ponzone, ore 17 (Via Ugolani Dati 4, Cremona)
Lucio Pozzi “dialoga” con il violino A. Stradivari Vesuvius 1727, suonato dal Maestro Paolo Ghidoni, e accompagna lo spettatore in una "Visita guidata in Pacciamìna", linguaggio immaginario già rappresentato nel 1975 nell'azione "A Declaration" al 112 Greenedentato nel 1975 nell'azione "E Street di New York.
In collaborazione con: Museo civico Ala Ponzone e Sistema Museale di Cremona; Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, Mantova
In occasione della mostra Pittura - pittura e astrazione. Arte e linguaggio negli anni ’70, curata da Mariarosa Ferrari Romanini e allestita presso la Fondazione città di Cremona presieduta da Umberto Lonardi, giovedì 16 ottobre, nelle sale del Museo civico Ala Ponzone, alle ore 17, avrà luogo un evento dal respiro internazionale: Lucio Pozzi interpreta a Cremona “Visita guidata”, performance che si inserisce nel suo repertorio quale paradigma di una poetica singolare fatta di azioni parlate nel linguaggio immaginario detto Pacciamìna, una lingua puramente fonetica che non ha alcun senso convenzionale nata dai giochi d’infanzia fra l’artista e il fratello Marcello.
Pozzi accompagna il pubblico nelle sale del Museo civico di Cremona come in un sogno. Indicando punti precisi, improvvisa azioni che rispondono specificatamente al luogo in cui si trova; gesticola, sussurra e grida, alternando la sua voce con le note del maestro Paolo Ghidoni alle prese con il Violino di Antonio Stradivari Vesuvius 1727. Il contrasto stridente è fra la proposta di un linguaggio non codificato, dunque incomprensibile, e l’apparente comprensibilità della comunicazione consueta adottata nell’arte e nella vita. Una riflessione quasi antropologica sul non senso della realtà che ci circonda e dei suoi accadimenti.
Artista eclettico, Lucio Pozzi “si sottrae ad ogni clichè definitivo”. Il suo incontro con l’arte accade nello del patrigno, lo scultore Michael Noble che lo salva “dalla disperazione disorientata di adolescente”. Un incontro che segna indelebilmente il suo percorso professionale contraddistinto dal desiderio di usare mezzi espressivi differenti perché “i materiali, i processi, i concetti con cui lavoro – afferma - non sono al servizio di finalità esterne. Sono semplicemente la miniera dalla quale estraggo gli ingredienti che uso per quello che faccio”. Ciò è vero al punto che spiegare le sue intenzioni diviene impresa ardua poiché è lui stesso a dichiarare di non conoscerle, ossia non è necessario che l’artista spieghi le ragioni la sua opera. “Non esiste arte senza contesto, io descrivo le circostanze sia teoriche che tecniche delle mie opere ma mai il loro significato o la loro interpretazione”.
Pozzi insiste e si prodiga a realizzare dipinti astratti e figurativi, costruire entità fotografiche, produrre azioni, fabbricare istallazioni e realizzare video. Per questo è ritento un’artista “segretamente sovversivo”. Ha usato l’arte concettuale come punto di partenza per mettere in discussione i presupposti dell’arte stessa. Pozzi è convinto che “la coerenza di stile e di significato non dipendono dalle formule ma si rivelano senza calcoli preliminari nella pratica dell’artista”.
Breve Nota Biografica
Lucio Pozzi nasce a Milano nel 1935. Studia architettura a Roma e nel 1962 si trasferisce a in America dove rimane per circa 40 anni. Qui insegna presso alcune delle università più prestigiose quali ad esempio Yale University, Princeton University e Maryland Institute of Arts. Attualmente si divide fra lo studio di Hudson (nello stato di New York) e lo studio di Valeggio sul Mincio, Verona. Insegna presso The School of Visual Arts a New York.
 
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