15 Settembre, 2002
SI ALLA CHIUSURA, MA TAMOIL SI DEVE FARE CARICO DEI LAVORATORI E DELLA BONIFICA
Stride l'abisso tra quanto gli occhi vedono e le narici aspirano e le bocche cucite.
SI ALLA CHIUSURA, MA TAMOIL SI DEVE FARE
CARICO DEI LAVORATORI E DELLA BONIFICA!
“Stride l'abisso tra quanto gli occhi vedono
e le narici aspirano e le bocche cucite.
Silenzio che non è dovuto solo a motivi ignobili”.
Con questa frase si apre il dossier, elaborato
dall’Associazione radicale Piero Welby di
Cremona, ‘Una storia inquinata’ presentato
qualche mese fa dal deputato radicale Maurizio
Turco. Sulla copertina del dossier spicca
una foto della manifestazione dell’11 ottobre
2009 davanti ai cancelli della Raffineria
Tamoil. Uno dei cartelli sorretti dai manifestanti
radicali così recita: “Berlusconi, fatti dare i soldi della bonifica
dal tuo amico Gheddafi!”. Allora, questa frase sembrava provocatoria.
A poco più di un anno di distanza, di fronte
alla scelta della proprietà libica di convertire
la raffineria di Cremona a deposito, la frase
appare clamorosamente concreta ed attuale.
Se ne ha conferma dalle dichiarazioni di
esponenti politici e rappresentanti delle
istituzioni locali. Ne prendiamo in considerazioni
una per tutte, quella dell’assessore al bilancio
del Comune, Roberto Nolli: “Credo che l’unica strada sarebbe che Berlusconi
parlasse direttamente con Gheddafi per inserire
nell’accordo italo-libico anche Cremona”. Bene, ora vogliamo vedere i fatti!
Da parte nostra non possiamo che ribadire
le richieste avanzate nel corso dei numerosi
sit-in organizzati davanti a Tamoil e a Palazzo
di Giustizia: non sottovalutiamo il problema
dell’occupazione, ma l’unica possibile soluzione
è la chiusura degli impianti, che sono vetusti.
Né i dirigenti della Tamoil né chi doveva
sorvegliare si sono accorti (?!) degli sversamenti
nocivi e dello scempio ambientale. Invece
è stato un fatto gravissimo, sottovalutato.
La Tamoil deve smettere la propria attività,
ma anche farsi carico delle conseguenze:
dai lavoratori alla bonifica, che ha dei
costi elevatissimi. Questa è l’ennesima tappa
di una lotta radicale iniziata nel 1985 con
alterne fortune di attenzione da parte di
istituzioni, politica e magistratura. Continueremo
questa lotta, sempre meno solitaria, per
restituire alla città un pezzo non irrilevante
del suo territorio!
Cremona, 11.11.2010
Sergio Ravelli
presidente del comitato nazionale
di Radicali Italiani
 
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