15 Settembre, 2002 Continua lo sciopero della fame degli esponenti Associaizone Welby Sono 270 le persone che hanno aderito fino a questo momento all'iniziativa nonviolenta
CONTINUA LO SCIOPERO DELLA FAME DEGLI ESPONENTI
DELL’ASSOCIAZIONE WELBY DI CREMONA A FIANCO
DI USALA, PINNA E SERRA, MALATI DI SLA, E
DELLO LORO LEGITTIME RICHIESTE
Sono 270 le persone che hanno aderito fino
a questo momento all'iniziativa nonviolenta
intrapresa da Salvatore Usala, Giorgio Pinna
e Mauro Serra, malati di Sclerosi Laterale
Amiotrofica (SLA), che in una lettera al
vice-ministro della Salute Ferruccio Fazio
denunciano di “vivere senza alcuna assistenza”.
Stiamo parlando di pazienti e di famiglie
in situazioni spesso disperate, senza aiuti
economici adeguati o assistenza: pochi minuti
al giorno, quando va bene. Hanno diritto
ad una vita dignitosa, ed è nostro dovere
assicurargliela.
Lo sciopero della fame, iniziato dai tre
malati di SLA alla mezzanotte di sabato scorso,
ha avuto il nostro sostegno perché i malati
di Sla e le loro famiglie continuano a non
ricevere risposte. Come ha fatto presente
ieri in Parlamento la deputata radicale Maria
Antonietta Farina Coscioni: il Decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri sui
nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA)
giace da un anno e mezzo in conferenza Stato-Regioni
e ancora non ci sia traccia di un accordo.
Il nomenclatore degli ausili dal 1999 non
è più stato aggiornato. Dieci anni fa le
macchine per parlare con gli occhi erano
ancora dei prototipi costosissimi. E’ sconcertante
che in un paese che il presidente del Consiglio
vanta essere la sesta potenza mondiale ci
siano trattamenti da terzo mondo per i malati
di Sla. La verità è che se un malato di SLA
viene ricoverato in terapia intensiva costa
mediamente 1.740 euro al giorno e lo Stato
non ha problemi a pagare. Se però il malato
chiede di essere assistito in famiglia al
costo di 240 euro al giorno allora i soldi
non ci sono.
Sollecitiamo pertanto il Governo e il viceministro
Fazio a dare una risposta ai legittimi e
giuste richieste dei signori Usala, Pinna
e Serra, evitando di trincerarsi in risposte
formali e burocratiche, indice di sostanziale
indifferenza verso un problema che riguarda
centinaia di persone sofferenti e le loro
famiglie.
Sergio Ravelli,
(in sciopero della fame dalla mezzanotte
di domenica scorsa)