15 Settembre, 2002
Un welfare solo per ricchi ?
*di Gian Carlo Storti dalla rubrica il welfare de "Il Piccolo" edizione di sabato 6 novembre 2004
Un welfare solo per ricchi ?
*di Gian Carlo Storti dalla rubrica il welfare
de "Il Piccolo" edizione di sabato
6 novembre 2004
Il problema delle liste di attesa si sta
ripresentando nella sua semplicità e drammaticità.
Molte persone , molti vecchi, non trovano
risposte ai loro problemi. Nel comune di
Cremona , gli anziani in lista d'attesa per
entrare in RSA sono 165/170. Tanti. Forse
tutti non hanno davvero la necessità di essere
ricoverati. Una grande parte magari ha solo
il bisogno di assere assistito a casa o nel
centro diurno. Emerge però sempre di piu'
il problema dei costi delle strutture , della
quota compartecipata. Le rette sono sempre
di piu' elevate , la sola pensione non basta,
la rete familiare è debole ecc. Esce un quadro
, che sicuramente va approfondito, che solo
una minoranza può garantirsi un welfare forte,
protetto, gli altri sono soli e non riescono
ad agganciare il sistema. A volte si ha la
sensazione che anche nell'uso di risorse
rimangano fuori i settori piu' deboli di
popolazione. Se non immettiamo nel sistema
piu' fondi ( finanziando la non autosufficienza)
e non applichiamo criteri di riparto piu'
equi rischiamo di avere a disposizione un
sistema di welfare solo per ricchi.
In questo contesto condivido una serie di
osservazione che Mario Daina pone all'attenzione
della gente e della politica. Si tratta quindi
di aprire una fase nuova che veda molti soggetti
attorno allo stesso tavolo per ridefinire
un sistema provinciale di welfare. Oggi rischiamo
che le ex Ipab ( Fondazioni o ASP o Aziende)
si mettano una contro l'altra per conquistarsi
il mercato. Ma quale mercato ? Quello dei
non autosufficienti, delle persone in difficoltà...dei
deboli. L'approccio va ribaltato invece.
Necessita quindi una riflessione comune,
che eviti contrapposizioni e che ridisegni
un modello organizzativo di welfare che non
può solo basarsi sul ricovero in RSA, ma
che deve vedere in rete la famiglia ( lunga
o corta che sia), le badanti e le strutture
come i centri diurni , le case-famiglia ,
le comunità. Per troppi anni, forse, la nostra
realtà ha investito in strutture di ricovero.
La spirale costi-rette è micidiale e non
si chiuderà mai. Vanno messi " sul mercato
del welfare" modalità meno costose che
raggiungano in ogni caso l'obiettivo voluto.
E' vero, questa è la sfida a cui sono chiamate
le ex IPAB . E' sicuramente un tema da riprendere.
Kerry ha perso. Che tristezza questa vittoria
di Bush 2 !!
Non so se Kerry ha perso percè è andato troppo
al centro come ha detto Bertinotti o troppo
a sinistra come ha sottolineato D'Alema.
Già questa analisi duale che offre il centro-sinistra
italiano deve far riflettere.
Mi pare che invece ha abbia vinto la paura.
La paura del terrorismo, la paura di perdere
la condizione di status " privilegiato"
, quella del popolo americano, che oggi è
messa fortemente in crisi.
Sicuramente,la destra americana, con il Comandante
Bush, ha " governato" le paure
e alle paure ha dato una risposta. La risposta
è quella militare, della guerra preventiva.
Sarebbe errato parlare che ha vinto l'irrazionalità.
La destra americana ha saputo trasformare,
dare alla paura della gente una risposta
politica che è risultata piu' convincente
di quella che ha messo in campo Kerry. E'
su questo che dobbiamo riflettere. Come cioè
la sinistra , in senso lato, sa rispondere
alla paura della gente, del nostro popolo
che vede, dalla situazione internazionale,
messe in crisi le sue conquiste. Che tristezza
ho provato. Ma comunque la democrazia ha
sempre ragione !!.
30 novembre 2004: sciopero generale.
Al di là della retorica sullo sciopero politico
mi permetto di richiamare alla vostra attenzione
alcuni passaggi che Cgil-Cisl-Uil hanno scritto
nel documento di convocazione dello sciopero
generale del prossimo 30 novembre. Come si
fà a non essere in piazza ?
Ecco il testo " Con la finanziaria del
2005 ....s i cerca, infatti, di affrontare
i problemi di risanamento della finanza pubblica
attraverso una formula matematica rigida,
consistente in tagli lineari e quindi indiscriminati,
rinunciando ad orientare l'economia verso
obiettivi di crescita, particolarmente necessari
ed urgenti alla luce della grave situazione
economica produttiva e sociale e del Paese..........
La consapevolezza della difficile situazione
economica del Paese dovrebbe portare il Governo
verso scelte politiche capaci di risanare
i conti pubblici anche nel quadro dei vincoli
derivanti dal Patto di stabilità, ma adottando
le flessibilità di manovra più volte richieste
dal Sindacato, dentro indirizzi economici
condivisi a livello europeo.
Ne e' prova la riforma fiscale sulla quale
insiste il Governo: CGIL CISL e UIL ribadiscono
la loro contrarietà a ipotesi di tagli fiscali
indiscriminati e alla eliminazione della
progressività delle imposte.
La Riforma fiscale in discussione è inutile
e sbagliata e se ne chiede il ritiro. Inutile,
perché questa riforma non si tradurrà né
in un rilancio dei consumi, né degli investimenti.
Sbagliata, perché premia, in modo consistente,
i ceti più ricchi in un momento difficile
per l'economia e mentre si diffonde una preoccupante
riduzione del potere di acquisto dei redditi
medi e bassi e, più in generale, dei lavoratori
e dei pensionati e si deprime così il, già
scosso, clima di fiducia tra i cittadini.
"
Gian Carlo Storti
storti@welfareitalia.it
 
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