15 Settembre, 2002
Pierattilio Superti, segretario DS: intervista a 'La Voce' di Cremona
Fausto Cacciatori candidato sindaco - “Siamo uomini o caporali?” Chiedeva Totò. “Noi diesse siamo uomini” risponde Superti “Nessun soldato che deve ubbidire nelle nostre fila, ma uomini liberi e responsabili ........
“Siamo uomini o caporali?” Chiedeva Totò. “Noi diesse siamo uomini” risponde Pier Attilio Superti, segretario della Quercia cremonese. “Nessun soldato che deve ubbidire nelle nostre fila, ma uomini liberi e responsabili, che possono permettersi di avere opinioni diverse all’inizio di una discussione, perché sanno di avere la stessa idea, non la stessa ideologia: la stessa idea della città, la stessa idea sull’amministrazione che sta concludendo il suo doppio mandato, la stessa idea sul futuro”. Diesse divisi sulla candidatura di Fausto Cacciatori a sindaco? Superti sorride. ‘Ma mi faccia il piacere!’ direbbe, ancora, il grande Totò.
intervista di Fiorenzo Gnesi (da La Voce di Cremona del 6-11-03) .
“Nessuna notte dei lunghi coltelli, nessuna resa dei conti. Nel gruppo dirigente c’è stata una discussione. Qual è il problema?”
E’ evidente che Pier Attilio Superti, segretario dei Ds, vorrebbe chiudere in fretta il tema della più o meno presunta contestazione alla scelta del vertice della Quercia che ha indicato Fausto Cacciatori come possibile candidato sindaco del centro sinistra. Insistiamo.
Il problema, caro Superti, è nel merito di quella discussione.
"E proprio una discussione di merito è stata. Si è discusso del nesso tra innovazione e continuità nell’amministrazione. Ma l’alternativa non era riducibile a Cacciatori versus Luciano Caon. Tant’è vero che la direzione della federazione ha votato all’unanimità la scelta di Fausto Cacciatori come candidato da proporre all’Ulivo e al centro sinistra."
Questo è detto nel vostro comunicato stampa. Che una riga più sotto dice “sulla base dell’orientamento positivo della direzione cittadina”. Vuol dire che là non c’è stata unanimità??
"Nella direzione cittadina non si è votato, perché lo statuto non lo prevede. Ma l’orientamento era di una maggioranza di quelle che una volta venivano definite bulgare. In ogni caso, se anche dovessero permanere alcune diversità di vedute, non vedo dove stia il problema."
Entriamo nel merito, allora. Cacciatori perché? Come nasce questa ipotesi di candidatura?
"Noi abbiamo innovato nel 1990. A Cremona si è costituita la prima ‘giunta anomala’ d’Italia fra Dc, Pci e Verdi, antesignana dell’Ulivo. Ancora una forte innovazione abbiamo lanciato nel ‘95, con la candidatura di Paolo Bodini. I fatti ci hanno dato ragione. Ma abbiamo sempre avuto la forza di non adagiarci sulle cose positive fatte. Oggi l’Ulivo si può presentare con una relativa tranquillità alle elezioni amministrative. Il sondaggio che abbiamo commissionato dice che le grandi scelte delle amministrazioni locali sono approvate dalla maggioranza dei cittadini, e anche nelle intenzioni di voto l’Ulivo è in testa non solo come coalizione, ma per la prima volta anche come somma dei singoli partiti, nel ‘proporzionale’, insomma. Anche se non dobbiamo dormire sugli allori e tenere invece conto delle criticità che pure esistono."
Lei sta parlando di innovazione nella continuità. Non le sembra un po’ andreottiano come concetto??
"La continuità è nelle cose: non possiamo buttare a Po dieci, quindici anni di buongoverno. Abbiamo a questo punto di fronte due scelte: o adagiarci sul buon lavoro fatto, oppure essere capaci di aprire, ancora una volta, una nuova frontiera, sapendo che non si parte da zero, e raccogliendo anche la domanda di cambiamento che viene da una fetta importante della società. Possiamo farlo proprio perché il centro sinistra non ha l’acqua alla gola. Dobbiamo farlo perché questa è la ragione stessa dell’Ulivo cremonese. Vogliamo che spuntino nuovi rami sullo stesso albero. In questi anni abbiamo costruito relazioni che ci hanno permesso di interloquire con tutte le espressioni della società cremonese. Ebbene, Cacciatori nasce proprio da questa capacità."
Innovazione, dunque. Anche la scelta di Giuseppe Torchio, politico navigato e di lunga data, già parlamentare, per la Provincia è un’innovazione??
"Certo. Avevamo anche in Provincia amministratori bravissimi, da Fiorella Lazzari a Giorgio Toscani a Giovanni Biondi. Abbiamo scelto un elemento di novità. Torchio in questi anni si è costruito un’esperienza diversificata e di alto livello..."
Ma che cosa c’entra con Cacciatori??
"Credo che entrambi, nella loro diversità, rappresentino soprattutto la Cremona consapevole delle proprie tradizioni e del proprio valore, ma che sa aprirsi alle nuove sfide, che sa ‘fare sistema’, come ha auspicato Giandomenico Auricchio nella bella intervista al vostro giornale. Ecco, sono convinto che stiamo parlando di persone che questo concetto, questo impegno ce l’hanno nel sangue. Del resto l’apprezzamento delle categorie economiche verso Cacciatori è significativo. Attenzione, non lo confondo certo con l’intenzione di votarlo, ma credo che sia un apprezzamento verso una persona che svolge bene un’attività economica e istituzionale, che ha iniziativa."
Ora però dovrete tradurre tutte queste argomentazioni in un programma. Quando??
"Il programma dovrà nascere dal lavoro comune dei candidati e delle forze del centro sinistra, mi auguro tutte, cioè anche Rifondazione e Lista Di Pietro. Credo che attorno a Natale potrà essere delineato. Certamente partiamo da un’idea di città che ritengo condivisa."
Come dovrebbe essere, secondo voi, la Cremona del prossimo decennio??
"Una città sicura, serena, solidale, che non lascia soli i più deboli, e a questo proposito vorrei ricordare che i nostri servizi sociali godono di un gradimento fra i più alti in Lombardia. Una città che continui a puntare su uno sviluppo equilibrato, basato sul rispetto del territorio, sulle tipicità cremonesi, sulla qualità della vita che è ambiente, cultura, lavoro. Una città bella per viverci, non per dormirci, con un’amministrazione pubblica vicina ai cittadini, che sa occuparsi anche delle piccole cose."
Ecco la nota dolente...
"Sì, in questi anni abbiamo fatto grandi scelte. Questo ha un po’ sacrificato il quotidiano. E’ stato un passo necessario. Ma proprio questa scelta ci consentirà, ora, di prestare maggiore attenzione a quegli aspetti. Ma non tramonteranno le grandi scelte. Come presidente della Cna, proprio Cacciatori ha molto insistito su un tema strategico per il futuro di Cremona: le ex caserme. Ora verranno acquistate, con un grande impegno economico. Ma sarà la prossima amministrazione che dovrà farle diventare il cuore pulsante della città."
Così torniamo inevitabilmente ai candidati, e soprattutto a Cacciatori, poiché Torchio ormai è fuori discussione. Non c’erano alternative??
"Dimostreranno entrambi quanto sia grande la loro autonomia personale, politica e di pensiero. Hanno due percorsi diversi, ma Cacciatori non è estraneo alla politica e all’Ulivo. Parliamoci chiaro: l’alternativa era Gian Carlo Corada. Ma al di là del rispetto che dobbiamo alle sue motivazioni contrarie, io credo che Corada e Bodini debbano essere candidati alle politiche, che per me non saranno così lontane. E Cremona deve essere orgogliosa di avere in Parlamento due rappresentanti simili. Certo, la proposta di Cacciatori ha suscitato stupore, ma anche ammirazione."
E qualche mugugno.
"Sono certo che le perplessità si scioglieranno. E’ una proposta che sconta la necessità di essere maturata, discussa anche. E del resto la condizione che lo stesso Cacciatori ha posto è quella che la sua candidatura unisca tutto l’Ulivo, e sia in grado di andare oltre. Da parte nostra abbiamo rifiutato la logica dell’appartenenza, secondo la quale se in Provincia viene candidato un esponente della Margherita, al Comune dovrà andare un Ds. Noi abbiamo un’idea diversa. Vogliamo esprimere una cultura di governo. Abbiamo cercato quella che secondo noi è la persona in grado di incarnare meglio tutto quanto detto finora. Sono convinto che affronteremo la campagna elettorale che lo vedrà supportato con convinzione da tutti."
Anche da Rifondazione?
"Spero di sì. Loro hanno dichiarato di non avere remore personali, ma di voler discutere di programmi. Io vorrei, con Rifondazione, un accordo politico, che significa corresponsabilità di governo. Nel senso che si vince o si perde insieme."
Il ‘caso Caon’ ha però sollevato una questione di metodo, una accusa di mancata condivisione.
"Intanto devo dire che Luciano Caon da mesi aveva dichiarato, verbalmente, la propria indisponibilità. Ma ha sempre condiviso il percorso politico. Capisco l’esigenza di una discussione più aperta, ma quando si prendono decisioni, assumendosene la responsabilità, si scontano problemi di metodo, anche qualche errore. Tuttavia l’operazione era talmente delicata che era necessaria la massima riservatezza. In tutte le organizzazioni complesse ci sono momenti in cui esiste un obbligo alla riservatezza. Ma credo che quei problemi oggi, nei Ds, siano superati e che si possa guardare al futuro. E sono convinto che il medesimo spirito prevarrà anche fra gli alleati, una volta che avranno capito la forza di Fausto Cacciatori."
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La Redazione di Welfare Cremona News ringrazia 'La Voce' e Fiorenzo Gnesi per la gentile concessione
 
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