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15 Settembre, 2002
I piccoli comuni ce la mettono tutta...a cura dell'anci Lombardia.
NONOSTANTE I TAGLI DEL WELFARE I COMUNI DANNO SEMPRE DI PIU’ AL SOCIALE

I piccoli Comuni ce la stanno mettendo tutta
Nella seduta di ieri della Conferenza Stato-Città ed Autonomie locali approvato il regolamento di attribuzione del fondo di 5 milioni di euro per le Unioni di Comuni che gestiscono il servizio di polizia locale in forma associata.
“I piccoli Comuni ce la stanno mettendo tutta per continuare a garantire e, ove possibile, migliorare i servizi offerti ai cittadini” – dichiara Giuseppe Torchio, Presidente Consulta Nazionale ANCI piccoli Comuni.
Lo sblocco del fondo di 5 milioni di euro, avvenuto ieri ma messo a disposizione della finanziaria dello scorso anno e non riconfermato in quella attuale, rappresenta una boccata d’ossigeno per le Unioni tra i piccoli Comuni.
Sono oltre ormai oltre 200 le unioni di Comuni nate negli ultimi anni e, per la maggior parte gestiscono la polizia locale in forma associata, oltre che numerosi altri servizi e funzioni comunali.
Di grande interesse i risultati raggiunti in pochi anni con l’ottimizzazione delle risorse che, in particolare per la polizia locale, si sono concretizzate in un aumento dell’efficienza del servizio, abbattimento dei costi e, in definitiva, nel miglioramento delle condizioni generali di sicurezza del territorio.
"Ma questo é solo uno dei risultati possibili raggiungibili volontariamente dai 1000 Comuni piccoli rappresentati ormai nelle Unioni” – afferma Giuseppe Rinaldi, Coordinatore Nazionale ANCI Unioni di Comuni.
Molti altri servizi potrebbero certo essere gestiti al meglio e con maggiori garanzie future per i cittadini.
Peccato, che la finanziaria di quest’anno preveda tagli di oltre 60% per le forme associative dei Comuni e di circa il 50% per il sostegno ai singoli piccoli Comuni.
Roma, 18 dicembre 2003
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TORCHIO AL CONVEGNO AUSER DI LEGNANO
NONOSTANTE I TAGLI DEL WELFARE I COMUNI DANNO SEMPRE DI PIU’ AL SOCIALE

Intervenendo alla Sala Teatro Ratti di Legnano (MI) a margine di un convengo sull’impegno degli Enti Locali il presidente dell’ANCI Lombardia, on. Giuseppe Torchio, ha sviluppato il pensiero già espresso nei giorni scorsi sia in occasione dell’incontro Pastorale con il Vescovo di Cremona Monsignor Lafranconi, sia al convengo a Palazzo Cattaneo organizzato dall’Assessore Provinciale Polenghi che in occasione dell’iniziativa dell’ASL di Cremona per i servizi alla persona.
Il filo rosso del ragionamento dell’ANCI parte dai timori di uno stravolgimento della stessa Legge Regionale 31 di riforma sanitaria mediante un accordo di ferro tra Aziende Sanitarie Locali Aziende Ospedaliere rafforza la spesa strutturale degli Ospedali a danno dei servizi sociali del territorio.
I comuni hanno raccolto la sfida della Legge Turco che li ha posti al centro della programmazione socio-assistenziale anche attraverso una più intensa relazione con il territorio, terzo settore, il privato sociale, il volontariato, la Caritas, le Parrocchie.
I dati lombardi parlano da soli. Dopo la stangata della finanziaria emerge ancora più chiaro il forte impegno dei comuni che, da un lato, rispondono per oltre l’80% alle esigenze di bilancio mediante entrate proprie e dall’altro forniscono risposte sempre più qualificate nel settore del servizio sociale, con una spesa pro-capite superiore di ben sei volte la media nazionale.
Questo dato riguarda comuni retti dal centro destra come Legnano o Milano, al pari dei comuni retti dal centro sinistra.
Ma in Lombardia esiste anche una forte consapevolezza dell’integrazione socio-sanitaria assistenziale a diciassette anni di distanza dalla Legge Quadro sull’assistenza, la n.1 del 1986, tutti hanno chiaro come solo la metà della spesa per le case di riposo e per altre prestazioni gravi sulla regione, mentre, per la restante parte, diversamente da quanto avviene in molte regioni italiane, che scaricano l’intera spesa sul servizio sanitario nazionale, si deve fare riferimento alle famiglie ed ai comuni.
Per questi motivi da un lato deve crescere l’apporto nazionale al welfare, soprattutto dopo la raffica dei tagli che ha portato ad una riduzione di quasi 1/3 dei fondi complessivi per il settore, mentre non giunge alcuna conferma della necessaria intesa con il Governo sui Lea e Liveas, onde garantire i livelli essenziali di assistenza alla popolazione.
Il rapporto con la Regione Lombardia si è fatto intenso e aperto. Alla richiesta di realizzare una sola rete di protezione sociale unificando il sistema delle Assi, con quello dei comuni, la risposta non può che essere favorevole tenendo conto della necessità di ridurre le spese di sistema onde sviluppare sempre più nuovi servizi alla persona.
Torchio ha concluso il suo intervento congratulandosi con l’Auser e la Caritas per il nuovo sistema telefonico di contatto degli anziani ed emarginati finanziato nel distretto di Legnano dalla Regione Lombardia.
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ANCI LOMBARDIA: Un articolato dibattito a Cologno Monzese
Su tutte le imminenti novità relative al governo del territorio



“Un momento di confronto propositivo con la Regione e di utile approfondimento all’interno del sistema dei comuni. La scommessa è quella di essere sempre più una valida interfaccia in questo momento di grandi cambiamenti. Noi, come Anci Lombardia, intendiamo accompagnare l’azione della Regione, al fine di arrivare alla stesura di un testo condiviso per tutelare gli interessi delle nostre comunità. Alla nostra gente interessano risposte celeri e qualificate. Questo noi ricerchiamo in piena sintonia istituzionale con la Regione”. Così il presidente Giuseppe Torchio ha sintetizzato i lavori della giornata di studio sui temi del governo del territorio che si è tenuta a Cologno Monzese, nella Sala Pertini di Villa Casati.
L'iniziativa, promossa da Anci Lombardia, è stat aperta dal saluto del sindaco di Cologno Monzese Giuseppe Milan.
Quindi le relazioni introduttive. L'avv. Stefano Lucarelli, (Valutazione in merito al P.d.L. regionale n.351 "Il Governo del territorio" e al P.d.L. regionale n. 376 "Disposizioni in materia di accordi di programma comportanti varianti agli strumenti urbanistici") ha evidenziato i principi del piani urbanistici, evidenziando gli spartiacque che differenziano il ruolo di Regioni, Province e Comuni e gli strumenti fondamentali in cui questo piano si articolerà, sia come atti di indirizzo che come documenti a carattere vincolante.
L’avv. Ercole Romano, consulente di Anci Lombardia (valutazioni in merito al P.d.L. "Norme regionali in materia di espropriazione per pubblica utilità"), ha sottolineato come ancora si è a una prima bozza su questi temi, e che l’autentica scommessa sarà quella di capire se anche la stessa Regione potrà avere necessità di esproprio sulla base di interventi di pubblica utilità.
L'avv. Giovanni Mariotti, consulente di Anci Lombardia (valutazioni in merito al P.d.L. regionale "Disciplina degli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture) ha focalizzato l’attenzione soprattutto sugli “accordi quadro, quelli che verranno stipulati tra più enti per affrontare le problematiche più complesse”. “Tra le novità – ha aggiunto l’avv. Mariotti – anche gli accordi operativi quali basi per l’inserimento di opere, programmi, progetti e gare d’appalto. Inoltre vi sarà il dialogo competitivo, che consentirà di far precedere a qualunque operazione ipotesi contrattuali preordinate”.
Il Vicepresidente di Anci Lombardia Giovanni Mele ha quindi evidenziato che il testo in discussione in Regione è “decisamente migliorativo rispetto a quello della prima stesura. Si tratta di un testo ancora in itinere, quindi ancora migliorabile. Quello che ancora non si può condividere è il silenzio-dissenso, che penalizza certamente i Comuni, come pure il fatto che tutti auspicano una riduzione della burocrazia e tempi snelli, ma ciò non deve significare che verrà bypassato il parere della Conferenza dei sindaci”.
Il segretario generale di Anci Lombardia Gabriele Pellegrini ha ribadito l’importanza di questa giornata “alla luce di una serie di provvedimenti in atto davvero molto interessanti per i Comuni. Si tratta di una prima verifica, cui farà seguito a gennaio un convegno regionale su questi temi, proprio per delineare una posizione largamente condivisa”.
L’ing. Mario Rossetti, direttore generale dell'Assessorato Territorio e Pianificazione della Provincia di Milano, ha ribadito “che i Comuni avranno le loro competenze, che nessuno intende sminuire, anche se si dovrà tener conto di esigenze nazionali ed europee, non ultime quelle dei collegamenti, poiché si dovranno prefigurare nuove grandi direttrici di collegamento con il centro e Nord Europa che sicuramente avranno ripercussioni sul nostro territorio”.
Qualche legittimo e motivato interrogativo è stato posto dall'arch. Luciano Minotti, direttore del Centro studi PIM, che vede nell’operato di Province e Regioni possibili vincoli e limitazioni per i Comuni, sin qui assai più contenute.
Il vicepresidente di Anci Lombardia Silverio Clerici ha concluso rilevando che “serve un momento di raccordo tra i diversi livelli e che molto dipende anche dagli uomini preposti, che devono trovare un modo nuovo di interpretare i temi legati al territorio, per capire le interconnessioni che esistono in una regione come la lombardia tra l’area metropolitana e il resto del territorio”.
Il presidente Torchio ha ribadito la disponibilità di Anci, pur nella consapevolezza che “quando si mette in discussione un piano regolatore urbanistico di mette in discussione l’essenza stessa del territorio e che, proprio per questo, si deve agire con una larga condivisione e un consenso che deve partire dal basso”.
Milano, 16 dicembre 2003

 


       



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