15 Settembre, 2002
La mobilità integrata al centro del Consiglio Provinciale del 18 febbraio
Al vaglio dell'assise consiliare per la discussione definitiva tutto il Piano Integrato della Mobilità e singolarmente tutti i relativi piani di settore (viabilità, sicurezza stradale, trasporto merci e logistica, ferrovie, percorsi ciclabili).
La mobilità integrata al centro del Consiglio Provinciale del 18 febbraio
La mobilità integrata è al centro del Consiglio Provinciale del 18 febbraio. Dopo il via libera della Giunta, e dopo innumerevoli incontri e forum tematici sulle singole materie, passano al vaglio dell'assise consiliare per la discussione definitiva tutto il Piano Integrato della Mobilità e singolarmente tutti i relativi piani di settore (viabilità, sicurezza stradale, trasporto merci e logistica, ferrovie, percorsi ciclabili).
"E' l'atto programmatorio più corposo e consistente dell'attuale tornata amministrativa - spiega il Presidente Gian Carlo Corada -". Per l'Assessore Provinciale, Fiorella Lazzari che ne ha seguito la gestazione: "L'intento è quello di proporre una mobilità delle persone e delle merci che sappia incrociare i diversi vettori - acqua, ferro, gomma -, anzitutto per alleviare la pressione del trasporto su strada, che lambisce i livelli di saturazione, soprattutto a discapito della sicurezza e della salute. Il progetto è a disposizione di tutti gli enti interessati a dare corso ad un vero sviluppo sostenibile".
· Il piano della viabilità. Il nuovo documento, opera del Settore Progettazione Strade, va ad aggiornare le carte del 1987. Intercetta a seguito di un serrato confronto con i comuni interventi ritenuti prioritari e strategici sulla rete provinciale. Sono compresi il completamento della tangenziale di Soncino, un infinito elenco di rotatorie compatte (Romanengo, Pianengo, già appaltate e Casaletto Ceredano, Drizzona, Capralba, Palazzo Pignano, San Daniele), la variante di Casalmaggiore e Viadana, nonché le tangenziali di Robecco in raccordo al casello di Pontevico, e quelle di Corte de Frati, Rivolta d'Adda, Dovera, Capralba, Ticengo. Il piano ammette le ricadute positive sulla viabilità provinciale che arriveranno dagli interventi di corredo alle autostrade e dai grossi interventi già programmati (591, Paullese, Cremona-Mantova, Ti.Bre, Bre-Be-Mi), ai quali si associa l'effetto del complesso Peduncolo-Terzo Ponte in relazione alla città di Cremona. Il piano intercetta l'interesse per la riqualificazione della Via Postumia e della Melotta. Si preoccupa di ipotizzare uno sbocco sul sentiero dell'Adda a Castelleone dei traffici della Paullese e del completamento del sentiero dell'Adda da San Latino alla Sp 5 by-passando l'abitato di Montodine. Intercetta la necessità di liberare Crema dai traffici pesanti, con uno sbocco a nord e di garantire una continuità tra l'Asolana e i paesi ad est della ferrovia ecc...
· Il piano della sicurezza. La provincia di Cremona è all'8° posto in Lombardia per numero di incidenti. Trovano la morte 40 persone ogni mille incidenti. Sono più frequenti gli incidenti in ambito urbano. Ma si muore di più su strade extraurbane, perché si corre di più. Oltre il 60% degli incidenti è causato da errori comportamentali. Sono questi alcuni dei dati raccolti dall'Osservatorio provinciale dell'incidentalità. Il piano, realizzato dal Settore Manutenzione Strade, si pone di dare risposte a queste domande, ponendosi nel solco di una direttiva europea che impone la riduzione del 40% di incidenti stradali entro il 2010. Il piano propone un vademecum della sicurezza, con risposte alle criticità, con una strategia di programmazione delle manutenzioni, con un planning sugli interventi "minimi", ma determinanti per evitare gli incidenti, su un uso razionale della segnaletica.
· Il piano merci e della logistica. L'80% circa delle merci viaggia su gomma. Sono utilizzate poco le ferrovie. Pochissimo le idrovie. La previsione di crescita, secondo i dati della Commissione Europea Trasporti, è del 40% nei prossimi 10 anni. Il piano, realizzato dal Settore Territorio, si propone di governare il fenomeno, anche perché l'interesse per la materia è alto e diffuso: sul territorio sono coinvolte nel trasporto merci 1300 imprese, per 2000 addetti. Occorre rilevare che la Provincia di Cremona movimenta in Lombardia 6 milioni di tonnellate all'anno di merci. Ne movimenta 8 milioni di tonnellate, nel suo rapporto di interscambio con le altre regioni. L'80% del trasporto che interessa il territorio è di breve percorrenza, sta entro i 250 km. Ne deriva che le relazioni lunghe, ovvero quelle che superano i 250 km, possono trovare una giusta collocazione dal passaggio dalla gomma al ferro, quelle brevi è possibile governarle dall'interno con una buona rete viabilistica provinciale, correggendo i punti critici esistenti. L'attenzione nei confronti dei sistemi di interscambio interni deve essere più forte. Occorre favorire la concentrazione delle origini. Occorre potenziare le reti ferroviarie sul territorio. Quasi vergine il versante "idrovia", dove con l'inaugurazione dei magazzini raccordati può partire una nuova era (determinante la nuova conca, la realizzazione degli attracchi sul Po, il Centro Servizi e una infrastrutturazione che ci consenta un avvicinamento ai centri intermodali ipotizzati a sud di Milano). Il piano, infine, propone la realizzazione di un'Agenzia dell'Intermodalità.
· Il piano delle ferrovie. La carta contiene proposte. La Provincia infatti non ha competenze né risorse da trasferire su questi settori, che sono allo sfascio. Interessarsi significa far sapere a chi può intervenire che cosa serve in provincia di Cremona. Nell'immediato si possono mettere in campo interventi "leggeri", per correggere le criticità, con bassi investimenti: spezzare sezioni di blocco troppo lunghe, realizzare i sottopassi nelle stazioni, realizzare scambi di 60 km/h, eliminare molti passaggi a livello (ne contiamo 91 sul territorio, distanziati mediamente l'uno dall'altro 1,6 km). Una volta raggiunta una maggiore regolarità nel servizio, è possibile attuare le condizioni per incrementare l'offerta, tramite alcuni raddoppi selettivi: Cremona - Olmeneta, Cavatigozzi - Cremona (strategico per il porto), Cremona - Castelvetro (raddoppio limitato da Cremona fino al ponte sul Po), Piadena - Pontirolo ecc… In uno scenario più ambizioso si può pensare che il territorio della provincia di Cremona possa entrare nell'orbita dell'alta capacità e diventare itinerario dei cosiddetti corridoi alternativi. In passato si parlava di gronda nord, poi di gronda est, ora di gronda sud. In quest'ultima ipotesi, andrà valutato anche il tracciato Pavia, Casalpusterlengo, Codogno, Ponte Adda, Castelleone, Crema, Treviglio per verificare quante ricadute potrebbe avere sul sistema delle infrastrutture locali.
· Il piano delle piste ciclabili. Dalla progettazione del Settore Territorio sono scaturiti oltre 200 km di green-ways da Spino d'Adda a Casalmaggiore, dal confine con Milano a quello con Parma. Alcuni itinerari di interesse culturale, turistico e ricreativo. Sono le pista delle Città Murate, del Canale Vacchelli, dell'Antica Regina, della Golena del Po, della Postumia. L'investimento complessivo ammonta a oltre 3.300.000 euro. Alcune sono già realizzate. Altre sono in appalto. E' stata istituita la Giornata Provinciale della Bicicletta. Ora il piano intercetta altri bisogni: fare di questo reticolo, in incastro con altre piste urbane o provinciali, ragionando i raccordi con stazioni Fs o bus, un'alternativa all'uso dell'auto.
I Piani nascono dalla sinergia tra i diversi settori provinciali (Territorio, Viabilità, Manutenzione Strade) e i contributi di esperti delle diverse materie trattate.
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