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15 Settembre, 2002
L'impegno dell'ANCI contro la finanziaria che taglia i servizi ai comuni
La politica di questo Governo affossa l'autonomia dei Comuni

PICCOLI COMUNI: TORCHIO (ANCI), NO A TESTO SENATO SUL TERZO MANDATO
I TAGLI AI ‘PICCOLI’ IN FINANZIARIA RAPPRESENTANO MEDIOEVO DELLA POLITICA


‘’L’ipotesi parlamentare di concedere – bontà’ loro – il superamento del secondo mandato elettivo per i Sindaci dei Comuni con popolazione inferiore a 1000 abitanti, rappresenta una proposta ‘pauperista’ priva di quel minimo di coraggio politico e amministrativo nel cogliere quanto e’ stato da tempo indicato, dalle Presidenze della Repubblica e della Camera e da taluni Ministri e uomini di Governo, come limite minimo di riferimento e cioe’ quello dei 5000 abitanti’’.
Lo dichiara l’Onorevole Giuseppe Torchio, Presidente della Consulta dei piccoli Comuni dell’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni italiani, forte delle circa 7000 adesioni da parte di altrettanti Comuni.
“Il testo presentato al Senato - continua Torchio - fa venire il latte alle ginocchia e rappresenta una colossale presa in giro che si unisce ad un quadro economico e finanziario da terzo mondo e degno di un oscuro medioevo della politica, nel quale questo Governo e questo Parlamento intendono ricacciarci’’.
‘’Ai parlamentari ed agli uomini di Governo che affermano di pensarla diversamente – conclude Torchio - il compito di dimostrarlo con gesti concreti e visibili. Diversamente il silenzio nelle sedi istituzionali proprie, sarà’ interpretato come connivenza a tale impostazione’’.
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A Milano 211 milioni per la metropolitana e oltre 28 milioni per gli uffici giudiziari
A Pavia oltre 32 milioni per il programma di riqualificazione urbana (PRUSST)


CASSA DEPOSITI E PRESTITI: finanziamenti per 1657 milioni.
Ultima seduta dell'anno il 9 dicembre. Gli enti locali
saranno presenti nel Cda riformato della nuova Cassa Spa?

Si è tenuta sotto la presidenza dell'on. Maria Teresa Armosino la seduta del Consiglio di amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti, la penultima dell'annata e forse di questo Consiglio in carica, per effetto delle profonde modifiche apportate all'istituto di via Goito dall'art. 5 della Finanziaria, a partire dalla trasformazione in Spa.
Complessivamente la Cassa Depositi e Prestiti ha deliberato la concessione di 2.604 mutui per un importo complessivo di 1.657 milioni di euro. La parte del leone è stata fatta da Milano (per la metropolitana 211 milioni 154mila euro, per gli uffici giudiziari 28 milioni e 658 mila euro), ma anche Bormio ha ottenuto 3 milioni 635 mila euro per impianti sportivi e parcheggio, l'Amministrazione provinciale di Bergamo oltre 4 milioni per edifici scolastici e Lissone 3 milioni e 70 mila euro per opere di viabilità.
Ai mutui concessi a tasso fisso sono stati applicati i tassi di interesse determinati come segue: 4,15%, con ammortamento fino a 10 anni; 4,50% (da 11 a 15 anni) 4,75%, (da 16 a 20 anni); 4,95%, (da 21 a 25 anni); 5,05%, (da 26 a 30 anni), mentre ai mutui concessi a tasso variabile la maggiorazione da applicare all'indice di riferimento prevede 12 punti base per i mutui a 10 anni, 15 punti base per i mutui a 15 anni, 18 punti base per i mutui a 20 anni, 20 punti base per i mutui a 25 anni e 22 punti base per i mutui a 30 anni. I suddetti tassi sono ridotti di 15 centesimi per il finanziamento di interventi infrastrutturali inseriti nei Patti territoriali e nei Contratti d'area, approvati ai sensi delle disposizioni vigenti, nonché per il finanziamento di spese di investimento inserite nei programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio (Prusst) e delle spese di investimento destinate all'esercizio coordinato, associato o congiunto di funzioni e servizi.
Con quelli deliberati ieri - 264 mutui per un importo complessivo di 1657 milioni di euro e 13 "formali impegni" per un importo di oltre 51 milioni - i mutui concessi nel 2003 ammontano complessivamente a 11.065 milioni di euro, di cui 6.729 agli enti locali.
Inoltre la Cassa ha aderito al finanziamento degli investimenti pubblici di 26 programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio (PRUSST) per un ammontare di quasi 2 miliardi di euro per un arco temporale che va dai quattro ai quindici anni, tra cui quello della zona di Pavia dell'ammontare di oltre 32 milioni e 653 mila euro.
"Argomento di discussione - afferma il rappresentante dei comuni nel Consiglio di amministrazione on. Giuseppe Torchio - sono state le questioni legate alla rinegoziazione dei mutui conclusasi il 30 settembre scorso, ma con oltre 40 Comuni che hanno inoltrato la domanda con qualche giorno di ritardo. Al riguardo il Consiglio di amministrazione, chiedendo l'intervento del Ministero dell'Economia, ha tuttavia espresso un parere favorevole all'accoglimento delle domande, ove collegate a delibere adottate nei termini previsti del 30 settembre scorso. Analogamente parere favorevole in attesa di provvedimento del Ministro dell’Economia per la possibilità di rinegoziazione per i Comuni delle Marche e dell’Umbria oggetto di terremoto.
La prossima seduta del Consiglio di amministrazione è fissata per martedì 9 dicembre e le domande devono pervenire entro le ore 12 di lunedì 1 dicembre.
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Lettera di Giuseppe Torchio, Presidente dell'Anci Lombardia, alla Giunta Regionale Lombarda

Oggetto: Ripartizione risorse del Fondo Nazionale per le politiche sociali, in applicazione della L. 328/00. Assegnazione alle ASL e al Comune di Milano dei finanziamenti per l'anno 2003.
Nel confermare la disponibilità di ANCI Lombardia alla definizione di criteri per la ripartizione delle risorse di cui alla proposta di delibera fattaci pervenire, riteniamo preliminarmente di precisare che:
1. Per poter definire un accordo soddisfacente bisogna andare avanti sulla strada già avviata di valorizzazione dei distretti riconoscendo loro una competenza diretta alla tenuta contabile ed alla gestione dei fondi. Pertanto chiediamo che i contributi del Fondo Sociale vadano assegnati ai Comuni capo-distretto salvo loro rinuncia esplicita a favore dell'ASL
2. I Fondi diretti regionali andrebbero aboliti o gestiti di intesa tra Regione, Amministrazioni Provinciali e Associazioni dei Comuni
3. Va escluso qualsiasi ruolo di coordinamento, valutazione degli interventi e controlli dei risultati attribuiti alle ASL.
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INCONTRO ANCI-REGIONE:
I TAGLI DELLA FINANZIARIA NON FERMERANNO L’IMPEGNO DEI COMUNI NEL SOCIALE. IMPEGNO PER FONDO PER NON AUTOSUFFICIENZA LEA E LIVEAS


Nel corso dell’incontro tra la delegazione dell’ANCI Lombardia, composta dal Presidente Giuseppe Torchio e dal Vice Presidente Giovanni Mele, dal Presidente del Dipartimento Servizi alla Persona Giacomo Bazzoni e da Pierfranco Maffè dell’Esecutivo Regionale, con l’Assessore alla Famiglia Giancarlo Abelli per la ripartizione del Fondo Nazionale per le politiche sociali previste dalla legge 328 (Turco), sono state presentate tre richieste che i Comuni ritengono fondamentali:
1. Per poter definire un accordo soddisfacente bisogna andare avanti sulla strada già avviata di valorizzazione dei distretti riconoscendo loro una competenza diretta alla tenuta contabile ed alla gestione dei fondi. Pertanto chiediamo che i contributi del Fondo Sociale vadano assegnati ai Comuni capo-distretto salvo loro rinuncia esplicita a favore dell'ASL
2. I Fondi diretti regionali andrebbero aboliti o gestiti d’intesa tra Regione, Amministrazioni Provinciali e Associazioni dei Comuni
3. Va escluso qualsiasi ruolo di coordinamento, valutazione degli interventi e controlli dei risultati attribuiti alle ASL.
Il Presidente, on. Giuseppe Torchio, a margine dell’incontro sviluppatosi in un clima di collaborazione istituzionale e d’apertura ha rilasciato la seguente intervista:
“La Finanziaria in corso, in particolare i dati pubblicati dall’ANCI prevedono un taglio mediamente di due cifre fino ad arrivare al 40% per i Comuni, in particolare, di minore entità demografica alla faccia didevolution e federalismo. Questi sono dati che fanno pensare, perché il nostro governo mentre riesce ad evitare a Francia e Germania il rispetto del “patto di stabilità”, dall’altro continua a taglieggiare gli Enti Locali, in particolare i comuni più piccoli che, secondo la Corte dei Conti, hanno sostanzialmente rispettato i vincoli di tale patto.
Si calcola, infatti, che il taglio del “welfare” sia pari a quasi un terzo delle somme precedentemente disponibili e cioè del 29%.
Qui si muove un’altra riserva sostanziale che riguarda le modalità di erogazione dei sussidi sociali. Ieri per la scuola oggi per il buono o voucher per il 2° figlio nato sono decisi a prescindere dalle volontà dei comuni che a parità di spesa dovrebbero più utilmente offrire un pacchetto di servizi dalla refezione scolastica, al trasporto, alle rette differenziate per gli asili nido, alla banca del tempo per i genitori, sembra far difetto.
Ma al governo sembra mancare il DNA del pluralismo e delle autonomie locali per cui si scodella la stessa minestra per Roma e per Derovere.
Con la Regione Lombardia, abbiamo sottoscritto un patto interistituzionale firmato dall’ANCI e dalle provincie rappresentate da Giancarlo Corada proprio per significare la più alta e decisa unità d’azione contro i tagli insopportabili della Finanziaria. Formigoni e l’Assessore Colozzi, non diversamente dal vice presidente dell’Emilia Romagna Del Bono, hanno chiesto la nostra solidarietà per una battaglia comune e noi sappiamo che tra le mille cose che ci dividono sul welfare è possibile agire congiuntamente per rinsaldare le azioni previste dalla legge Turco 328 nei piani di zona a livello distrettuale.
Ieri (28 novembre) abbiamo avuto un primo incontro con l’Assessore Abelli e gli abbiamo chiesto di rendere i comuni sempre più partecipi di una materia nella quale spendendo tre volte di più di quanto dia la Regione e, comunque, in Lombardia, sette volte di più della media nazionale.
Ma attenzione: certe percentuali riferite ai buoni o voucher sociali che prevedono fino al 70% delle risorse per tali progetti, vanno attuate con grande flessibilità ed adottate a livello locale.
Per quanto riguarda il livello di confronto con il territorio va tenuta nella massima considerazione la rappresentanza sindacale dei lavoratori, l’associazionismo e il volontariato anche familiare, il terzo settore e la cooperazione sociale, la Caritas e le altre importanti agenzie presenti nella vita civile e sociale.
Inoltre va definito quanto prima l’immane lavoro sviluppato dall’ANCI Lombardia con gli assessori ai servizi sociali di tutta Italia a proposito di Livelli minimi essenziali (LEA e LIVEAS) delle prestazioni socio sanitarie.
La Regione Lombardia è oggi pronta ma non così il governo che tira a verze da quasi due anni sui temi di primaria importanza. Vogliamo delle risposte concrete e non solo promesse da marinai.
Ma il pubblico, lo sappiamo, non può fare tutto da solo in una sorta di visione dello Stato etico.
Per questa la nostra apertura al “privato sociale” è totale e convinta anche nella considerazione della sua radicalità e della sua crescente dimensione nella vita di una società dove cresce parallelamente all’esplodere di nuove povertà.
Il problema più grande, è quello di aiutare queste forme organizzate di solidarietà ad emergere e ad essere riconosciute nelle loro grandi valenze e contenuti.
E questo fa parte di un bagaglio culturale e politico di grande spessore nelle nostre comunità che va coltivato fino a diventare un punto programmatico imprescindibile per le prossime amministrative locali.
Vanno inoltre estesi i contenuti degli accordi con le rappresentanze di pensionati, delle famiglie del terzo settore, della realtà giovanile e familiare, del servizio civile volontario. A tali accordi aderiscono oltre mille comuni della Lombardia anche sulla sorta di precise convenzioni in essere.
Da ultimo non si possono trascurare le recenti intese con la Regione a livello di paniere dei costi e delle tariffe, non solo degli alimentari ma anche dei servizi pubblici locali.
Siamo impegnati, nonostante i tagli del governo e la mancata attuazione di linee dignitose di trasferimenti per i servizi che siamo chiamati ad assolvere, a monitorare le tariffe a livelli accettabili per garantire il welfare locale e con le Camere di Commercio stiamo attivando un pacchetto di iniziative per i servizi scolastici e per i consumi familiari”
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TORCHIO (ANCI): GOVERNO NEMICO DEI COMUNI
CHIUDEREMO I SERVIZI SOCIALI.


A margine delle varie assemblee di sindaci convocate nelle province lombarde, il presidente dell’ANCI Lombardia e della Consulta Nazionale dei Piccoli Comuni, on. Giuseppe Torchio, ha dichiarato:
“I cittadini italiani devono sapere di avere un Governo nemico, che non presta la ben che minima attenzione ai sindaci eletti direttamente alla guida degli ottomila comuni italiani. Dopo questa finanziaria saremo costretti non solo a spegnere l’illuminazione pubblica, ma a tagliare in maniera netta e irreversibile i servizi sociali, recando gravi disagi nelle fasce più deboli della popolazione”.
Mi domando – ha continuato l’on. Torchio – a che serva la nostra presenza ai tavoli istituzionali, che distoglie sindaci dalle loro città, buttandoli sugli aerei per esprimere pareri su caterve di quisquiglie burocratiche a Palazzo Chigi e togliendoli dall’emergenza sempre più acuta delle città.
Va archiviato definitivamente quel poco che è rimasto dei tavoli delle Conferenze Stato Città e Conferenza Unificata, problema sollevato giustamente dallo stesso presidente della Regione Lombardia Formigoni.
Di fronte alla sepoltura della bicameralina, all’esclusione dei comuni dal prossimo senato federale, al blocco delle città metropolitane e alla condanna a morte certa dei piccoli comuni, va sospesa e annullata ogni forma di presenza istituzionale.
Rimane solo il Parlamento, con il suo alto riferimento per il paese, quale organo cui appellarsi e chiedere le risposte che il Governo è incapace di dare.
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