15 Settembre, 2002
Il depuratore di San Michele anima la Commissione Territorio
C'era l'impianto di depurazione per rifiuti pericolosi e non, proposto dal SCS Spa ex Consorzio Cremasco, a San Michele di Ripalta Cremasca ad animare l'incontro della Commissione Territorio e Ambiente convocato da Andrea Ladina nella sede di Crema
Il depuratore di San Michele anima la Commissione Territorio
C'era l'impianto di depurazione per rifiuti pericolosi e non proposto dal SCS Spa ex Consorzio Cremasco a San Michele di Ripalta Cremasca ad animare l'incontro della Commissione Territorio e Ambiente convocato questa mattina dal Consigliere Andrea Ladina nelle sale della sede di Crema della Provincia di Cremona.
L'incontro promuoveva un confronto tra tutti i soggetti interessati alla vicenda, nel tentativo più volte sottolineato da parte del Presidente Ladina di trovare un terreno comune di riflessione, arrivando a superare le contrapposizioni esistenti, senza radicalismi o posizioni precostituite. Gli antefatti della vicenda depuratore sono stati ripercorsi, prima del dibattito, dall'Assessore Provinciale all'Ambiente Fiorella Lazzari, dal Presidente di SCS Renato Strada, dal Sindaco di Ripalta Cremasca, Corrado Bonoldi, dal Presidente del Parco del Serio, Ferruccio Rozza, e dal rappresentante del Comitato Cremasco per la Tutela dell'Ambiente Andrea Goldaniga.
La situazione è al momento la seguente. Venute meno diverse ipotesi di localizzazione (compresa quella all'interno del parco del Serio in ampliamento all'impianto esistente, essenzialmente per questioni ambientali, tecniche e normative), SCS chiede l'autorizzazione di realizzare l'impianto in frazione San Michele, non lontano dalla tangenziale di Crema, in una zona servita dal punto di vista viabilistico e sufficientemente lontana dall'abitato, dall'ospedale e dal complesso scolastico di San Bartolomeo ai Morti. La richiesta di autorizzazione è stata inoltrata alla Regione, al comuni territorialmente interessati e provincia. L'iter per la VIA di fatto è partito. In questa fase ci sono 45 giorni di tempo in base ai quali chiunque fosse interessato a muovere osservazioni può farlo. Entro 90 giorni, la Regione convoca la conferenza di servizio con Provincia e Comune per concertare i pareri. Se si arriva subito ad una determinazione la Conferenza viene chiusa, altrimenti vi sono altri 90 giorni di tempo per intercettare nuove osservazioni, modifiche o pareri. Alla fine spetta alla Regione dare il parere di VIA. Una volta ottenuto questo parere, SCS inoltra la richiesta di autorizzazione per l'impianto alla Provincia.
L'unica idea condivisa è che l'impianto è necessario, per legge, per opportunità economica, per riportare nell'ambiente liquidi e fanghi, pericolosi e non, ripuliti. Il punto d'impasse dal quale oggi non si è trovata via d'uscita è la localizzazione. Anche perché il Comune e il Comitato perentoriamente non lo vogliono. Alcuni consiglieri di minoranza propongono di rivalutare la vecchia ipotesi di ampliare il depuratore nel parco del Serio, chiedendo alla Regione una deroga alla normativa. Altri invece sono del tutto contrari. E' venuta avanti anche l'ipotesi di eseguire una pianificazione di settore, per fare una mappatura dei luoghi idonei a questa tipologia di impianti (anticipando il decreto attuativo della legge 26, che estende alla Provincia molte competenze in materia di autorizzazioni, compreso sui tossico-nocivi), con l'idea di intercalarvi in futuro, se è il caso, l'impianto SCS. Ma i tempi saranno lunghissimi. Per altri infine è necessario vedere il progetto di massima dell'impianto, prima di giudicare.
Tra tante posizioni tra loro molto divergenti, l'idea che sembra infine avere preso il sopravvento è proprio quella di ripartire dal progetto per formulare un giudizio di merito, partendo dal principio che comunque gli enti competenti, Regione, Provincia e Comune stanno prendendo in mano i documenti ora e non possono esimersi dall'esprimere il parere richiesto.
 
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