15 Settembre, 2002
Aspettando il testo ufficiale del decreto … la Cgil Scuola chiama alla mobilitazione
A più di una settimana di distanza non è stato reso noto dal governo il testo dell’articolato.

Aspettando il testo ufficiale del decreto
… la Cgil Scuola chiama alla mobilitazione
Venerdì 11 settembre il Consiglio dei Ministri
ha approvato in prima lettura lo schema di
decreto legislativo per l’attuazione della
legge 53/03 nella scuola dell’infanzia e
il primo ciclo dell’istruzione.
A più di una settimana di distanza non è
stato reso noto dal governo il testo dell’articolato.
Nei siti ufficiali appaiono sintesi tra loro
contraddittorie, mentre nei siti scuola arrivano
“ufficiosamente” testi di articolati che
si modificano spedizione dopo spedizione.
Secondo indiscrezioni sarebbe in corso una
furiosa battaglia all’interno della maggioranza
per stabilire qual è il testo approvato dal
Consiglio dei Ministri.
La vicenda, che ormai sconfina tra il “giallo”
e il “teatro dell’assurdo”, sembrerebbe approdata
a una svolta: da alcuni giorni un testo è
ritenuto da tre siti scuola come definitivo
e contiene due modifiche riguardanti l’insegnante
coordinatore tutor.
Il condizionale è d’obbligo visto che questo
testo non riporta data né firma.
Le modifiche riguardanti il tutor sono irrilevanti
e ambigue, visto che la struttura di questa
nuova figura rimane di tipo gerarchico e
si configura, comunque, come l’unico responsabile
della classe.
Tutti gli altri aspetti negativi sono confermati:
dall’abolizione del tempo pieno e prolungato,
alla riduzione dell’offerta formativa obbligatoria
nella scuola elementare e media, alla trasformazione
della scuola dell’infanzia in un “supermarket
assistenziale”.
Il direttivo nazionale della CGIL Scuola
del 19 settembre ha preso posizione contro
la decisione di avviare l’iter di approvazione
del decreto che “rivela la volontà del governo
di imporre alla scuola italiana una controriforma,
senza alcun confronto né ascolto degli operatori,
delle famiglie e della società civile”.
Il direttivo ha rivolto un appello unitario
alla mobilitazione :
“Organizzazioni sindacali, associazioni professionali,
genitori, enti locali, mondo del lavoro devono
unirsi per respingere il disegno del governo,
affermare le ragioni di una buona scuola
pubblica, sostenere i processi di innovazione
positivi delle scuole autonome.
Una prima occasione è rappresentata dalla
manifestazione indetta per il 26 settembre
a Roma dal Coordinamento Nazionale del Tempo
Pieno e Prolungato in cui la CGIL Scuola
sarà presente.
L’ iniziativa della CGIL Scuola deve proseguire
e radicarsi attraverso una capillare campagna
di informazione e confronto sul testo del
decreto in tutte le scuole e attraverso l’attivazione
di iniziative e vertenze territoriali fino
ad alla proclamazione di una iniziativa nazionale
capace di respingere il disegno del governo
e di affermare proposte di sviluppo e sostegno
della scuola pubblica”.
I PUNTI PRINCIPALI DEL DECRETO
SCUOLA DELL’INFANZIA
Anticipo
La durata triennale, affermata sulla carta,
è messa in discussione dall’introduzione
dell’anticipo che rende possibile, a scelta
delle famiglie, un percorso di scuola dell’infanzia
di due o quattro anni, visto che alla scuola
primaria si può andare a 5,5 o a 7 anni.
La frequenza anticipata a 2,5 anni è limitata
dalla legge 53/03 da una serie di condizioni
(introduzione di nuove professionalità e
modalità organizzative, accordo con l’ente
locale). Queste condizioni ad oggi non esistono,
pertanto le iscrizioni non sono state riaperte
(vedi CM 37/2003).
Profilo e generalizzazione
Il profilo di uscita del primo ciclo di istruzione
è considerato dai 6 ai 14 anni: la scuola
dell’infanzia non è quindi considerata vera
scuola.
La generalizzazione, che si vorrebbe assicurata,
è contraddetta dall’assenza assoluta di risorse
e dai tagli agli organici: le liste di attesa
stanno aumentando.
Tempo scuola
L’orario di funzionamento, a richiesta delle
famiglie, varia da 875 ore annuali (25-26
settimanali) a 1700 (48-52 settimanali).
Non sono indicati standard di qualità del
percorso della scuola dell’infanzia: qual
è la durata di una giornata educativamente
significativa nella scuola dell’infanzia
? Bastano anche poco più di 4 ore al giorno
?
La richiesta di 50 ore settimanali da parte
delle famiglie determina l’azzeramento della
contemporaneità docente (in alcuni casi gli
organici statali non darebbero comunque sufficienti):
in questo modo, con sezioni che possono arrivare
a 28 bambini, la deriva assistenziale è inevitabile.
Organici
E’ abolito il doppio organico garantito per
ogni sezione e l’organico funzionale di circolo.
Non sono indicate modalità per l’attribuzione
dell’organico.
PRIMO CICLO DELL’ISTRUZIONE
Scuola elementare (ora primaria) e scuola
media (ora secondaria di primo grado) appaiono
divise fin dal nome, la separazione è poi
approfondita dall’articolazione interna:
un primo anno seguito da due periodi didattici
biennali per la primaria e un periodo didattico
biennale seguito da un terzo anno di orientamento
per la secondaria di primo grado.
Nessun cenno, nemmeno un comma, per gli istituti
comprensivi, ostacolati da questa norma nelle
buone pratiche di continuità educativa e
didattica che stanno mettendo in atto.
SCUOLA PRIMARIA
Anticipo
Le famiglie i cui figli compiono 6 anni dopo
il 31 agosto non sono più obbligate ad iscriverli
in prima, mentre per i nati entro il 30 aprile
è possibile anticipare la frequenza della
scuola primaria.
Le classi saranno composte da alunni con
differenze di età che possono arrivare fino
a 20 mesi in contesti educativi in cui le
classi sono sempre più numerose, le gli insegnanti
e le compresenze diminuiscono, l’organizzazione
didattica diventa più rigida.
Tempo scuola
È previsto un orario annuale di 891 ore (27
ore settimanali), nell’ambito delle quali
sono comprese le quota riservata alle Regioni
(non ancor definita), alle scuole (non ancora
definita) e all’insegnamento della religione
cattolica (2 ore settimanali).
Sono inoltre previste 99 ore annuali, facoltative
e opzionali: sono le famiglie che sceglieranno,
potranno optare per una solo parte delle
messe a disposizione o limitarsi alle sole
27 ore.
Il percorso comune ridotto a 27 ore settimanali
rispetto alle attuali 30 non è più in grado
di garantire pari opportunità agli alunni
rispetto al raggiungimento degli obiettivi
e delle competenze previste dal profilo dello
studente in uscita dal percorso di base.
Una parte del curricolo viene “esternalizzata”
e le famiglie potranno scegliere percorsi
privati a pagamento, l’offerta formativa
pubblica su una parte dell’attuale curricolo
diventa residuale, condizionata dalla scelta
delle famiglie dalle risorse professionali
e finanziarie effettivamente disponibili.
I rientri pomeridiani diventano facoltativi
(è abrogato l’art. 129 dell’ DLgs 297/94
– ordinamento scuola elementare): di conseguenza
scuole e enti locali (visti i tagli crescenti
nei finanziamenti) si orienteranno a organizzare
le 27 ore obbligatorie in orario unicamente
antimeridiano.
Al posto della scuola elementare dei tempi
distesi, uno dei punti di forza della riforma
del ’90, torna la scuola elementare del mattino,
in cui saranno compresse 27 ore, con doposcuola
pomeridiano a richiesta delle famiglie che
non possono permettersi percorsi a pagamento.
Tempo pieno
Non è più possibile: è abrogato, a questo
fine, l’art. 130 del DLgs 297/94.
È espressamente previsto dal decreto che
il tempo mensa sia al di fuori dell’orario
di funzionamento (27 ore settimanali + 3
opzionali e facoltative).
Il modello del tempo pieno previsto dall’attuale
ordinamento della scuola elementare (40 ore
settimanali, compresa la mensa, e due insegnanti)
è cancellato: il tempo mensa non sarà più
coperto da insegnanti statali, ma da personale
a carico degli enti locali o assunto a prestazione
d’opera dalle scuole con costi a carico delle
famiglie.
Fino ad oggi il tempo pieno ha dato una risposta
educativa di qualità alla domanda sociale,
negli ultimi anni è cresciuto passando dal
15% del ’90 all’attuale 26%, in diverse realtà
metropolitane rappresenta il modello maggioritario
(a Milano raggiunge l’82%), in questo anno
scolastico molte richieste non hanno trovato
risposta.
Organici
Sono aboliti gli organici funzionali, che
prevedevano un monte ore docenti superiore
al monte ore alunni e quindi assicuravano
quote di compresenza.
Per le attività opzionali e facoltative potranno
essere assunti insegnanti con contratti a
prestazione d’opera.
Docente coordinatore-tutor
Ad ogni classe è assegnato un docente coordinatore-tutor
con le seguenti funzioni:
· concorre prioritariamente al raggiungimento
delle finalità educative;
· orientamento;
· tutorato degli allievi;
· coordinamento delle attività educative
e didattiche;
· cura della relazione con le famiglie;
· cura della documentazione valutativa.
Le funzioni attribuite a questa nuova figura
di insegnante lo delineano come l’unico vero
responsabile della classe.
Ad un insegnante con funzioni così ampie
in relazione ad alunni, colleghi, famiglie,
non può non corrispondere una figura di insegnante
subordinato e deresponsabilizzato, l’insegnante
dei laboratori.
Se anche fosse confermata la modifica, secondo
la quale sarebbe fatta salva la contitolarità,
è evidente che non muterebbe il ruolo gerarchico
e sovraordinato dell’insegnante coordinatore
tutor.
Nelle primi tre anni assicura almeno 18 ore
di insegnamento nella stessa classe (secondo
il primo testo diffuso) di insegnamento agli
alunni (secondo l’ultimo).
Se confermata, quest’ultima modifica appare
incomprensibile, visto che gli insegnanti
elementari sono tenuti sulla base del contratto
a 22 ore di insegnamento agli alunni.
In attesa di chiarimenti e di un testo ufficiale,
aggiungiamo che l’insegnante coordinatore-
tutor potrebbe essere scelto dal dirigente
scolastico.
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Tempo scuola
L’orario annuale obbligatorio è di 891 ore
(27 ore settimanali), comprensivo della quota
riservata alle regioni, alle scuole e dell’insegnamento
della religione cattolica. Attualmente le
classi funzionano con 30 ore settimanali
e 36 nel tempo prolungato.
Sulla base della richiesta delle famiglie
è possibile un ampliamento orario di 198
ore annue (6 ore settimanali), la cui frequenza
è facoltativa e opzionale per gli alunni.
L’eventuale offerta di attività e insegnamenti
aggiuntivi e facoltativi è organizzabile
anche per reti di scuole e utilizzando anche
esperti assunti con contratti di prestazione
d’opera.
Il tempo dedicato alla mensa è escluso sia
dalle 891 ore obbligatorie che dalle 198
facoltative.
Organizzazione didattica
È introdotta le figura dell’insegnante coordinatore-tutor,
individuato dal dirigente scolastico e in
possesso di una specifica formazione, cui
è affidata:
· la prioritaria responsabilità educativa;
· la funzione di orientamento degli alunni
per la scelta delle attività facoltative;
· la funzione di tutorato degli allievi;
· la funzione di coordinamento delle attività
educative e didattiche;
· la cura delle relazioni con le famiglie
e della documentazione del percorso formativo
dell’alunno, con l’apporto degli altri docenti.
Organici
È costituito l’organico di istituto che è
finalizzato a garantire il solo orario frontale
riferito alle 27 ore settimanali obbligatorie
e alle 198 ore annuali aggiuntive e facoltative.
Nel caso in cui alla copertura di queste
ultime non possano provvedere direttamente
le scuole,anche in rete, in quanto le attività
previste non sono riconducibili ai profili
degli insegnanti presenti nell’istituzione,
è possibile provvedere con contratti a prestazione
d’opera affidati ad esperti esterni.
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