15 Settembre, 2002
"Nessun vincolo tecnico per l’impianto di depurazione di San Michele"
Commissione Ambiente della Provincia: criteri chiari e comuni di riferimento: né maglie larghe, né inasprimenti
 Il sito di Crema dove Scs ha chiesto di costruire un impianto
di depurazione non ha vincoli normativi. E' il parere degli uffici tecnici
provinciali, dopo l'analisi della bozza dei criteri regionali presentata oggi
pomeriggio in Commissione Ambiente, convocata dal Presidente Andrea Ladina.
Presente con l'Assessore all'Ambiente Giovanni Biondi, la Dirigente Mara Pesaro,
la funzionaria Barbara Pisaroni, i consiglieri Tamagni, Riccardi, Dusi, Rossoni,
Longhino, Fontanella, Patrini, Gugliermetto, Rusca, Scotti. "Da
sottolineare - hanno ribadito la Dirigente e la funzionaria - che si
tratta di una bozza, che potrebbe essere modificata". Il testo risulta
infatti da un carteggio "tecnico" tra Regione Lombardi e Settori
Provinciali, nel tempo più volte modificato, che gode di un primo favorevole
passaggio in Giunta Regionale. Ulteriori modifiche si attendono ora nella fase
dei 90 giorni dedicati per legge alla raccolta delle osservazioni, prima del
testo finale. "In sostanza, la Provincia - ha ribadito Biondi - attende
lo strumento definitivo per procedere alla pianificazione sui siti, anche in
ossequio all'impegno assunto dal Consiglio Provinciale alla fine della
precedente legislatura".
Come hanno riferito sempre i tecnici l'attuale bozza regionale indica "i
criteri per la localizzazione di impianti di trattamento chimico-fisico,
impianti inertizzazione o altri trattamenti specifici, impianti di compostaggio
e selezione/stabilizzazione, impianti di trattamento di inerti. Il testo indica
principi "penalizzanti" o escludenti". Es. la presenza di boschi
è fattore penalizzate: meglio rinunciare o mettere in atto fattori
compensativi. Per risaie, seminativi, colture orticole floricole, frutteti,
essenze legnose agrarie ecc… il giudizio è "escludente": è meglio
di no. No anche per zone ad aree di pregio agricolo, prossimità di pozzi,
vicinanza corsi d'acqua, aree a rischio idraulico, aree franose, aree a rischio
idrogeologico, presenza di siti di interesse comunitario dal punto di vista
ambientale, vicinanza beni storici artistici, zone umide, oasi ecc… Risulta
dalle bozze "preferenziale" la buona accessibilità stradale,
vicinanza distretti industriali, vicinanza di are a maggiore produzione di
rifiuti, discariche o impianti esistenti, cave ecc..
Per la dirigente Pesaro, sollecitata da Tamagni, San Michele non presenterebbe
dunque vincoli normativi. Rossoni vuole sapere il parere della Giunta
Provinciale. Patrini insiste perché la Provincia difenda il proprio territorio,
ragionando con calma sulla pianificazione. Molti consiglieri, da Scotti a
Fontanella, da Dusi a Riccardi, hanno raccomandato di evitare di sovrapporre il
"caso San Michele" con la necessità di darsi una pianificazione
generale che sia di orientamento per tutti il territorio, che corrisponda a
criteri chiari e comuni di riferimento, con questo indirizzo: né maglie larghe,
né inasprimenti.
 
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