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15 Settembre, 2002
L'ESPERIENZA DEL SERVIZIO CIVILE IN CGIL
IL SERVIZIO CIVILE NEL TEMPO

L'ESPERIENZA DEL SERVIZIO CIVILE IN CGIL I. PREMESSA a) IL SERVIZIO CIVILE NEL TEMPO In Italia il servizio civile ha cambiato significato, di pari passo con il venire meno delle sanzioni connesse all'obiezione di coscienza al servizio di leva (la concezione del servizio civile come concessione dello Stato, la ferma di durata superiore a quella prevista per i militari). Si è così prodotto un aumento rilevante del numero dei candidati e un appannamento della dimensione ideologica legata alla scelta dell'obiezione. In altri termini, nel passato l'accento andava soprattutto sul rifiuto del servizio militare e pertanto sulla valenza contestativa dell'obiezione di coscienza, in un'epoca (anni 70) carica di passione ideologica e politica. Con il tempo, l'enfasi è passata maggiormente sulla valenza costruttiva del servizio civile, inteso come attività socialmente utile e soggettivamente dotata di senso, in connessione con la crescita del fenomeno del volontariato negli anni '80. Negli anni '90, la scelta del servizio civile si è ampliata fino a divenire un fenomeno di massa, soprattutto nelle regioni più sviluppate e negli strati più istruiti della popolazione giovanile, con rischi di caduta delle motivazioni ideologiche e di infiltrazione di comportamenti opportunistici. Dal 2000, con l'addio alla leva obbligatoria (legge 331) e l'avvento di un nuovo servizio civile volontario ( legge 64/2001) si abbandona il concetto di semplice obiezione di coscienza al servizio militare, per approdare ad una nuova realtà' nell'ambito delle politiche giovanili e sociali. b) NUOVO SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO L'obiettivo della legge n. 64 del 6 marzo 2001 - che istituisce il Servizio Civile volontario indennizzato (circa un milione al mese) per ragazzi e ragazze fino a 26 anni, dovrebbe essere, tra l'altro, quello di salvare il contributo che i giovani obiettori al servizio di leva hanno dato finora al Paese, sia in termini d'impegno morale che in termini di sostegno pratico alla realizzazione di progetti in molte strutture (anche pubbliche) soprattutto nei settori dell'assistenza (52,50% del totale degli obiettori), della cultura (38,60%), dell'ambiente (8%) e della protezione civile (0,90%). Per questo è emersa l'esigenza, recepita anche dal legislatore, di una più mirata regolamentazione del servizio civile in direzione di politiche sociali più moderne che rispondano alle necessità dell'individuo e della collettività, come la tutela della salute, lo sviluppo della cultura, la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico, l'educazione alla pace e all'integrazione sociale. Nel periodo successivo alla piena attuazione della riorganizzazione del servizio militare (il prossimo 2008), la normativa prevede un servizio civile esclusivamente volontario ed indennizzato, articolato in progetti di chiara utilità sociale. Nel periodo transitorio, invece, la stessa legge prevede di mantenere come quadro di riferimento quanto dettato dalla legge n.230/98, relativamente all'accentuazione del carattere progettuale del servizio civile, all'apertura alle ragazze, ai giovani ritenuti inabili al servizio militare e all'ampliamento di opportunità di svolgimento del servizio anche in Enti ed Amministrazioni operanti all'estero. Per l'anno 2002 il numero degli obiettori (legge 230/1998) e' pari a 65.000 unita' di cui 500 da impiegare all'estero, mentre il numero dei volontari (legge 64/2001), fra i ragazzi e le ragazze che prenderanno parte ai progetti del servizio Civile Nazionale, 8.000 in Italia e 1000 all'estero. Questi i numeri che verranno resi noti dal decreto che presto verrà emanato dalla Presidenza del Consiglio che stabilirà altresì i criteri che si adotteranno per concedere la dispensa agli Obiettori in esubero. Tra le novità introdotte dalla nuova normativa (Legge n. 64 del 6 marzo 2001) vanno evidenziate l'accesso alle donne (che supera la disparità della precedente legge che apriva alle donne solo le porte del servizio militare) e l'ampliamento della varietà dei settori nei quali si può prestare il servizio: dall'assistenza alla tutela ambientale, alla cooperazione internazionale. Benefici culturali e professionali si rilevano anche nell'ambito dell'istruzione e della formazione professionale, ai fini del compimento di periodi obbligatori di pratica o di specializzazione, previsti per l'acquisizione dei titoli necessari all'esercizio di specifiche professioni o mestieri. Le Università degli studi possono riconoscere crediti formativi, ai fini del conseguimento di titoli di studio da esse rilasciati, per attività formative prestate nel corso del servizio civile o militare di leva rilevanti per il curriculum degli studi. La nuova normativa si occupa della fase transitoria (fino al 2008, dopo entrerà in vigore il servizio militare volontario) e delega il governo a indicare durata, criteri di reclutamento e di retribuzione dei volontari. In questa fase di transizione, i ragazzi potranno scegliere tra servizio militare o civile: la possibilità di opzione sarà riportata, infatti, nel bando di chiamata alla leva precisando che si può anche scegliere, nell'ambito del servizio civile, per la vecchia obiezione di coscienza. ii. IL servizio civile in cgil a) L'ESPERIENZA DEL SERVIZIO CIVILE NELLE STRUTTURE CGIL Con il nuovo contesto normativo, l'esperienza del servizio civile nelle strutture della CGIL trova così un quadro legislativo di riferimento adeguato e apre prospettive per un più ampio e organico rapporto con il mondo giovanile. Un occasione unica per una reciproca interazione. Un rapporto che può fare leva sulle esperienze già realizzate. Nel corso di questi ultimi anni, le esperienze del servizio civile sono diventate costanti e significative, nella vita di molte strutture CGIL, sia attraverso il contatto con i giovani per richieste d'informazioni (piu' di 8000 visite in quest'ultimo anno solo al sito della sede nazionale www.cgil.it/serviziocivile, più di 2000 contatti serviziocivile@mail.cgil.it), sia con l’inserimento di circa 5000 giovani obiettori di coscienza in progetti essenzialmente relativi alle seguenti tematiche: assistenza e previdenza, immigrazione, ambiente, consumo, solidarietà internazionale, sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro, bioetica, economia sociale e terzo settore, diritti di cittadinanza, assistenza ai giovani, agli studenti, formazione e informazione, ricerca e cultura. Questo è stato reso possibile dall’accordo fatto nel 1991(inizio gestione nel 1993) fra ARCI e CGIL, che ci ha permesso di poter impiegare obiettori senza essere ente convenzionato. Una valutazione di sintesi ci consente di affermare che attraverso un impegno concreto dei giovani si è instaurato un rapporto positivo anche per il merito dei lavori realizzati (v. ad esempio www.cgil.it/serviziocivile/progetti) benchè non siano mancati limiti per atteggiamenti opportunistici di comodo di singoli giovani e di utilizzo burocratico e dequalificante dei giovani da parte di alcuni compagni e strutture sindacali. Oggi più di ieri, con l'attuale legislazione, l'utilizzo degli obiettori in ambito sindacale è da considerare come supporto delle politiche giovanili perseguite: la CGIL deve rappresentare un'opportunità per i giovani e i giovani per la stessa. La fine dell'obbligo della leva, prevista per il 2008, rappresenta per la Cgil, e per tutti gli Enti che hanno fino ad ora usufruito della disponibilità dei giovani obiettori, una nuova, irrinunciabile sfida: attrarre e motivare ragazzi e ragazze a scegliere di dedicare un breve periodo della loro vita all'esperienza del servizio civile volontario. Questo ruolo permetterebbe al sindacato di essere uno dei poli di attrazione dell'impegno dei giovani e di avere un rapporto diretto con molti di essi, non mediato da rappresentanze vere o presunte tali, valorizzando così la reciprocità fra i valori della CGIL, le potenzialità e le esperienze dei giovani stessi. Ciò consentirebbe alla CGIL di entrare in contatto con una fetta consistente della cosiddetta "generazione invisibile". Lo strumento del servizio civile può così rappresentare per il sindacato un'occasione unica per avvicinarsi alle nuove generazioni. 1. Obiettivi e finalità: gli orientamenti della CGIL La CGIL considera i seguenti punti qualificanti per lo svolgimento di un servizio civile costruttivo e motivante: a) Concepire il servizio civile come una esperienza formativa e di socializzazione per i giovani, dando centralità alla cittadinanza attiva, all'addestramento pratico alle attività, alla valorizzazione successiva delle esperienze svolte durante il servizio civile. b) Alimentare continuamente il servizio civile con gli ideali e i valori della pace, dell'accettazione della diversità, della responsabilità sociale e della solidarietà attiva. c) Definire e programmare gli obiettivi delle attività di servizio civile in un contesto di cultura della partnership fra Pubblica Amministrazione, terzo settore e mondi giovanili. d) Realizzare progetti di forte impatto sociale, di valore anche simbolico, con i quali connettere finalità generali e finalità proprie alle singole strutture. e) Realizzare una effettiva collaborazione strategica fra UNSC (Ufficio Nazionale servizio civile) e operatori degli Enti convenzionati per creare le infrastrutture professionali necessarie a sostenere un servizio civile di migliaia di giovani. f) Immettere nella pianificazione e gestione delle attività le acquisizioni dell'imprenditoria sociale, della innovazione interna alla Pubblica Amministrazione, con una nuova cultura dei monitoraggi, dei controlli, delle valutazioni per superare la visione burocratica e statica dell'organizzazione del servizio e delle strutture necessarie. g) Contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani mediante attività svolte anche in enti ed amministrazioni operanti all'estero specie con quelle a finalità solidaristiche nei paesi più sottosviluppati. h) Valorizzare le potenzialità e le energie positive che i giovani esprimono, anche sviluppando eventuali collaborazioni oltre il periodo del servizio civile. 2. L'impegno dei giovani nella CGIL L'esperienza di molti giovani impegnati nel servizio civile deve anche essere intesa, per il sindacato, come un eccezionale canale di comunicazione con il mondo giovanile e le sue idealità e, per i giovani, come un'opportunità per conoscere gli obiettivi generali e i valori della Cgil. Premesso che Il sindacato intende impegnare i giovani del servizio civile in attività che siano coerenti alle proprie finalità statutarie e compatibili con la normativa vigente e secondo gli orientamenti generali sopra descritti, l'impegno dei giovani nelle strutture della CGIL ai vari livelli - confederali , categoriali, nazionali e territoriali può concretizzarsi nei seguenti ambiti: a) Partecipazione e/o elaborazione per progetti e ricerche su trasformazioni sociali e culturali, con particolare riguardo al mondo giovanile; b) Coinvolgimento in attività di ricerca e analisi su materie sociali e sindacali. 3. Inserimento dei giovani in CGIL Per quanto riguarda le modalità d'inserimento dei giovani nelle strutture e nelle attività della CGIL è necessario: a) favorire occasioni di incontro (seminari, riunioni…) tra i giovani e le strutture/apparati sindacali in cui sono inseriti, per favorire processi di comunicazione, integrazione e scambio di esperienze. Ciò anche al fine di evitare eccessive "barriere" o forme di isolamento dei giovani e l'instaurarsi di un rapporto burocratico. b) Valorizzare le capacità, le competenze e le professionalità dei giovani, stimolando occasioni di formazione, informazione, ricerca e analisi anche considerando le opinioni e le proposte dei giovani. c) In considerazione delle caratteristiche e delle motivazioni espresse dai giovani impegnati nel servizio civile, ulteriori aree di intervento, possono essere individuate specialmente nell'ambito della protezione del territorio e delle popolazioni, dei servizi sociali tesi a prevenire l'emarginazione e a sviluppare l'integrazione e la partecipazione civile, nonché in progetti e azioni di solidarietà nei paesi sottosviluppati promossi dalla CGIL. III. CONCLUSIONI Da quanto sopra delineato è del tutto evidente che per la CGIL la scelta di favorire l'impegno dei giovani del servizio civile nelle proprie strutture e attività non è decisione occasionale, residuale o strumentale. Si tratta di una scelta strategica e ideale di grande significato e ricca di potenzialità. In questo senso l'attuazione degli orientamenti sopra definiti dovrà coinvolgere le responsabilità degli organismi dirigenti competenti ai vari livelli. Va infine considerato che la partecipazione dei giovani nelle strutture dell'organizzazione può essere un'occasione di conoscenza e comunicazione tra generazioni. In questo senso andrebbero messi in atto meccanismi di scambio - incontri non solo tra i giovani e quadri dirigenti ma anche con i delegati e gli iscritti alla CGIL rOSSELLA rONCONI gennaio 2002  


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