15 Settembre, 2002
Il cittadino e la sanità. Convegno dei Diesse lombardi.
L'incontro, suddiviso in cinque sessioni, è partito dall'analisi della trasformazione della domanda e delle dinamiche dell'offerta per arrivare ad affrontare il ruolo dell'ente locale, il problema dell'accesso dei cittadini ai servizi e le modalità per la
Il cittadino e la sanità. Convegno dei Diesse
lombardi.
Il cittadino e la sanità, un nuovo progetto
oltre la legge 31: questo il titolo di un
convegno, organizzato dal gruppo regionale
Ds, svoltosi lunedì scorso al Circolo della
Stampa di Milano. L'incontro, suddiviso in
cinque sessioni, è partito dall'analisi della
trasformazione della domanda e delle dinamiche
dell'offerta per arrivare ad affrontare il
ruolo dell'ente locale, il problema dell'accesso
dei cittadini ai servizi e le modalità per
la realizzazione della continuità di cura.
Obiettivo dei lavori era fare il punto sul
sistema sanitario regionale e individuare
le proposte alternative al cosiddetto 'modello
Formigoni', che si dibatte da tempo in una
crisi profonda. Fiorenza Bassoli, vicepresidente
del Consiglio regionale, che è intervenuta
in apertura, ha sottolineato come l'apparato
costruito dal governatore lombardo sia crollato
proprio nei suoi presupposti cardinali e
come l'aziendalizzazione tanto cara a Formigoni
si sia dimostrata essere un centralismo in
cui ogni decisione è affidata al presidente
stesso e alla sua giunta. “Amministrazioni
locali, Asl e aziende ospedaliere - ha poi
aggiunto la vicepresidente - hanno oggi un
ruolo inconsistente. Questi soggetti, negli
anni del governo di centrodestra, sono stati
messi a margine di ogni tipo di programmazione
e intervento nel settore. La nostra proposta
è la costruzione di una rete integrata con
il territorio. Le decisioni non devono essere
calate dall'alto, ma amministrazioni e Asl
devono partecipare alla programmazione e
alla definizione delle linee guida”. “Formigoni
e il centrodestra - ha concluso Bassoli -
hanno cercato di affidare la gestione della
salute dei cittadini lombardi solo al mercato.
Una scelta che sta rivelando i suoi punti
deboli di giorno in giorno, come dimostrano
i mal di pancia interni alla stessa maggioranza.
Il nostro obiettivo, invece, è mettere al
centro del sistema sanitario la persona.
Vogliamo costruire una proposta partecipata,
con gli altri partiti della nostra coalizione
in Regione, ma anche con tutta la popolazione
che possa imporsi come la piattaforma sanitaria
di governo per il centrosinistra”.
La sanità lombarda, tra l'altro, vede aumentare
continuamente i propri costi. È stato Carlo
Porcari, consigliere regionale Ds ed esperto
dei conti della sanità, a illustrare la situazione
in atto. “Fra l'aumento delle entrate per
i ticket e il ricorso agli esami e alle visite
private per evitare le liste di attesa e
aumento dei farmaci a pagamento - ha commentato
il consigliere - valutiamo almeno 250 milioni
gli euro spesi in più nel solo 2003. L'anno
scorso sono aumentate del 15% le visite intramoenia
nelle Aziende regionali con una spesa che
è passata da 141 a 162 milioni. Quindi 21
milioni in più pagati dai cittadini, anche
a costo di grandi sacrifici, esasperati per
le liste di attesa che si allungano”. “E
questo - ha proseguito Porcari - solo nelle
strutture pubbliche. Non ci sono dati sugli
ospedali privati, sugli Irccs e sulle prestazioni
in nero. Immagino che si possa parlare tranquillamente
di un'altra ventina di milioni, in tutto
una cinquantina sborsati in più dai cittadini”.
A questi Porcari aggiunge anche la spesa
per i ticket che nel 2003 e' stata di 168
milioni contro i 139 previsti dalla Giunta;
altri sei milioni sono stati spesi per i
ticket al pronto soccorso; un'altra quindicina
di milioni di euro è costato l'incremento
del superticket da 36 a 46 euro. Durante
il convegno nel pomeriggio è stato presentato
un appello firmato da ottomila medici americani
contro il sistema statunitense delle assicurazioni
sanitarie private. “Oggi negli Usa il medico
è costretto a scegliere davanti al paziente
secondo le carte di credito - ha detto nel
suo intervento Marco Tam, consigliere regionale
Ds e medico di base da molti anni - e non
secondo i bisogni di cura del malato. Nelle
dialisi americane private muoiono 2500 cittadini
in più di quelle pubbliche. E' drammatico
e doloroso per un medico non poter dare la
miglior cura possibile al suo paziente. Questa
è stata anche la denuncia degli oncologi
di Milano alla Regione Lombardia”. “Noi Ds
chiediamo - ha poi aggiunto Tam - una svolta
decisa nel sistema aziendale lombardo che
mette sempre al primo posto i bilanci dei
Direttori generali e sacrifica la continuità
della cura e l'interesse del cittadino malato.
E' negativo il bilancio della riforma sanitaria
di Formigoni. I suoi Direttori generali,
in buona parte con pochi anni di esperienza,
governano la sanità con la scure, tagliando
i servizi senza verifica dei bisogni e dei
risultati”.
 
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