15 Settembre, 2002
I Sindaci dei piccoli comuni hanno protestato contro la finanziaria.
Protezione civile: 80 milioni di euro per i danni del novembre 2002-Le osservazioni di ANCI Lombardia al progetto di legge regionale
Protezione civile: 80 milioni di euro per
i danni del novembre 2002
Le osservazioni di ANCI Lombardia al progetto
di legge regionale
Ottanta milioni di euro da distribuire entro
la prossima primavera ai cittadini rimasti
senza casa a seguito delle calamità naturali
del novembre 2002. L’impegno è stato preso
dall’assessore regionale Massimo Buscemi,
nel corso di un incontro svoltosi a Brembilla
(Bg) dove un anno fa sono andate distrutte
83 abitazioni e dove 89 famiglie sono ancor
oggi costrette a vivere in condizioni di
precarietà.
All’incontro era presente il presidente di
Anci Lombardia on. Giuseppe Torchio, unitamente
al sindaco di Brembilla Carlo Salvi, a Valentina
Lanfranchi (Colzate) e agli altri sindaci
bergamaschi i cui territori hanno subito
gravi danni, al direttore del Dipartimento
Protezione civile Guido Bertolaso, al presidente
della Provincia di Bergamo Valerio Bettoni
con l’assessore alla protezione civile Silvano
Donadoni e al Prefetto Federico Cono.
Nel pomeriggio lo stesso presidente Giuseppe
Torchio e il segretario generale di Anci
Lombardia Gabriele Pellegrini si sono incontrati
a Milano con la Sesta Commissione regionale
Ambiente e Protezione civile per esprimere
in un’apposita audizione le osservazioni
dei Comuni al progetto di legge d’iniziativa
della Giunta regionale n.378 di riordino
di tutta la complessa materia inerente la
protezione civile
“Questa iniziativa è attesa e importante
– ha sottolineato il presidente Torchio -
perché si colloca nell’ambito dei provvedimenti
diretti a razionalizzare e semplificare tutti
gli interventi che devono essere messi in
campo dal momento dell’emergenza sino alla
soluzione di tutti i problemi gravi che alla
popolazione ne derivano. Espresso questo
apprezzamento restano però alcuni importanti
problemi da risolvere. Anzitutto serve dalla
regione un aiuto finanziario per la creazione
di strutture e per la redazione di piani
di protezione civile e delle relative ricerche.
I Comuni devono ottemperare alla redazione
di questi piani, che hanno un costo non inferiore
ai 20 mila euro, a fronte dei quali ricevono
un contributo regionale di mille euro. È
evidente che, soprattutto le realtà più piccole,
sono in difficoltà e non riescono a trovare
le risorse. In quest’ottica, oltre a stanziare
più risorse, la Regione deve anche aiutare
ogni forma di associazionismo per piani intercomunali,
considerando anche che in Lombardia ormai
sono attive oltre 50 unioni dei Comuni ed
è assurdo e controproducente andare avanti
singolarmente in un settore dove invece la
massima coordinazione è essenziale per la
tutela del territorio e dei suoi abitanti.
Altri problemi aperti restano quelli del
ruolo delle province nei confronti dei Comuni,
mentre resta ancora non definita la struttura
centrale regionale alla quale fare riferimento”.
“Un altro fondamentale aspetto – rileva ancora
Torchio – riguarda la posizione dei volontari
nei confronti della sicurezza del lavoro.
I vigili del fuoco giustamente godono di
una copertura istituzionale di alto profilo.
Per i volontari, che pure sono esposti ad
elevati rischi, non è così. Anche in questo
caso non è ipotizzabile che i Comuni abbiano
le risorse adeguate per le coperture assicurative.
Non appare del tutto convincente neppure
il fatto che la Regione non sia in grado
di ottenere da parte delle compagnie assicurative
condizioni vantaggiose. Di fatto il volontariato
resta così esposto a situazioni di insicurezza
che il progetto di legge regionale non risolve.
Questo è un problema che deve essere risolto.
Complessivamente, pur apprezzando la volontà
propositiva, l’impressione complessiva è
che il provvedimento non tenga in adeguata
considerazione i problemi concreti dell’amministrazione
locale quotidiana e delle difficoltà degli
amministratori nel comprendere e applicare
principi generali di alto profilo filosofico,
ma di difficile concreta attuazione”.
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I Sindaci dei piccoli comuni hanno protestato
contro la finanziaria.
Il presidente dell’ANCI Leonardo Domenici
ed il presidente della consulta nazionale
dei comuni di minore dimensione demografica
Giuseppe Torchio, hanno protestato, re, muniti
di fascia tricolore, all’iniziativa indetta
nella mattinata di giovedì 13 novembre u.s.
, davanti a Montecitorio, per chiedere il
superamento dei tagli della legge finanziaria
e dei limiti del secondo mandato elettivo
dei sindaci.
La manifestazione è continuata con il Consiglio
Nazionale dell’ANCI in Piazza San Salvatore
in Lauro con la presenza di delegazioni alla
presidenza delle camere e di vari gruppi
parlamentari.
Il presidente Torchio lamenta la mancanza
di volontà politica nel superare i nodi a
più riprese rappresentati alle varie forze
politiche, al Governo ed alle Istituzioni.
Molti avevano promesso la prossima soluzione
di tali passaggi sia sul versante delle misure
per il rilancio dei comuni minori sia per
l’abolizione dell’assurdo limite del mandato
elettivo dei sindaci, sia ancora delle forti
penalizzazioni introdotte dalla finanziaria
sul sistema complessivo degli enti locali.
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