15 Settembre, 2002
La controriforma della scuola (di Guido Regonelli)
Il prof. Franco Fabbroni, autore del libro, é intervenuto all'iniziativa dei dipartimenti scuola PdCI-PRC
Mercoledì 18 novembre nella gremita sala di SpazioComune di Cremona il prof. Franco Frabboni, docente di Pedagogia dell'Università di Bologna, è stato protagonista di un incontro dedicato alla scuola, organizzato dal Partito dei Comunisti Italiani e dal Partito di Rifondazione Comunista e presieduto dalla prof.ssa Paola Trombini.
Frabboni, prendendo spunto dal suo ultimo libro "La Controriforma della scuola" scritto in collaborazione con Massimo Baldacci, ha sottolineato come la scuola italiana nella sua storia sia stata animata e nobilitata da personaggi del calibro di Don Milani, Malaguzzi, Rodari, Ciari, Lodi, Montessori: donne e uomini straordinari che hanno lavorato per creare una scuola pubblica, di qualità, plurale e veicolo di promozione e mobilità sociale.
"Non uno di meno" è lo slogan che meglio potrebbe accomunare il pensiero di fondo della pedagogia italiana, accademica e non, che è stato condiviso dal trattato di Lisbona, sottoscritto dai 27 paesi UE, che indirizza le politiche scolastiche degli stati membri ad investire sulla conoscenza e a contrastare con decisione il fenomeno dell'abbandono scolastico.
L'Italia, però, ha ricordato Frabboni, sta portando avanti, con l'attuale governo Berlusconi, una politica di tagli alla scuola pubblica: tagli devastanti che non hanno paragoni con il trattamento riservato agli altri settori della finanziaria e sembrano più corrispondere ad un vero progetto ideologico reazionario più che ad una risposta alla crisi economica, scoppiata fra l'altro successivamente al DL n. 137 e all'art.133 della Finanziaria 2008 di Tremonti.
Di fronte ad un investimento planetario nel campo della conoscenza e dell'istruzione, gli USA di Obama in testa, l'attuale ministro Gelmini, invece, s'inorgoglisce in televisione per l'aumento del 10% delle bocciature nell'ultimo anno scolastico.
La scuola, ha chiuso Frabboni, è l'ultima difesa che la nostra società possiede di fronte al pericolo del pensiero unico e semplificato, prodotto da quella poderosa macchina del consenso che è il sistema mediatico, monopolizzato in Italia da un unico soggetto economico-politico.
Nelle parole di Frabboni s'è riconosciuto il prof. Franco Verdi, Dirigente dell'Istituto Einaudi di Cremona, il quale, nel suo intervento, ha evidenziato come gli istituti professionali, che con l'attuale "riforma" sono destinati a scomparire, hanno costituito una vera e propria ancora di salvezza per una popolazione scolastica "debole", rappresentata nel passato dai figli dei contadini e, negli ultimi anni, soprattutto da studenti diversamente abili e stranieri.
La prof.ssa Ilde Bottoli nel suo contributo ha invece illustrato ciò che il "Comitato per la Difesa e lo Sviluppo della Democrazia" ha fatto dal 1995 ad oggi con i "Viaggi della Memoria" nei luoghi dove si sono consumate le più disumane tragedie della Seconda Guerra Mondiale. Con orgoglio Bottoli ha mostrato gli attestati di riconoscimento e stima che tali iniziative hanno ottenuto a livello europeo da istituzioni, deputati UE, sindaci, ambasciatori e anche da vari rappresentanti politici appartenenti al centro destra italiano. Nello stesso tempo, però, ha evidenziato con rammarico come l'attuale amministrazione Salini della Provincia di Cremona abbia tagliato i fondi per questi progetti, chiudendo ogni spazio di confronto con il Comitato e dimostrando una scarsa sensibilità per il lavoro svolto in questi anni con studenti, insegnanti, istituzioni e la cittadinanza.
Hanno chiuso la serata le parole di Piergiorgio Bergonzi, responsabile nazionale Scuola del Partito dei Comunisti Italiani, e Giovanna Capelli, responsabile regionale scuola del Partito di Rifondazione Comunista.
Bergonzi ha ricordato come la nostra Costituzione fosse lungimirante nella sua stesura, risalente a più di sessant'anni fa, e garantisca ancora oggi il diritto ad ogni minore a frequentare gratuitamente la scuola pubblica per un minimo di 8 anni. Da questo principio, che dovrebbe essere esteso sino al compimento del 18° anno di età, dovrebbe battersi l'attuale sinistra italiana in materia di di politiche scolastiche.
Giovanna Capelli ha invece chiuso con una nota polemica nei confronti del Partito Democratico che avrebbe dovuto, a suo avviso, sin da subito mostrare una linea di totale dissenso al piano Gelmini ed ai tagli ingiustificati da esso imposti.
Guido Regonelli
19 novembre 2009
In allegato il tavolo della Presidenza con Pier Giorgio Bergonzi, Paola Trombini e Franco Fabbroni 
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