15 Settembre, 2002
I cristiani nel cantiere Europa
"I Cristiani nel cantiere Europa" è il tema che mons. Aldo Giordano (nella foto), segretario del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) affronterà a Cremona, al Centro Pastorale Diocesano, venerdì 26 marzo 2004 alle ore 21.00.
I cristiani nel cantiere Europa
I cristiani nel cantiere Europa è il tema che mons. Aldo Giordano, segretario del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) affronterà a Cremona, al Centro Pastorale Diocesano, venerdì 26 marzo 2004 alle ore 21.00.
L'Unione Europea è ancora alle prese con le difficili mediazioni per raggiungere un accordo con il quale dotarsi di una Costituzione che dia una maggiore governabilità all'Europa stessa, presto allargata a nuovi Paesi, soprattutto verso l'Est europeo. In numerosi interventi il papa ha richiamato la necessità di non dimenticarsi le radici religiose e in particolare le radici cristiane che stanno alla base della nostra storia e identità. Ma quale l'apporto specifico che i cristiani sono chiamati a dare alla comune casa europea?
L'incontro del 26 marzo con un esponente di massimo rilievo, che fa seguito ad altri promossi sullo stesso tema al Centro Pastorale, intende allargare lo sguardo alla costruzione di un'Europa che non sia solo monetaria e neppure unicamente ripegata sulle emergenze che la affliggono (come il terrorismo o la stagnazione economica).
In maggio, precisamente l'8 maggio 2004, a Stoccarda ci sarà una grande manifestazione a livello europeo promossa da numerosi movimenti e associazioni cattoliche: in essa si vorrà richiamare la necessità di "dare un'anima all'Europa". In quest'ottica si colloca anche la serata del 26 marzo, promossa dal Centro Pastorale e dalla Consulta delle Aggregazioni laicali della diocesi di Cremona.
Il tema dell'Europa come tutti sappiamo è assai caro a Giovanni Paolo II, che più volte è tornato sul tema. In un incontro con la Fondazione De Gasperi (nel febbraio 2002), esplicitamente dedicato all'Europa, il papa affermava:
"La mia preoccupazione più grande per l'Europa è che essa conservi e faccia fruttificare la sua eredità cristiana. Non si può, infatti, negare che il continente affondi le proprie radici, oltre che nel patrimonio greco-romano, in quello giudaico-cristiano, che ha costituito per secoli la sua anima più profonda. Gran parte di quello che l'Europa ha prodotto in campo giuridico, artistico, letterario e filosofico ha un'impronta cristiana e difficilmente può essere compreso e valutato se non ci si pone in una prospettiva cristiana. Anche i modi di pensare e di sentire, di esprimersi e di comportarsi dei popoli europei hanno subito profondamente l'influsso cristiano".
Tuttavia amaramente il papa notava il difficile processo culturale nel quale da tempo siamo inseriti: "Purtroppo, alla metà dello scorso millennio ha avuto inizio, e dal Settecento in poi si è particolarmente sviluppato, un processo di secolarizzazione che ha preteso di escludere Dio e il cristianesimo da tutte le espressioni della vita umana.
Il punto d’arrivo di tale processo è stato spesso il laicismo e il secolarismo agnostico e ateo, cioè l'esclusione assoluta e totale di Dio e della legge morale naturale da tutti gli ambiti della vita umana. Si è relegata così la religione cristiana entro i confini della vita privata di ciascuno. Non è significativo, da questo punto di vista, che dalla Carta d'Europa sia stato tolto ogni accenno esplicito alle religioni e, quindi, anche al cristianesimo? Ho espresso il mio rammarico per questo fatto, che ritengo antistorico e offensivo per i Padri della nuova Europa, tra i quali un posto preminente spetta ad Alcide De Gasperi, a cui è dedicata la Fondazione che voi qui rappresentate".
Anche l'incontro promosso a Cremona, come quello che si farà a Stoccarda, vuole essere un segno di come (per citare ancora il papa) "il vecchio continente ha bisogno di Gesù Cristo per non smarrire la sua anima e per non perdere ciò che l'ha reso grande nel passato e ancora oggi lo impone all'ammirazione degli altri popoli. E' infatti in virtù del messaggio cristiano che si sono affermati nelle coscienze i grandi valori umani della dignità e dell'inviolabilità della persona, della libertà di coscienza, della dignità del lavoro e del lavoratore, del diritto di ciascuno a una vita dignitosa e sicura e quindi alla partecipazione ai beni della terra, destinati da Dio al godimento di tutti gli uomini".
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don Enrico Trevisi
Centro Pastorale Diocesano
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