Al termine dell’incontro tra la delegazione dell’ANCI e il Ministero dell’Economia,
nel corso del quale è stata comunicata l’intenzione di far soggiacere anche
la platea dei 6000 piccoli comuni alle ferree regole del Patto di Stabilità”,
il presidente della consulta nazionale dei comuni di minore dimensione
demografica dell’ANCI on. Giuseppe Torchio, ha affermato: “Se il buongiorno
si vede dal mattino, il Governo, nel giro di qualche settimana, si è rimangiato
tutte le promesse recate all’Assemblea Nazionale dei piccoli comuni di Riva
del Garda, nel corso della quale migliaia di sindaci e di amministratori locali
hanno ascoltato, con le loro orecchie, le suadenti aperture di sorridenti
esponenti dell’esecutivo”.
“Se il Governo”, “ha proseguito Torchio”, ritiene di risolvere le
questione degli enti locali indorando la pillola velenosa del blocco
indiscriminato e dei tagli nei confronti di chi, in altera parte, viene
gratificato della qualifica di salvatore della patria si è sbagliato di
grosso e, con lui, il Parlamento che, già lo scorso anno ha del tutto
cancellato e disatteso le istanze dei piccoli comuni nella finanziaria.”
“Una vera vergogna nazionale se si pensa che, alle prossime scadenze
regionali questa maggioranza porterà le dita negli occhi del blocco
della legge sui piccoli comuni ferma da anni al Senato e l’insabbiamento della
legge per il superamento del secondo mandato dei sindaci deliberatamente fatta
arenare alla Camera.”
“Alla faccia del grande rispetto e dell’attenzione formalmente
attribuita al Capo dello Stato, al Presidente della Camera e alle più alte
magistrature della Repubblica, che non perdono occasione per assicurare amori platonici
ed interventi fantasma a favore dei piccoli comuni.
A questo punto, dopo la splendida performance elettorale delle ultime
amministrative il Governo ha un’ulteriore occasione per dimostrate la sua profonda
attenzione ai valori delle 6000 comunità di minori dimensioni in cui si
articola il Paese”.