15 Settembre, 2002
Sulla somministrazione di acqua minerale nei bar
Il Presidente Gruppo Pubblici Esercizi Roberto Maldotti: «Il provvedimento appare illogico»
 In seguito a una serie di episodi che hanno trovato nei mesi
scorsi ampio spazio nei mezzi di informazione, è stato disposto che dal 6
luglio potranno essere destinate alla somministrazione in pubblici esercizi
(bar, ristoranti, pub, alberghi, agriturismi, spacci annessi a circoli privati,
mense) acque minerali naturali e acque di sorgente solo se contenute in
bottiglie di capacità non superiore a mezzo litro (125, 250, 330, 500 ml). In
pratica viene proibito l’utilizzo di bottiglie dei formati ora in uso
(1.500ml, 1.000ml, 920 ml). Da tener presente, contrariamente a quanto appare su
alcune comunicazioni, che con le bottiglie da mezzo litro si possono fare tutte
le operazioni (servire l’acqua a bicchieri, allungare bevande quali la
spremuta d’arance o il vino, ecc) che si fanno con le bottiglie di formato
superiore non sussistendo alcun obbligo di aprire la bottiglia in presenza del
cliente o di usare recipienti monodose. “Il provvedimento appare illogico -
afferma Roberto Maldotti, Presidente Gruppo Pubblici Esercizi e Vicepresidente
dell’Ascom della Provincia di Cremona -, contraddittorio e illegittimo e
contrario alle esigenze in primo luogo dei consumatori. Inoltre aumenta
enormemente l’immissione di plastica nell’ambiente. Vi sono, comunque,
concrete, e auspicate, aspettative per la modifica del provvedimento, ribadite
dal Ministro delle Attività produttive Claudio Scajola in occasione della
Assemblea della FIPE tenutasi a Saint Vincent il 4 e 5 luglio 2005”.
 
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