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 Attualità

15 Settembre, 2002
Consiglio Comunale del 30 ottobre...
Relazione del Difensore Civico - Costituzione della Azienda Speciale sul Welfare e tanti altri oggetti.....


CONSIGLIO COMUNALE DI CREMONA: seduta di giovedì 30 ottobre 2003


Illustrata la relazione annuale del Difensore Civico
Relazione al Consiglio Comunale sull’attività svolta dal Difensore Civico Avv. Giuseppe Passi nel periodo settembre 2002 - settembre 2003, ai sensi dell’art. 16 del Regolamento per l’esercizio delle funzioni del Difensore Civico.
Signor Sindaco, Signori Assessori e Signori Consiglieri,
ritengo doveroso preliminarmente rinnovare il mio ringraziamento per l’attestato di stima nei miei confronti da parte di questa Amministrazione che mi ha rinnovato l’incarico di Difensore Civico del Comune di Cremona e ribadire il mio massimo impegno nello svolgimento di un’attività che, in questi anni, si è sempre dimostrata utile per i cittadini.
L’articolo 16 del Regolamento per l’esercizio delle funzioni del Difensore Civico prevede che, entro il 30 settembre di ogni anno, il Difensore Civico inoltri al Consiglio Comunale la relazione sull’attività svolta e sui provvedimenti adottati. Si tratta di un tradizionale appuntamento che rappresenta non soltanto lo specchio dell’attività svolta ma costituisce anche un momento di riflessione, di analisi e di approfondimento dei problemi prospettati dai cittadini allo scopo di rendere la difesa civica veramente utile per gli utenti.
Questa relazione, che riguarda l’attività svolta dal mese di settembre dello scorso anno ad oggi, intende appunto documentare il lavoro svolto ed al tempo stesso evidenziare i problemi maggiormente sentiti di cittadini.
Anche se le materie costituenti oggetto delle questioni sottoposte all’esame del Difensore Civico sono all’incirca sempre le stesse (come si dirà nel resoconto statistico), l’analisi delle problematiche consente di individuare le questioni che maggiormente interessano i cittadini e che variano di anno in anno, dipendendo dalle diverse scelte programmatiche dell’Amministrazione Comunale.
Ad esempio, quando le opere per la realizzazione del teleriscaldamento interessarono larghe zone della città, aumentarono notevolmente le richieste di intervento del mio Ufficio per problemi di viabilità, di sosta, di accesso veicolare ed anche le richieste di risarcimento danni per perdita e/o sviamento della clientela, riduzione di attività commerciale ed altro.
In altro periodo (ma in questo caso i problemi prospettati non dipendevano dall’attività del Comune) sono state molto numerose le richieste di intervento collegate alla pretesa impositiva di Enti di bonifica per tributi un tempo giustificati dalla destinazione agricola di terreni periferici, da tempo però urbanizzati e serviti dall’impianto fognario gestito dall’AEM.
L’esecuzione di imponenti opere viarie (con gli inevitabili problemi di deviazioni, congestioni del traffico, ecc.) hanno pure provocato numerose richieste di intervento del mio Ufficio ed anche la presenza di cantieri nel centro cittadino in più occasioni ha dato luogo a lamentele dei residenti per i rumori, le immissioni di polveri e per notevoli disagi che l’intervento del mio Ufficio sia presso le imprese esecutrici dei lavori sia presso gli Uffici comunali competenti ha cercato se non di eliminare, almeno di contenere.
Altra problematica che si presenta con notevole frequenza è quella dell’inquinamento acustico derivante da locali di trattenimento e di spettacolo od anche semplicemente di bar, caffè, gelaterie per i quali è necessario contemperare l’esigenza dei pubblici esercizi con il diritto al riposo dei residenti.
A parte queste variazioni di …. argomenti e di materie derivanti da fatti contingenti, le materie che offrono lo spunto al cittadino per chiedere l’intervento del Difensore Civico sono quelle consuete e cioè:
§ edilizia privata;
§ circolazione stradale e traffico;
§ polizia municipale;
§ imposte e tasse;
§ servizio alloggi;
§ servizio affari sociali;
§ territorio;
§ sanità e igiene;
§ trasparenza e partecipazione al procedimento;
§ assistenza sociale;
§ problematiche per cittadini stranieri ed extracomunitari.
Confrontando la situazione di Cremona con quella di altre città della Lombardia, paragonabili alla nostra città, si può rilevare una omogeneità di problemi e di situazioni che vengono portate all’esame del Difensore Civico.
Per rimanere nell’ambito della Regione Lombardia, ad esempio, si può anche ricordare che nel 2003 risultano dotati di Difensore Civico ben 294 Comuni oltre a 7 comunità montane ed a 7 province. Nello scorso anno i comuni dotati di Difensore Civico erano 273 e ciò rappresenta un sensibile incremento.
Statisticamente la provincia di Cremona si pone in una posizione intermedia come copertura percentuale del servizio di difensore civico. Infatti, mentre le province di Lecco e di Varese offrono una copertura del 55% e del 52% e quella di Mantova una copertura dell’11%, quella di Cremona offre una copertura del 32%.
Su una popolazione di 335.000 residenti nella provincia, la quota del 32% dei residenti che possono fruire del servizio del difensore civico rappresenta l’intera popolazione delle città di Cremona e di Crema, che sono appunto gli unici centri dotati di questo servizio.
Per completezza di informazione aggiungo che la Provincia di Cremona, nell’intento di allargare l’area dei Comuni che possono utilizzare lo strumento del Difensore Civico rivolgendosi al servizio gestito dalla Provincia, sta procedendo a stipulare con numerosi piccoli comuni apposite convenzioni per rendere operativo il servizio di Difensore Civico.
Infatti data la parcellizzazione del territorio in numerosissimi piccoli Comuni, sarebbe impossibile che ciascun Comune si dotasse di un proprio Difensore Civico per cui detto servizio potrebbe essere offerto al cittadino soltanto in due modi: a) con la costituzione di consorzi tra vari Comuni; b) con la stipulazione di apposite convenzioni con la Provincia per la utilizzazione del Difensore Civico provinciale.
Pare che questa seconda soluzione stia per essere applicata dalla Provincia di Cremona nei confronti di molti piccoli comuni.
Tale, almeno, è l’orientamento della Provincia che è stato ribadito anche in un recente convegno tenutosi a Cremona sulla difesa civica.
Rimanendo nell’ambito della Regione Lombardia si può ricordare che, secondo un sondaggio di “Monitor Lombardia”, rilevazione periodica sulla popolazione curata da IreR e ISPO su incarico del Consiglio Regionale, in Lombardia si conferma una forte domanda di difesa civica. Il 56% degli intervistati pone infatti la difesa civica al primo posto tra le funzioni più importanti che la Regione deve svolgere per il buon funzionamento della sua amministrazione; al secondo posto si colloca la comunicazione (49%).
In particolare l’esigenza di maggiore presenza di difesa civica si colloca al secondo posto nel nord-ovest (esclusa la Lombardia) con il 57% dei consensi (al primo posto c’è la gestione, 59%); nel nord-est è prima la gestione (68%) davanti alla difesa civica (44 %). Analoghi valori Monitor Lombardia conferma per il centro e per il sud. “Questi dati – afferma il difensore civico della Regione Lombardia, Alessandro Barbetta, nella sua relazione al Consiglio Regionale sull’attività svolta nel 2002 – sottolineano come sull’intero territorio nazionale più della metà dei cittadini si aspettano dalle rispettive amministrazioni una maggiore presenza ed una maggiore incisività della difesa civica. Anche la situazione di Cremona, come si è visto, non si discosta dalle altre realtà regionali.

Indico riassuntivamente, nella seguente tabella, l’attività svolta.

Descrizione Numero
Pratiche trattate nel periodo settembre 2002/settembre 2003 n. 510
Pratiche evase telefonicamente n. 200
Pratiche trattate in sedute con i richiedenti n. 190
Accessi all’Ufficio di Segreteria n. 500

Suddivisi per mesi si hanno i seguenti accessi alla Segreteria con richiesta di incontro e di colloquio

settembre 2002 n. 20
ottobre 2002 n. 10
novembre 2002 n. 20
dicembre 2002 n. 10
gennaio 2003 n. 25
febbraio 2003 n. 10
marzo 2003 n. 14
aprile 2003 n. 5
maggio 2003 n. 15
giugno 2003 n. 10
luglio 2003 n. 9
agosto 2003 n. 6
settembre 2003 (in parte) n. 15

Questi dati riguardano le singole pratiche introitate e trattate nelle sedute svoltesi in ciascun mese.
Poiché spesso le pratiche richiedono varie sedute, il numero degli accessi è stato notevolmente superiore.


Accessi telefonici per aggiornamenti di pratiche in corso di istruttoria n. 450
corrispondenza (n. lettere) n. 600
+ atti vari n. 210

Settori/Servizi % pratiche trattate

AEM 6,7
Alloggi/ALER 3,9
Altri Comuni 1
Ambiente 6,2
ASL 6
Commercio 5
Consorzio Bonifica Dugali 1
Edilizia Privata 5,2
Gestione Territorio 5,7
INPDAP 12,5
INPS 6,5
Lavori Pubblici 8
Organizzazione 1
Ospizi 6
Polizia Municipale 6,5
Qualità Urbana 1
Servizi Sociali 2,20
Stranieri 1
Traffico 2
Tributi 6
Varie 7,3

Nel periodo settembre 2002/settembre 2003 l’Ufficio è stato aperto tutto l’anno ed il Difensore Civico ha ricevuto gli interessati al pomeriggio di tutti i mercoledì e, dietro specifica richiesta, sono state tenute numerose udienze in giorni diversi.
Oltre alle normali sedute per l’audizione dei richiedenti e la trattazione delle pratiche, sono state svolte anche numerose riunioni con funzionari del settore per risolvere questioni che richiedevano approfondimenti e ricerche d’archivio, sovente molto laboriose.
A tal proposito ritengo doveroso dare atto che tutto il personale dei vari Uffici interessati ha collaborato con il mio Ufficio rendendosi disponibile per incontri e riunioni che mi hanno consentito, nella maggior parte dei casi, di risolvere i problemi sottoposti al mio esame.
Che alla soluzione delle questioni trattate si pervenga dopo chiarimenti, scambio di informazioni o integrazioni documentali, dimostra la fondatezza di un convincimento cui da tempo sono pervenuto, che ho già avuto modo di esporre anche nelle precedenti relazioni annuali e che ritengo utile ribadire come ho avuto modo di far anche recentemente in occasione di un convegno organizzato dal Comune di Pavia che sta per avviare anch’esso l’Ufficio del Difensore Civico. Cioè che la causa delle controversie che insorgono tra cittadini ed amministrazione molto spesso deriva da incomprensioni e da mancanza di chiarezza sia da parte del cittadino richiedente che da parte dell’impiegato o del funzionario istruttore della pratica. Molto spesso un incontro tra le parti consente di chiarire gli aspetti della questione e di individuare una ragionevole soluzione al problema.
*****
Analizzando in particolare le questioni trattate ritengo utile evidenziare la natura e l’argomento delle richieste di intervento per individuare quali siano le materie sulle quali maggiormente si indirizzano le lamentele dei cittadini.
Alcune pratiche risultano pendenti da tempo e ciò dipende dal fatto che è stata esperita una laboriosa istruttoria ovvero si è ancora in attesa di risposta dai competenti settori.
E’ stato omesso il richiamo a numerose altre pratiche, trattandosi di questioni ripetitive o di scarso interesse generale.
Del pari non sono state citate altre questioni pendenti per le quali il mio Ufficio ha in corso istruttorie non ancora completate e che, allo stato degli atti, non consentono di conoscere l’esito finale.
Ritengo infine utile aggiungere una considerazione sulla “natura” delle questioni sottoposte al mio esame.
Si è visto, dal grafico di pag. 9, come il numero delle richieste di intervento vada aumentando di anno in anno. Infatti dalle poche decine del periodo iniziale si è pervenuti alle molte centinaia di questi ultimi tempi.
Ma oltre che un aumento numerico le questioni sollevate sono anche migliorate e si sono “affinate” come qualità.
Infatti, mentre nei primi tempi di funzionamento dell’Ufficio molti cittadini prospettavano questioni non attinenti al rapporto “ente pubblico/cittadino” ma aventi carattere di natura privata (ad esempio questioni di vicinato, problemi di condominio e così via), ho potuto constatare un progressivo aumento (ed ora una assoluta prevalenza) di questioni di competenza propria dell’Ufficio del Difensore Civico.
Ciò dimostra che, in generale, il cittadino ha ormai ben compresa la funzione di questo Ufficio.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
L’elencazione delle pratiche trattate consente di trarre le seguenti considerazioni finali.
a) il ricorso all’Ufficio del Difensore Civico trova, con il passare del tempo, sempre maggiore incremento come dimostra il costante aumento di richieste di intervento. Ciò conferma la validità e l’utilità di questo Istituto.
b) Sono aumentate le richieste di intervento per questioni relative ai servizi sociali, all’assistenza, ai problemi di ricovero per anziani, a questioni di traffico, di circolazione stradale, di commercio ambulante mentre sono diminuite le questioni relative a rapporti di vicinato, distanze legali, servizi condominiali, ecc. che, all’inizio dell’attività di questo Ufficio, venivano più frequentemente proposte.
c) Non sono emerse irregolarità, disservizi o ritardi particolari da parte dei Servizi nei quali si articola l’attività amministrativa del Comune. Per molti Settori non si è avuta alcuna segnalazione o lamentela e ciò dimostra il loro corretto funzionamento. Altri Settori sono stati interessati da richieste di intervento con segnalazione di situazioni che nel loro complesso non danno luogo a specifici rilievi, tenuto conto della natura delle questioni prospettate (edilizia privata, traffico, polizia urbana, tributi) e della molteplicità di passaggi che l’istruttoria delle pratiche richiede prima di giungere alla definizione.
d) Questo giudizio senz’altro positivo sulla funzionalità delle strutture dell’apparato comunale, non può estendersi anche ad altri Enti (statali e non) che non sempre dimostrano – nonostante sollecitazioni sovente neppure tempestivamente evase – di intrattenere con il cittadino, utente del servizio, un corretto comportamento.
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Interrogazione in ordine agli scavi di Piazza S. Angelo.

Interrogazione in data 25 settembre 2003 presentata dal Consigliere Comunale Ferdinando Quinzani in ordine agli scavi di Piazza S. Angelo (Testo dell’interrogazione: Si chiede cortesemente al Sindaco di volere informare il Consiglio Comunale su quanto segue: di chi sia stata, tra il Comune e la Sovrintendenza, l’iniziativa di effettuare gli scavi di piazza S. Angelo; la documentazione comprovante la responsabilità di questa iniziativa).
All’interrogazione ha risposto il Sindaco Paolo Bodini:
Dopo la prima campagna di scavi in Piazza Marconi, il 20 dicembre 2002 è arrivata la relazione del Sovrintendente ai Beni Archeologici della Lombardia Ardovino, sostanzialmente negativa. Allora ho chiesto un incontro a Roma al Direttore Generale Giuseppe Proietti che mi ha consigliato di coinvolgere in maniera più efficace la Soprintendenza Archeologica. A questa abbiamo spiegato che non solo esisteva il problema del parcheggio, ma anche quello della riqualificazione della piazza. Successivamente è giunta la risposta di Ardovino nella quale si dice di restare a disposizione anche per l’individuazione di spazi alternativi. Chieste spiegazioni, il Dott. Ardovino ha spiega che al di là del Palazzo dell’Arte non ci sarebbero stati reperti archeologici. Sono così iniziati gli scavi in prossimità di Palazzo dell’Arte. La fase interlocutoria è poi proseguita, in quanto il Sovrintendente non aveva escluso la realizzazione di un parcheggio ad un solo piano. Si è quindi intrapreso un altro scavo in Piazza S. Angelo dove è affiorata la domus romana. Allora ci si è fermati. Il costo complessivo sopportato da SABA è stato di € 242.599,22 +IVA. Lo scorso 8 settembre il Direttore della Soprintendenza Archeologica della Lombardia, Angelo Maria Ardovino, con lettera anticipata a mezzo fax, ha chiesto al Comune di Cremona l'assenso ad occupare la parte centrale ed orientale di Piazza S. Angelo per proseguire lo scavo archeologico con fondi statali. Il Soprintendente ha spiegato infatti che il tutto poteva avvenire, senza aggravio di spesa per il Comune, in quanto non era al momento realizzabile, per cause tecniche, il terzo lotto di un intervento previsto, per l'importo di poco superiore ai 25.800,00 euro, di sistemazione dei mosaici demaniali all'interno dell'ex chiesa di San Lorenzo. La motivazione di questa richiesta è determinata dal fatto che la Soprintendenza, valutati i risultati degli scavi condotti in Piazza S. Angelo, li ha ritenuti confortanti per delimitare il giacimento archeologico situato nella parte sud di Cremona. Infatti, nel lato occidentale dello scavo è emersa una domus, impiantatasi nel II sec. d.C. e vissuta, con una nuova fase edilizia, anche nel III, fuori dell'antico tracciato delle mura, all'epoca disattivate. Ma il lato orientale presenta invece una stratigrafia libera di strutture significative che, se confermata da nuovi accertamenti, potrebbe portare a definire un'occupazione a chiazze a sud delle mura e quindi ad individuare dei limiti dell'area di interesse archeologico.
Mercoledì 10 settembre, sempre con lettera anticipata via fax, ho comunicato al Soprintendente Angelo Maria Ardovino l'assenso del Comune di Cremona alla prosecuzione degli scavi in Piazza S. Angelo, prendendo atto che gli oneri conseguenti sono a carico della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Lombardia. Il Comune ha assicurato la collaborazione tecnica dei propri uffici e, una volta terminati i lavori, provvederà alla copertura ed alla ripavimentazione dell'area interessata dagli scavi. Sappiamo che ci è stata una riunione a Roma poco più di un mese fa, in cui sono stati chiesti maggiori chiarimenti di carattere tecnico al Sovrintendente Ardovino. Siamo pertanto in attesa di conoscere quando avverrà l’ultima riunione, quella conclusiva, tenendo conto dell’impegno del Ministro preso a suo tempo, almeno per un parcheggio ad un paino solo.
Il consigliere Ferdinando Quinzani si è detto soddisfatto della risposta ottenuta.
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Mozione sul condono edilizio

Mozione in data 1° ottobre 2003 presentata dal Capogruppo del Gruppo Consiliare “I Democratici di Sinistra” Pierluigi Rotelli in ordine all’inserimento del condono edilizio nella legge finanziaria 2004. (Testo della mozione: Premesso che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha annunciato la determinazione del Governo di inserire nella legge finanziaria 2004 l’ennesimo condono edilizio con il dichiarato scopo di fare cassa; trascurando che con la riforma federale del centrosinistra le politiche urbanistiche sono potestà esclusiva delle Regioni; questa decisione rappresenterebbe un ulteriore provvedimento centralista di un Governo che mediaticamente continua ad annunciare progetti di devoluzione; molti Presidenti di regione hanno già espresso contrarietà nel merito della proposta e denunciato la prevaricazione centralista preannunciando il ricorso alla Corte Costituzionale per tutelare l’autonomia di nuovi poteri regionali e che altri si sono impegnati ad approvare leggi regionali che vanificherebbero gli effetti dell’annunciato condono; per quanto in premessa il Consiglio Comunale di Cremona da’ mandato al Sindaco di attivarsi presso il Presidente della regione Lombardia perché venga manifestata la totale contrarietà della regione Lombardia al provvedimento in sede di Conferenza Stato-Regioni perché si impegni per il ricorso alla Corte Costituzionale per tutelare le potestà regionali, perché si attivi con tutte le iniziative necessarie per prevenire gli abusi edilizi e per una migliore tutela del territorio).

Dopo l’illustrazione della mozione da parte del primo firmatario, si è aperta la discussione. La prima ad intervenire è stata Cinzia Zampini, consigliere di Rifondazione Comunista, dicendosi d’accordo con la mozione presentata ed ha invitato ad inserire nel documento l’emendamento per cui il Comune di Cremona “non intende avvalersi del condono edilizio”. Ha preso quindi la parola il consigliere di AN Dario Ratti sostenendo che nel testo della mozione presentata esistono delle forzature, tanto più che nel maxi emendamento approvato verrà destinato ai Comuni il 50% delle somme introitate. Si tratta di un condono ispirato a norme e criteri ben chiari, molto selettivo. Anche se non simpatico, si mette mano alla riqualificazione ed al ripristino delle aree istituendo un fondo ad hoc. Alternative a questo provvedimento non ne sono state avanzate, si va comunque a sanare quanto già esiste e verso il quale sino ad ora non si è fatto nulla: questo è sempre meglio che aumentare le tasse. Comunque l’esponente di AN ha lasciato libertà di voto su questa mozione, annunciando che personalmente si sarebbe astenuto. Il consigliere Quinzani, di FI, prendendo a suo volta la parola, ha detto che la sinistra su questi argomento sfodera sempre molta demagogia, in ogni caso i condoni ci sono sempre stati ed in alcuni casi sono serviti a sanare interventi che non hanno nulla di scandaloso, ma che si sono verificati perché ci si è trovati di fronte a regole troppo ingessate, arretrate e talvolta astruse. In ogni caso si tratta di sanare piccole infrazioni. Da qui il parere contrario alla mozione. Subito dopo è intervenuto l’Assessore Daniele Soregaroli che, citando notizie apparse sulla stampa, ha ricordato che dal 1994 ad oggi sono stati oltre 360 mila gli abusivi edilizi registrati in Italia. L’Istituto Nazionale Urbanistico della Lombardia ha inviato una nota nella quale dice una cosa molto importante: questo condono recupera quella soluzione di continuità che c’è sempre stata nel nostro Paese, permettendo di sanare tutti gli abusi edilizi realizzati sino ad ora. La stessa nota afferma inoltre che il principio viola l’obbligatorietà dell’azione penale. L’Assessore ha proseguito sostenendo che, dati alla mano, In termini economici agli enti locali questo condono può costare oltre otto miliardi di costi di urbanizzazione, mentre l’incasso potrebbe essere di poco superiore ai due miliardi di Euro. Per l’Assessore inoltre non è vero che questo condono riguarda solo i piccoli abusi e che risparmia le aree protette perché il provvedimento contiene dei punti non chiari e che si prestano ad interpretazioni ambigue. Con il condono, per l’Assessore Soregaroli, si prosegue in un comportamento che non si può che definire immorale. Ricordando il ricorso alla Corte Costituzionale da parte di tre Regioni (Toscana, Emilia Romagna e Campania) contro il provvedimento, l’Assessore si è augurato che anche altre seguano la stessa strada, in quanto esautorate da una loro prerogativa. Come Comune non possiamo esimerci dall’applicare una legge nazionale, diversamente si andrebbe incontro a violazioni perseguibili. Il consigliere Nolli, di AN, ha a sua volta sostenuto che nessuno può forse difendere un condono, ma di non condividere comunque la mozione presentata da Rotelli. L’immoralità, secondo Nolli, non è nel fare il condono, ma nel permettere che si creino le condizioni perché lo si debba fare. Dopo i chiarimenti forniti dall’Assessore Soregaroli, Cinzia Zampini ha ritirato l’emendamento, confidando nella capacità dell’Amministrazione Comunale di rendere difficile sul nostro territorio l’applicazione del condono.
Terminata la discussione, la mozione è stata messa ai voti ed è stata approvata a larga maggioranza. Si sono astenuti Lega Nord ed il consigliere Dario Ratti.
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Ordine del giorno in ordine alla " Difesa dei diritti umani nel mondo"

Ordine del Giorno in data 1° ottobre 2003 presentato da Consiglieri diversi (primo firmatario Maria Luisa Querciagrossa) in ordine alla “Difesa dei diritti umani nel mondo”. (Testo dell’ordine del giorno: Considerato che la Sotto Commissione dell’ONU per la Difesa dei Diritti Umani ha prodotto le seguenti tre relazioni proprio sulla difesa dei diritti umani, ricordato che esse sono i primi risultati dello studio che questo organismo sta sviluppando sui nuovi rapporti economico-sociali che si vanno stabilendo nel mondo ad opera della globalizzazione; valutata la necessità di stabilire un corretto e coerente rapporto tra attività economica e diritti umani e l’importanza di questo tema, attualmente in discussione tra istituzioni che rappresentano entrambi tali esigenze della società; sottolineata con compiacimento questa iniziativa dell’ONU di assumere una posizione su temi decisivi come quelli di uno sviluppo nel rispetto della dignità umana e di una crescita del benessere diffuso equamente nel mondo; ritenuto di grande importanza il fatto che l’ONU su questa sua iniziativa percepisca il pieno sostegno dei cittadini degli stati membri; il Consiglio Comunale di Cremona, per incoraggiare nel nostro Paese una spinta significativa di sostegno al lavoro della Commissione per i Diritti Umani dell’ONU, impegna la Giunta Comunale ad assumere le iniziative più incisive che essa riterrà opportuno di intraprendere perché giunga forte al Governo Italiano la volontà dei cittadini cremonesi di chiedere che questo lavoro prodotto dalla già citata Sotto Commissione per i Diritti Umani produca con urgenza, anche in nome della pace nel mondo, coerenti e vincolanti iniziative di indirizzo generale da parte dell’Assemblea ONU).
Dopo una breve discussione l’ordine del giorno è stato messo ai voti ed è stato approvato a larga maggioranza. Nessun consigliere ha espresso voto contrario, ma ci sono state solo astensioni da parte di FI, AN e Lega Nord.
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Approvata la costituzione dell’Azienda Speciale Servizi alla Persona: anche il gruppo di Rifondazione Comunista si è pronunciato a favore.

Modifica della deliberazione consiliare n° 52/34002 assunta in data 11 luglio 2002 relativa all’atto di indirizzo strategico per il riassetto di alcuni dei servizi pubblici locali privi di rilevanza industriale assunti dal Comune di Cremona.
L’argomento è stato introdotto dall’Assessore ai Servizi alla Persona Maura Ruggeri:

Il progetto del Comune di Cremona per la costituzione di un nuovo soggetto per la gestione unificata dei servizi alla persona contenuto nell’atto di indirizzo deliberato dal Consiglio Comunale l’11 luglio 2003 prende le mosse da una lettura del sistema di welfare locale basata sulle seguenti considerazioni:
· La crescita della domanda di servizi e prestazioni soprattutto di quelli da destinarsi alla parte fragile della popolazione richiede il potenziamento del sistema locale, mentre le sue possibilità di sviluppo sono fortemente compromesse dalla disponibilità limitata dalle risorse, dai vincoli di bilancio, dai tagli dei trasferimenti ai comuni;
· Si pone la necessità di intervenire sui processi di gestione dei servizi per aumentarne l’efficienza e l’efficacia anche individuando nuove forme gestionali e di mettere più opportunamente in rete risorse locali;
· Il riordino delle IPAB, che secondo la legge 328 ha lo scopo fondamentale dell’inserimento delle stesse nella rete del welfare locale, deve concorrere a dare risposte a questo tema: unificare e riqualificare la gestione dei servizi a livello locale dando vita ad un nuovo soggetto gestionale che abbia nel Comune il suo punto di riferimento.
Con l’atto di indirizzo strategico approvato dal Consiglio Comunale nel luglio 2003 si prevede:
· La costituzione di una società tra i tre principali attori pubblici del sistema di welfare locale: Comune, IPAB Riunite, Centro Geriatrico Soldi allo scopo di dare maggiore organicità alle gestioni, partendo dalle sinergie esistenti e riunendo in un unico centro di gestione interventi che si presentano frammentati;
· La trasformazione e la successiva unificazione delle due IPAB in fondazioni, deputate alla gestione patrimoniale, per migliorare la capitalizzazione di sistema e per mettere più efficacemente in rete risorse importanti per il sistema locale.
Considerato che l’indirizzo successivamente deliberato anche dai due CdA delle IPAB era stato sottoposto al confronto con le confederazioni sindacali da cui aveva avuto un assenso di massima; tenuto conto che la Commissione Affari Sociali ha licenziato una bozza della costituenda S.p.A. e che il progetto doveva essere supportato da un piano gestionale che è stato predisposto da un consulente incaricato, si è ritenuto di dovere esprimere queste osservazioni:
· Il percorso ipotizzato, sicuramente impegnativo perché innova profondamente il sistema locale, richiede consenso, partecipazione e pone la necessità di una forte condivisione come condizioni necessarie per la sua possibile realizzazione; il confronto che è seguito all’approvazione della legge di riordino delle IPAB da parte della Regione Lombardia ha posto fortemente l’accento sulla forma giuridica dei nuovi soggetti che dovrebbero nascere dalla trasformazione e sulla necessità di salvaguardare il carattere pubblico delle gestioni; è cambiato di fatto il quadro politico nel cui ambito il progetto si collocava e la generale tendenza a trasformare le IPAB in fondazioni pone ai Comuni la necessità di offrire garanzie precise sul loro inserimento nella rete pubblica dei servizi; l’obiettivo dell’unificazione delle gestioni dei servizi può essere realizzato anche attraverso il mantenimento della forma giuridica pubblica al nuovo soggetto gestionale; si è preso inoltre atto che le II.PP.A.B. Riunite Città di Cremona hanno disposto con deliberazione del 24 ottobre ottobre scorso la propria fusione con l’I.P.A.B. “F. Soldi Centro Geriatrico Cremonese” con contestuale trasformazione in un’unica persona giuridica di diritto privato e che l’I.P.A.B. “F. Soldi Centro Geriatrico Cremonese” ha anch’esso deliberato, con provvedimento del 27 ottobre scorso, analoga fusione e trasformazione.
Fatte queste premesse, l’Assessore ai Servizi alla Persona, Maura Ruggeri, ha proposto al Consiglio Comunale di modificare quanto stabilito dall’atto di indirizzo approvato dal Consiglio Comunale l’11 luglio 2003 relativamente al profilo giuridico da assumere da parte del nuovo soggetto deputato a gestire i servizi alla persona, dando vita ad un’azienda speciale comunale, ai sensi dell’art. 113/bis del decreto Legge 267/2000 anziché ad una S.p.A.. L’Azienda Speciale, nel rispetto dell’impianto e dei contenuti sostanziali del progetto iniziale, dovrà operare dal 1° gennaio 2004 gestendo i servizi che saranno ad essa conferiti dalle due II.PP.A.B., nel frattempo riunite in un’unica Fondazione, la quale sarà deputata particolarmente alla gestione patrimoniale, nonché quelli che saranno conferiti dal Comune in coerenza e secondo la gradualità stabilite dal piano gestionale. Il Consiglio Comunale è stato conseguentemente invitato ad esprimere l’indirizzo favorevole alla fusione delle II.PP.A.B. Riunite Città di Cremona e dell’I.P.A.B. Centro Geriatrico Cremonese F. Soldi e alla contestuale trasformazione in un’unica persona giuridica di diritto privato senza scopo di lucro, anche tenendo conto delle finalità della costituenda Azienda Speciale Comunale per i Servizi alla Persona.
E’ seguita quindi la discussione che è stata aperta da un intervento del consigliere Ferdinando Quinzani. L’esponente di FI - ricordando che il suo gruppo aveva accolto positivamente quanto presentato nel luglio scorso, cioè la creazione di una SpA - ha detto di non condividere di fare passare questo cambiamento come insignificante: bisogna sapere dire alla città il perché di questa scelta. Gli effetti non saranno gli stessi. La società di capitale non è la stessa cosa di un’azienda pubblica. Nel primo caso ci sarebbe stata la possibilità di aprirsi al privato, con un ampliamento dell’organico improntato su criteri privatistici, quindi con maggiori risultati di gestione, più efficienza e minori costi. Secondo il consigliere di FI il cambiamento di rotta ha fatto fare un passo indietro anche all’impianto strutturale e gestionale: si rinuncia invece ai benefici fiscali, facendo una scelta meno innovativa e meno improntata a quei criteri di efficienza che ci si era inizialmente proposti. Per Quinzani non sarà possibile un ampio coinvolgimento dei Servizi Sociali del Comune. I motivi di questo cambiamento, ha aggiunto Quinzani, non li abbiamo capiti perché non ci sono, non abbiamo sentito dirci che cosa è accaduto per optare per un’opzione più conservatrice. Poiché i motivi tecnici della trasformazione, secondo l’esponente di FI, non ci sono stati forniti, si tratta di un motivo totalmente politico: pressioni da parte del mondo sindacale. Ma questa non è una motivazione sufficiente. Il vero motivo, per Quinzani, sono i futuri scenari elettorali, cioè l’accordo elettorale con Rifondazione Comunista, visto che non sarà possibile fare marcia indietro sulla centrale e sull’autostrada. E’ questo un cambiamento di indirizzo strategico, in quanto si è sacrificato sull’altare di una futura alleanza elettorale una scelta coraggiosa, anche da noi riconosciuta come tale. Forse ci saremmo potuti anche astenere, ha detto Quinzani, ma la trasparenza sui veri motivi del dietrofront FI ha assunto una posizione di voto contrario. Ha preso poi la parola il consigliere Luciano Pizzetti, DS: a suo giudizio la scelta rimane liberale, quando ci si è però accorti che era quasi di destra, si è intervenuti, e poiché è subentrata la Legge Regionale sulla trasformazione delle IPAB ci si è trovati nella necessità di intervenire. Queste azioni – secondo Pizzetti - si fanno attraverso il consenso, ed il confronto, innanzitutto con i lavoratori, la cui tutela è fondamentale, ha indotto a giungere ad un cambiamento, così pure come anche il confronto con Rifondazione Comunista. Non si è trattato di uno stravolgimento, per l’esponente diessino, ma di cogliere delle opportunità valide, quindi sarebbe meglio riservare il giudizio alla prova dei fatti. Dario Ratti, a sua volta, ha dichiarato di condividere in toto la disanima del consigliere Quinzani, rammaricandosi che il lavoro fatto in sede di commissione abbia portato alla fine ad un azienda che ridimensiona fortemente le premesse iniziali. La parola è passata a Cinzia Zampini, capogruppo di Rifondazione Comunista, per la quale non sempre il privato è sinonimo di efficienza: la nuova formula trovata non esclude che si potranno trovare forme di gestione avanzate. Già nel luglio scorso - ha aggiunto Zampini – Rifondazione Comunista aveva chiesto di mantenere sotto il controllo pubblico dei servizi delicati, ed ora si è trovato lo strumento giusto per farlo, uno strumento che tutela i lavoratori e che facilita i rapporti tra Rifondazione ed Ulivo, anche se di definitivo in questo senso non c’è ancora nulla, ma va dato atto che è stato trovato un buon punto di incontro. Da parte sua l’altro esponente di Rifondazione, Celestina Villa, pur ribadendo voto favorevole, ha dichiarato che il suo gruppo seguirà con grande attenzione l’elaborazione del futuro statuto, pronti a votare contro. Ha chiuso il dibattito l’assessore Maura Ruggeri dichiarando che il confronto è importante, perché è fondamento dell’azione politica, nel senso alto del termine, e si è detta dispiaciuta di vedere il dibattito politico paragonato a banalizzazione ideologica. Per l’Assessore l’obiettivo non è mai stato quello della privatizzazione, ma alla base c’è sempre stata la ricerca delle condizioni che potessero innovare la gestione, rendendola più efficace per raggiungere gli obiettivi. Non bisogna confondere lo strumento con l’obiettivo: su questo si è sempre concentrata la discussione, in modo da caratterizzare in modo molto forte l’azione del Comune, assicurando al pubblico la gestione dei servizi alla persona. Non è lo strumento che fa lo sostanza, ha dichiarato con forza l’Assessore, e quella compiuta è una delle operazioni più importanti perché riguarda le persone: saremo in grado di dare una caratteristica aziendale alla gestione? Questa è la sfida vera che bisogna porsi, secondo l’Assessore. Infine il Sindaco, elogiando il lavoro svolto dall’Assessore, ha dichiarato che l’unificazione delle due IPAB finalmente si è realizzata: si tratta di un’operazione importante, una vera tappa storica per la città. Per il Sindaco anche il pubblico può cercare l’efficienza e l’efficacia, non solo il privato. Certe schematizzazioni - secondo il Sindaco - non hanno senso. Forse questa Azienda, ha concluso Bodini, potrà trasformarsi in SpA, ma adesso la soluzione individuata è la più semplice, permette di non mettersi in urto con i lavoratori e costituisce un primo importante passo. Non si tratta dunque, per il sindaco, di una marcia indietro, tutt’altro.
Terminata la discussione l’oggetto è stato posto ai voti ed approvato a larga maggioranza (su 33 presenti i favorevoli sono stati 23, otto i contrari - FI e AN - e due gli astenuti - Lega Nord).
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Adozione del Piano dei Servizi: l’argomento è stato illustrato dall’Assessore all’Urbanistica Daniele Soregaroli.


Conseguentemente all’entrata in vigore della Legge regionale 15 gennaio 2001 n. 1 “Disciplina dei mutamenti di destinazione d’uso di immobili e norme per la dotazione di aree per attrezzature pubbliche e di uso” si è reso opportuno adeguare la capacità insediativi di Piano alle nuove norme dettate dalla legge verificando congiuntamente la dotazione esistente e di progetto delle aree dedicate ad attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale redigendo il Piano dei Servizi, ovvero l’elaborato specifico, allegato alla Relazione Illustrativa del PRG, il quale inoltre documenta lo stato dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale esistenti in base al grado di fruibilità ed accessibilità. L’oggetto del Piano è costituito dalla categoria dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale che, come tale, è più ampia di quella degli standard urbanistici. Vi sono infatti comprese tutte le attrezzature ed infrastrutture urbane; sono inoltre considerati i servizi a gestione diffusa sul territorio, spesso non coincidenti con l’esistenza di apposite strutture (servizi sociali e di assistenza). Compito del Piano dei servizi è, oltre a quello di costituire atto di programmazione generale per la totalità delle attività e strutture costituenti servizio, altresì quello di selezionare, nell’ambito dei servizi programmati, quelli che l’Amministrazione Comunale, sulla scorta delle valutazioni delle esigenze locali e degli obiettivi di azione individuati, identifica altresì come standard urbanistici (ndr: il testo della relazione che accompagna il Piano dei Servizi è disponibile presso l’Ufficio Stampa).
L’oggetto è stato quindi posto ai voti ed è stato approvato a larga maggioranza con l’astensione di tutti i gruppi di minoranza.
Adozione della Variante Parziale al P.R.G. vigente, ai sensi della lettera b) – 2° comma dell’art. 2 della L.R. n. 23/97, per adeguare le originarie previsioni viabilistiche: alle prescrizioni regionali contenute nella delibera di approvazione dello stesso strumento – al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale approvato, agli accordi di programma sottoscritti, ai progetti esecutivi.
L’oggetto, illustrato dall’Assessore all’Urbanistica Daniele Soregaroli, è stato posto ai voti ed è stato approvato a larga maggioranza con l’astensione di tutti i gruppi di centrodestra ed il voto contrario di Rifondazione Comunista.
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Approvazione del regolamento per la tutela e la valorizzazione delle botteghe storiche e degli esercizi tradizionali del Comune di Cremona.
L’argomento è stato illustrato dall’Assessore Luigi Baldani:

L’Amministrazione Comunale, nell’ambito delle iniziative a favore del commercio, intende favorire, con azioni concrete, la valorizzazione, anche a fini turistici, e la valorizzazione delle botteghe storiche e degli esercizi di tipo tradizionale del proprio territorio, in quanto inestimabile patrimonio di interesse storico, culturale ed economico, oltre che sicura fonte di attrattività delle aree urbane interessate. Questo progetto, coniugando le esigenze di modernizzazione e sviluppo della rete distributiva, con quelle di salvaguardia della migliore tradizione commerciale locale, in una logica di pluralismo e di equilibrio tra le diverse forme di attività, mira sia ad incoraggiare la sopravvivenza ed il consolidamento nel tempo delle imprese del settore, nell’interesse anche delle future generazioni, sia a promuovere l’immagine e la conoscenza, entro e fuori dei confini comunali. Anche per l’elevato livello di professionalità che i negozi storici offrono ai consumatori, l’iniziativa che si vuole attuare risulta pienamente coerente con i principi della qualità e dell’identità territoriale a cui si ispira, nel suo complesso, il programma di sviluppo economico di questa Amministrazione, confermando il riconoscimento della funzione commerciale come prezioso veicolo di progresso socio-economico e quindi come insostituibile risorsa per la città. Nel delineato contesto si intende riservare una particolare attenzione alle botteghe di liuteria che rappresentano ancora oggi una delle più importanti e prestigiose attività della tradizione locale. Poiché questi obiettivi si armonizzano perfettamente con gli indirizzi nazionali e regionale per la programmazione commerciale, si è ritenuto di ricorrere all’adozione di uno specifico atto di natura regolamentare che definisca, in via generale, le modalità dell’intervento, così da significare la precisa volontà del Comune di attuare una forma di sostegno di tipo strutturale e quindi a carattere permanente che, in quanto tale, risulta sicuramente più efficace rispetto a singole iniziative occasionali ed episodiche. Il provvedimento non introduce vincoli nuovi ed ingiustificati a carico delle imprese a cui è destinato, ma dispone anzi, a loro vantaggio, con provvidenze a cui si accede comunque solo in via facoltativa. Non viene previsto alcun compenso per la partecipazione all’attività della consulta cittadina preposta all’attribuzione della qualifica di bottega storica. La spesa derivante dalla concessione delle agevolazioni tributarie verrà quantificata e quindi finanziata sul bilancio di competenza successivamente all’esatta definizione di queste agevolazioni. (ndr: il testo del regolamento è disponibile presso l’Ufficio Stampa).
L‘oggetto è stato quindi posto ai voti ed approvato all’unanimità.



 


       



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