15 Settembre, 2002
PD: si torni alle Primarie (di Deo Fogliazza)
Sono d'accordo con Ivan Scalfarotto: «Sono nel Dna, oltre che nello Statuto, del partito democratico ed evitano soluzioni da kamikaze»
Sono d'accordo con il vice presidente del PD. Le Primarie devono diventare la "norma" nella scelta dei candidati.
Facciamo l'esempio della Lombardia.
Penati si è dichiarato disponibile alla candidatura contro Formigoni, anche passando dalle Primarie. Se poi - come appare probabile - non ci sarà alcun candidato che si voglia misurare con Penati, ebbene Penati sarà il candidato del PD alla Presidenza della Regione Lombardia.
Ma dove i candidati ci sono (penso ad esempio alla Puglia) perché mai la scelta dovrebbe essere fatta da un ristretto numero di persone - anche se ovviamente qualificate - come i componenti l'Assemblea regionale pugliese del PD?
Perché mai, soprattutto lì in Puglia, dove 5 anni fa si ebbe un'esperienza limpida e trasparente di Primarie vere, dalle quali uscì un candidato che appariva come outsider e che invece riuscì poi a sconfiggere Fitto, il candidato del centrodestra?!
Se non si faranno le Primarie, qualsiasi scelta venga fatta sarà motivo di polemiche interne/esterne al PD e con ogni probabilità si correrebbe il rischio di "perdere" la Presidenza della Regione Puglia.
Certo non mi sfugge la questione che si pone circa l'alleanza con UDC. Capisco che la preparazione di un'eventuale alternativa a Berlusconi su scala nazionale non possa che passare anche attraverso un rapporto positivo con UDC. Ma questa alleanza dovrebbe passare attraverso, intanto, il vaglio di un confronto programmatico. E poi anche attraverso il nodo della scelta dei nomi. In questo secondo caso, delle due una: o UDC ha un candidato, ed allora lo metta in gioco nelle Primarie ..... oppure non ce l'ha. E se non ce l'ha non può pretendere di "scegliere" lei - a tavolino - il candidato della coalizione. Si facciano le Primarie, tra due leadership e due ipotesi di lavoro. I cittadini sapranno scegliere, in piena scienza e coscienza. UDC faccia campagna per questo o quell'altro candidato. E poi accetti i risultati che verranno dal popolo in maniera democratica e partecipata.
Nelle Primarie i cittadini vengono chiamati a scegliere il candidato con le maggiori chances di vittoria contro l'avversario politico.
Diversamente UDC dimostrerebbe di pretendere una sorta di "diritto di veto" che, sul piano politico, sarebbe un atto che non promette nulla di buono e di ragionevole.
Da ultimo: sulle Primarie organizzate in maniera seria e regionevole, come strumento di grande innovazione e di grande democrazia (ricordate l'art. 49 della Costituzione?) si è giocata gran parte del recente Congresso PD.
Bersani sulla questione Primarie ha assunto impegni politici espliciti. E' ora di dire una parola chiara e definitva su questo strumento fondamentale della partecipazione democratica e della nuova politica. Dalle Primarie non si può tornare indietro, pena una crisi profonda di identità e di futuro per lo stesso PD.
 
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