15 Settembre, 2002
PALAZZO PALLAVICINO DA SETTEMBRE SEDE "IPIALL "
La scelta di destinare Palazzo Pallavicino Ariguzzi quale sede dell’Istituto Professionale Internazionale per l’Artigianato Liutario e del Legno (IPIALL “Antonio Stradivari”) è stata condivisa dagli Enti locali
PALAZZO PALLAVICINO DA SETTEMBRE SEDE DELL’ISTITUTO
PROFESSIONALE PER L’ARTIGIANTO LIUTARIO E
DEL LEGNO
Lunedì 15 marzo 2010 il Collegio di Vigilanza
di Palazzo Pallavicino si è riunito a Milano
nella sede dell’Assessorato alla Cultura
della Regione Lombardia. Valutate le motivazioni
apportate e i documenti predisposti, all’unanimità,
ha preso atto ed approvato la nuova destinazione
d’uso di Palazzo Ariguzzi ritenendo la scelta
congrua e molto affine al progetto originario.
Tra l’altro, ha considerato di particolare
rilievo la circostanza che all’Istituto Professionale
Internazionale per l’Artigianato Liutario
e del Legno – così come annunciato dal Ministro
dell’Istruzione Maria Stella Gelmini – sarà
annesso il Liceo Musicale, uno dei soli cinque
licei che sono previsti nella nostra Regione
nell’ambito della riforma.
La scelta di destinare Palazzo Pallavicino
Ariguzzi quale sede dell’Istituto Professionale
Internazionale per l’Artigianato Liutario
e del Legno (IPIALL “Antonio Stradivari”)
è stata condivisa dagli Enti locali per dare
una definitiva e degna collocazione ad un
istituto considerato di primaria importanza
per l’affermazione di una delle principali
eccellenze locali, quale è appunto l’artigianato
liutario. Valorizzazione della formazione
professionale e attrattività internazionale
sono i criteri alla base della scelta.
L’IPIALL garantisce la piena applicazione
di tutto questo: un istituto che forma ad
un’altissima professionalità, per di più
territorialmente caratterizzante, assicurando
anche un respiro internazionale. A tutto
questo si aggiunge la decisione del Ministero
della Pubblica Istruzione di aprire il Liceo
musicale presso l’IPIALL, così come richiesto
dalla Provincia di Cremona in accordo con
Regione Lombardia, sancendo l’importanza
strategica ed educativa dell’istituto. Tutto
questo richiedeva dunque la scelta di una
sede adeguata a una funzione tanto importante,
quale appunto è Palazzo Pallavicino.
********
Risale al 1999 la sottoscrizione dell’Accordo
di programma per il recupero di Palazzo Pallavicino
Ariguzzi per destinarlo a sede del Centro
internazionale di restauro degli strumenti
musicali. Firmatari dell’Accordo, uno dei
numerosi compresi nell’Accordo-Quadro stipulato
fra Regione Lombardia e Ministero ai beni
e alle attività culturali, furono appunto
il Ministero, la Regione Lombardia, la Provincia
di Cremona e il Comune di Cremona che divenne,
in seguito, Ente attuatore dell’Accordo stesso
e al quale, per tale ragione, confluirono
i contributi statali e regionali previsti.
Il recupero strutturale e funzionale di Palazzo
Pallavicino, affidato alla direzione del
prof. Alberto Grimoldi, e realizzato con
il costante apporto della Soprintendenza
ai beni architettonici e paesaggistici di
Brescia, si è svolto, nel corso degli anni,
con la puntuale compartecipazione dei quattro
enti sottoscrittori rappresentati, come previsto
dall’Accordo stesso, nella Segreteria Tecnica
per quanto riguarda gli aspetti tecnici-operativi
e nel Collegio di Vigilanza per quanto attiene
quelli politico-amministrativi.
Parallelamente agli interventi di ristrutturazione
dell’immobile i due organismi affrontarono
a più riprese tutti gli aspetti inerenti
l’avvio dell’attività del Centro e della
gestione definendone in particolare le funzioni
legate prioritariamente alla formazione,
alla diagnostica e al restauro. Ed in tal
senso si istituì nell’ambito della Segreteria
Tecnica un gruppo di esperti che misero a
punto un modello organizzativo – didattico
del Centro medesimo prefigurandone necessità
e costi.
Tuttavia il Centro, ipotizzato in origine
come sede distaccata dell’Istituto Centrale
per il Restauro che nel suo ordinamento non
annoverava la formazione di restauratori
di strumenti musicali e vedeva pertanto di
buon grado l’ampliamento delle proprie competenze,
pur in una sede distaccata, nel corso degli
anni, vide sempre meno possibile il concretizzarsi
di tale configurazione. Le ragioni furono
diverse, non da ultima, la situazione economica
che toccò gravemente anche l’attività dell’Istituto
che, come è noto, oggi è costretto ad abbandonare
la storica sede di San Pietro in Vincoli
a Roma.
Gli Enti dell’Accordo ipotizzarono dunque
di prevedere un diverso modello gestionale
che non fosse appunto quello della sezione
staccata dell’ICR pervenendo all’individuazione
della Fondazione quale modello giuridico
di gestione. Con l’apporto di professionalità
esterne se ne definì la bozza di statuto
che a più riprese venne perfezionato nell’ambito
della Segreteria tecnica con particolare
attenzione all’evolversi della normativa
in materia di partecipazione a Fondazioni
da parte di enti locali e dello Stato in
particolare.
Era tuttavia palese che, non potendo più
percorrere la via dell’“accorpamento” con
l’ICR, i costi gestionali sarebbero ulteriormente
lievitati e che le condizioni dell’economia
pubblica ne avrebbero reso sempre più difficile
il loro diretto accollo. Si fece un nuovo
tentativo di lavori per quanto ancora possibile
cercando anche la collaborazione dell’Opificio
delle Pietre Dure di Firenze con cui, su
suggerimento della Direzione regionale del
Ministero, il Comune di Cremona si convenzionò
al fine di acquisire un valido supporto alle
scelte più strettamente legate alla destinazione
d’uso degli spazi e alla dotazione delle
attrezzature necessarie per le funzioni previste,
alla logistica didattica e scientifica.
Questa collaborazione, condivisa con la Regione
Lombardia e la Direzione regionale del Ministero,
portò ad ulteriori approfondimenti per il
migliore uso delle risorse economiche disponibili.
Tuttavia, l’incertezza della situazione fece
desistere da ogni ulteriore intervento ritenendo
di dover procedere con la finalità prioritaria
di utilizzare al meglio le disponibilità
economiche residue e tuttora disponibili
per attrezzature ed arredi.
La complessità della situazione ha fatto
sì che nell’ambito della Segreteria Tecnica,
i quattro enti sottoscrittori dell’Accordo
valutassero effettivamente le possibilità
di avviare un Centro di tale portata e, giunti
ad una conclusione negativa, espressero l’auspicio
che il Palazzo recuperato divenisse sede
di realtà che avessero correlazione con le
previste attività dell’istituendo centro
di restauro. In questo ambito, considerati
anche gli attuali disagi in cui versa da
tempo l’Istituto Professionale Internazionale
per l’Artigianato Liutaio e del Legno “A.
Stradivari”, il Comune e la Provincia di
Cremona hanno avanzato la proposta di collocare
detto Istituto in Palazzo Pallavicino.
Gli ultimi incontri della Segreteria Tecnica
- avvenuti nelle scorse settimane - hanno
portato avanti e maturata l’idea proposta
dagli enti locali cremonesi di collocare
in Palazzo Pallavicino l’Istituto di Liuteria
ritenendo che, sia per le affinità didattiche
sia per le esigenze di spazi previste, lo
stesso meglio poteva insediarsi nella struttura.
In linea con questo indirizzo si sono dunque
predisposti, insieme all’Amministrazione
Provinciale e sempre d’intesa con gli organi
sottoscrittori dell’Accordo di Programma,
gli atti necessari da sottoporre al Collegio
di Vigilanza - che è l’organo deputato ad
assumere decisioni in merito a cambiamenti
circa la destinazione d’uso del Palazzo.
Cremona, 16 marzo 2010
 
|