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15 Settembre, 2002
Consiglio Comunale di venerdì 15 luglio 2005
All’ordine del giorno: sicurezza della zona “Zini”, utilizzo del teatro Monteverdi, commercio, diritto allo studio Regolamento del verde e altro

Interpellanza presentata dal Capogruppo del Gruppo Consiliare “Forza Italia” Ferdinando Quinzani circa lo stato di attuazione della mozione presentata il 6 dicembre 1999 e approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale nella seduta del 10 febbraio 2000 inerente la necessità di adeguare la viabilità, la segnaletica orizzontale, verticale e l’illuminazione a fini di sicurezza nella zona “Stadio Zini” (Testo dell’interpellanza: Premesso che il 6 dicembre 1999 il sottoscritto presentava al Consiglio una mozione sulla necessità di adeguare la viabilità, la segnaletica orizzontale, verticale e l’illuminazione ai fini di sicurezza pubblica nella zona dello Stadio Zini; premesso che tale mozione veniva discussa in Consiglio il 10 febbraio 2000 ed otteneva l’approvazione all’unanimità; premesso che, approvandola, il Consiglio Comunale affermava, tra l’altro che “… l’assenza di illuminazione, sicuramente il problema più urgente, servirebbe a rendere più sicuro dal punto di vista dell’incolumità personale il transito di coloro che attraversano a piedi o in bicicletta quella zona …” ed impegnava la Giunta affinché “al più presto venga predisposto un idoneo sistema di illuminazione”; si chiede per quale motivo, a distanza di cinque anni e mezzo dall’approvazione di quella mozione, l’Amministrazione Comunale non abbia per intero attuato l’indirizzo politico contenuto nel dispositivo della mozione; cosa intenda fare la Giunta per rimediare rapidamente alla grave mancanza. Inoltre il Consiglio Comunale esprime grave disappunto per la mancata attuazione dell’indirizzo politico a suo tempo unanimemente impartito all’Amministrazione, considerandolo un fatto grave sia dal punto di vista sostanziale, in quanto non è stato attuato un intervento necessario ai cittadini, sia dal punto di vista formale, in quanto lesivo dei poteri propri del Consiglio Comunale. Il Consiglio invita l’Amministrazione al rispetto istituzionale degli organismi democraticamente eletti e delle relative decisioni e la sollecita affinché non abbiano più a verificarsi simili inadempienze).
All’interpellanza ha replicato l’Assessore Daniele Soregaroli: Quanto contenuto nella mozione sostanzialmente è stato realizzato per rispondere a condizioni di sicurezza e per risolvere problematiche di carattere viabilistico, soprattutto per l’uso distorto che si faceva dello spazio. Sono stati pertanto attuati interventi di miglioramento per quanto riguarda la segnaletica ed il miglioramento della viabilità. Il problema dell’illuminazione sollevato troverà soluzione nell’intervento che riguarderà a breve tutta l’infrastruttura dello Stadio, anche perché le normative per la sicurezza degli impianti sportivi si sono accresciute. Purtroppo lo si dovrà fare senza alcun contributo e questo comporterà un aggravio per le casse comunali. E’ comunque necessario risistemare la segnaletica orizzontale così come la pavimentazione, che presenta carenze di carattere manutentivo: l’Ufficio Segnaletica e l’Ufficio Strade sono già stati invitati ad attivarsi in questo senso. E’ opportuno per ragioni di sicurezza tenere aperto l’accesso al parcheggio da via Gallazzi, altrimenti vi sarebbe un solo accesso allo Stadio. Il Vice Sindaco Luigi Baldani ha aggiunto che verranno presto collocate tre torri faro, da potere utilizzare tutto l’anno così da illuminare l’intera zona, mentre si sta montando un sistema di telecamere interno ed esterno alla struttura sportiva, per adeguare l’impianto alle nuove disposizioni di sicurezza.
Il Consigliere Ferdinando Quinzani si è detto parzialmente soddisfatto della risposta in quanto vi è stata una parziale inadempienza verso quanto deciso dal Consiglio Comunale, visto che sono trascorsi sei anni dalla decisione assunta allora. In una breve replica, il Vice Sindaco ha spiegato che solo ora sono a disposizione i finanziamenti che permettono l’intervento per quanto riguarda l’illuminazione.
Approvazione del nuovo Regolamento per l’utilizzo degli spazi del Teatro Monteverdi - Fabbrica delle Arti.
Nella struttura del Teatro Monteverdi sono stati collocati gli uffici del Servizio Politiche Giovanili, una presenza stabile che può incentivare l’utilizzo della struttura stessa. Successivamente è stato costituito il Gruppo di Lavoro interassesorile ed intersettoriale con il compito di esaminare le problematiche relative alla struttura polifunzionale del Teatro Monteverdi. Nel frattempo è stato approvato il Regolamento per l’utilizzo delle sale del Teatro Monteverdi-Fabbrica delle Arti, che è stato poi rivisto dal Gruppo di Lavoro anche per rendere l’utilizzo della struttura più rispondente e fruibile ai molti soggetti del territorio che difficilmente potrebbero trovare in città uno spazio pubblico così ben articolato ed organizzato. In seguito alle proposte e alle indicazioni formulate dal Gruppo di Lavoro, è stata redatta la bozza del nuovo Regolamento per l’utilizzo degli spazi delle sale del Teatro Monteverdi-Fabbrica delle Arti che il Consiglio Comunale sarà chiamato ad approvare, dopo avere revocato il precedente (il testo del nuovo Regolamento può essere richiesto all’Ufficio Stampa, n.d.r.).
L’oggetto, illustrato dall’Assessore Celestina Villa, è stato posto in votazione ed approvato all’unanimità.
Approvazione di nuovi criteri e norme procedurali per il rilascio delle autorizzazioni per le medie strutture di vendita, di cui all’art. 8 del D.Lgs. 31 marzo 1998 n. 114.
Il Consiglio Comunale, con propria deliberazione del 18 dicembre 2003, ha approvato i criteri attualmente in vigore per il rilascio delle autorizzazioni per le medie strutture di vendita, dando anche attuazione alle indicazioni programmatiche di urbanistica commerciale contenute nella variante del Piano Regolatore Generale. Questa variante, in coerenza con i risultati dell’indagine conoscitiva preliminare che avevano fatto rilevare un eccesso di offerta alimentare, aveva introdotto, come fattore di riequilibrio, un limite massimo di nuova superficie autorizzabile, per il solo settore alimentare, così determinato: 1.500 metri quadrati per il centro storico e 10.000 metri quadrati nella restante parte del territorio. Con la stessa variante si è anche provveduto all’individuazione delle aree da destinare agli insediamenti commerciali di grande e medie strutture di vendita in modo da incoraggiare la realizzazione di nuovi insediamenti nelle aree scoperte dal servizio; l’ampliamento sino a 600 metri quadrati dei piccoli esercizi commerciali non alimentari del centro storico per favorirne l’ammodernamento e la competitività. All’epoca di questa deliberazione consiliare la disciplina di riferimento di livello sovracomunale era in via di evoluzione, sia perché la Regione aveva da poco approvato il nuovo programma triennale per lo sviluppo del settore commerciale (e si accingeva ad emanare i provvedimenti necessari per renderlo pienamente operativo), sia anche a causa dell’intervenuta modifica del Titolo V della Costituzione, che ha attribuito alle Regioni una competenza legislativa primaria in materia di commercio, determinando così la necessità di una più sostanziale riforma. In attesa del completamento del complesso quadro normativo, il Consiglio Comunale, con questo atto deliberativo a carattere transitorio riteneva opportuno limitarsi a definire solo un primo e più urgente corpo di norme regolamentari, con riserva di integrarle o modificarle successivamente. D’altro canto i provvedimenti di attuazione del nuovo programma regionale sul commercio emanati nel frattempo non incidono sulla previdente disciplina delle medie strutture di vendita, né sugli adempimenti comunali correlati, mentre la nuova legge quadro regionale sul commercio è ancora in fase di elaborazione. Da qui la necessità di procedere sin da ora all’emanazione di un nuovo provvedimento che serva a definire, in modo organico, compiuto e coordinato, i criteri e le norme procedurali per l’intero comparto delle medie strutture di vendita del territorio comunale, anche come strumento atto a favorire un equilibrato sviluppo del settore nell’interesse dei consumatori e delle imprese. Per questo motivo il Settore Legislazione Commerciale ha predisposto un apposito testo che viene sottoposto all’approvazione del Consiglio Comunale. Si tratta di una proposta che, innanzitutto, da’ concreta attuazione al principio di correlazione tra procedimento urbanistico e procedimento commerciale. Inoltre, individua, per l’assegnazione delle autorizzazioni sottoposte a vincolo di contingentamento una modalità procedurale ispirata a criteri di massima trasparenza, tale da favorire, attraverso il meccanismo della selezione pubblica, la presentazione di una pluralità di richieste e, di conseguenza, una migliore qualità progettuale degli interventi nell’interesse della collettività. Il testo messo a punto si richiama infine ai principi generali a cui si ispira la riforma Bersani sul commercio: la trasparenza del mercato, la libertà d’impresa, la tutela del consumatore, l’efficienza, la modernizzazione e lo sviluppo della rete distributiva, il pluralismo e l’equilibrio tra le diverse tipologie delle strutture distributiva e delle diverse forme di vendita, con particolare riferimento al riconoscimento, alla valorizzazione e al recupero delle piccole e medie imprese, nonché alla salvaguardia e alla valorizzazione del servizio commerciale nelle diverse aree urbane e nel centro storico, anche come fattore di miglioramento della qualità della vita, di sviluppo economico e turistico, di prevenzione di fenomeni di degrado (il provvedimento contenente i nuovi criteri e norme procedurali per il rilascio delle autorizzazioni per le medie strutture di vendita può essere richiesto all’Ufficio Stampa, n.d.r.).
Dopo che l’oggetto è stato illustrato in maniera dettagliata dal Vice Sindaco Luigi Baldani nella sua veste di Assessore al Commercio, che ha ricordato come il provvedimento abbia ottenuto il parere favorevolmente unanime delle associazioni dei consumatori appositamente interpellate, si è aperto un breve dibattito. Una schiarita dopo anni di scontri e tensioni sulla partita commercio e sulle autorizzazioni commerciali, così ha definito il provvedimento il consigliere Ferdinando Quinzani, preannunciando l’astensione del suo gruppo. Terminato il breve dibattito, l’oggetto è stato posto in votazione ed approvato con l’astensione dei consiglieri della minoranza.
Approvazione del piano annuale comunale dei servizi in materia di diritto allo studio a favore delle scuole per l’infanzia, delle scuole dell’obbligo e delle scuole superiori per l’anno scolastico 2005/2006.
Il piano si riferisce agli interventi che il Comune, in applicazione del D.P.R. 616/77 e della Legge Regionale sul diritto allo studio n. 31 del 20 marzo 1980, deve attuare in materia di assistenza scolastica e di diritto allo studio nei riguardi delle scuole cittadine di ogni ordine e grado. Si è ritenuto di non includere nel piano quelle spese che non trovano finanziamento sul piano stesso, ma su altri capitoli del bilancio comunale, quali le spese di personale, di gestione delle scuole per l’infanzia, di fornitura gratuita dei libri di testo agli alunni delle scuole elementari, di servizio mensa nelle scuole materne, elementari e medie, di aggiornamento del personale educativo comunale, di trasporto scuolabus, di trasporto alunni e studenti disabili e di assistenza sui mezzi di trasporto e ad alcuni incroci. Nel piano sono invece indicate le spese per i servizi che il Comune organizza direttamente o eroga alle scuole sottoforma di contributi. Per le scuole per l’infanzia a gestione privata aderenti all’ADASM, è previsto un contributo pari a € 174.000,00, commisurato a quanto assegnato per l’acquisto di materiale didattico e per l’attuazione di insegnamenti speciali alle scuole comunali per l’infanzia, nonché al costo dei pasti a carico del Comune, quale previsione per l’adeguamento all’indice ISTAT al 31 dicembre 2005 per il prossimo anno. Gli altri interventi sono in linea con quelli già predisposti negli anni scorsi con un recupero di fondi dal diritto allo studio dello scorso anno scolastico per complessivi € 30.622,00 in particolare per il ripristino della quota di € 13.634,00 per l’acquisto di cancelleria per le nostre scuole per l’infanzia comunali e per il residuo che era stato previsto per la convenzione con i CAAF, ancora in via di definizione per € 12.000,00, nonché per un ulteriore avanzo di € 1.942,00. Per quanto concerne i trasporti scolastici, è stata prevista, una spesa di € 2.500,00 per l’anno 2004 (settembre/dicembre) e di € 4.500,00 per l’anno 2005 (gennaio/agosto) per le escursioni didattiche delle scuole per l’infanzia del Comunali. La somma complessiva di € 7.000,00, inferiore rispetto allo scorso anno, si configura quale assestato di spesa per tale scopo da almeno due anni e consente di mantenere a disposizione somme per i costi derivanti dai concorsi spese ai Comuni di Gerre de’ Caprioli e Bonemerse per il trasporto scuolabus e per i nuovi impegni con Km per il nostro trasporto scuolabus. In riferimento, invece, all’attuazione di iniziative con associazioni del volontariato e non, finalizzate ad assicurare l’assistenza agli alunni sui mezzi di trasporto urbano e al trasporto di alunni e studenti disabili, si provvederà con atti indipendenti dal diritto allo studio in quanto necessitano di procedure autonome. Ricordato che alcuni servizi sono già stati o saranno posti in essere, e quindi finanziati, per l’inizio dell’anno scolastico (libri di testo per le scuole elementari, servizio mensa scolastica per le scuole per l’infanzia statali, elementari e medie, servizio di assistenza alla persona di competenza del Settore Affari Sociali, corsi di aggiornamento per gli insegnanti delle scuole per l’infanzia comunali, trasporto scuolabus, di trasporto alunni e studenti disabili e di assistenza sui mezzi di trasporto e ad alcuni incroci) la spesa complessiva prevista e finanziata sul piano per il diritto allo studio, per l’intero anno scolastico 2005/2005, è rispettivamente nell’ordine di € 183.510,00 per l’anno 2005 (settembre/dicembre) ed € 414.916,00 per l’anno 2006 (gennaio/agosto) e, per l’intero periodo di € 598.426,00, rispetto ad € 571.454,00 del precedente piano per il diritto allo studio dell’anno scolastico 2004/2005 ed € 595.532,00 del piano per il diritto allo studio dell’anno scolastico 2003/2004. La popolazione scolastica delle scuole cittadine e quindi interessata agli interventi previsti nel piano è attualmente stimata in 13.729 alunni e studenti.
Ampiamente illustrato dall’Assessore Daniela Polenghi, l’oggetto è stato messo in votazione ed approvato all’unanimità.
Revoca del Regolamento per l’assegnazione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica di riserva di cui all’art.10 della L.R. 4 maggio 1990 n. 28 e contestuale nuova approvazione del Regolamento per l’assegnazione in deroga alla graduatoria generale ERP.
Con l’entrata in vigore del Regolamento regionale n. 1/2000 riguardante i criteri generali per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), i Comuni sono tenuti ad adottare alcuni provvedimenti di carattere attuativo. Tra questi vi è anche la necessità di approvare uno specifico regolamento che preveda appositi criteri necessari per disporre l’assegnazione di alloggi ERP a persone che, pur trovandosi inseriti nella graduatoria generale, ma non in posizione utile, si trovano in particolari condizioni di disagio, come indicato dal Regolamento regionale. L’Amministrazione Comunale già dispone di un proprio Regolamento per procedere ad assegnazioni di questo tipo, ma la normativa di riferimento è ormai superata a seguito dell’entrata in vigore del Regolamento regionale n. 1/2000. Si tratta pertanto di revocare l’attuale Regolamento, approvato dal Consiglio Comunale il 12 luglio 1994, e di approvare un nuovo testo regolamentare conforme alla nuova normativa. La bozza del nuovo Regolamento individua categorie di situazioni che legittimano la presentazione della domanda secondo quanto previsto dall’art. 14 del Regolamento regionale, in particolare: rilascio forzato dell’alloggio; sfratto esecutivo (con esclusione delle situazioni di morosità); presenza di eventi imprevisti (calamità, ecc.); necessità di urgente sistemazione abitativa a seguito di gravi eventi lesivi dell’integrità psico fisica. A ciascuna di queste situazioni viene attribuito un punteggio. Si valutano poi le caratteristiche sociali del nucleo richiedente (presenza di minori, disabili, anziani, ecc.), attribuendo uno specifico punteggio. Si tiene infine conto della capacità economica del nucleo che presenta richiesta. Il nuovo Regolamento recepisce inoltre gli indirizzi espressi nella deliberazione del 23 giugno scorso con la quale la Giunta Comunale ha espresso il proprio orientamento per quanto riguarda il possesso, da almeno cinque anni, del requisito della residenza o dell’attività lavorativa in Regione Lombardia. Con la deliberazione del 23 giugno la Giunta ha infatti approvato il seguente indirizzo: il requisito della residenza o dello svolgimento dell’attività lavorativa nella Regione Lombardia da almeno cinque anni da parte dei richiedenti l’assegnazione di alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), previsto dalla Legge Regionale n. 5/2005 a far tempo dal 26 febbraio 2005 (data di entrata in vigore della legge) non si applica agli aggiornamenti delle domande già presentate nel periodo 11 ottobre/31 dicembre 2004 in occasione dell’indizione del primo bando comunale relativo alla formazione della graduatoria valevole ai fini dell’assegnazione di alloggi ERP disponibili nel Comune di Cremona. Un chiarimento che si è reso necessario apportare dal momento che l’applicazione della Legge Regionale n. 5/2005 (in base alla quale per la presentazione della domanda di alloggi ERP i richiedenti devono avere la residenza o svolgere attività lavorativa nella Regione da almeno cinque anni nel periodo immediatamente precedente la data di presentazione della domanda) suscita non pochi problemi applicativi, venendo a collocarsi nell’ambito di un contesto che ha visto succedersi, nel giro di un breve periodo, più interventi normativi non sempre coerenti tra loro. Poiché la legge non è retroattiva, ma vale solo per le domande che sono state presentate a partire dal 26 febbraio 2005, significa che non trova applicazione per quelle domande presentate nel periodo di vigenza del primo bando ERP (11 ottobre 31 dicembre 2004), anche se stanno per essere aggiornate. L’aggiornamento infatti non si configura come nuova domanda in quanto le domande originarie decadono dopo il quarto aggiornamento semestrale o secondo aggiornamento annuale.

Illustrato dall’Assessore Maura Ruggeri, l’oggetto è stato messo in votazione ed approvato all’unanimità.
Approvazione definitiva del Piano di Lottizzazione di iniziativa privata “Rastello” in variante al P.R.G. vigente ai sensi dell’art. 2, comma 2, lett. b), della Legge Regionale n° 23/97, presentato dalla Soc. Coop. Edilizia “Bernardino Zelioli” a r.l. per un’area in zona omogenea C (nuovi insediamenti residenziali) sita in località Cavatigozzi.
Il 31 gennaio 2005 il Consiglio Comunale ha adottato questo Piano di Lottizzazione che prevede innanzitutto un intervento residenziale privato strutturato su una strada centrale che, attraversando l’area in direzione nord/sud, articola l’insediamento in due lotti, completando anche il collegamento tra la via G. Paulli e la via Invalidi del Lavoro, quindi uno studio di inquadramento e coordinamento delle sue previsioni con quelle del successivo piano per l’edilizia economica popolare. La realizzazione dell’intervento prevede, come opere di urbanizzazione, la realizzazione della strada di lottizzazione (completa dei percorsi pedonali nonché dei relativi sottoservizi e della pubblica illuminazione) e la realizzazione di un parcheggio pubblico, parte su area del lottizzante e parte su area di proprietà comunale. Entro i prescritti trenta giorni successivi alla scadenza del deposito e della pubblicazione del relativo avviso, non è pervenuta al Comune alcuna osservazione e/o opposizione.
Brevemente illustrato dall’Assessore Daniele Soregaroli, l’oggetto è stato posto in votazione ed approvato all’unanimità.
Approvazione definitiva delle varianti puntuali alla strumentazione urbanistica generale.
Il 7 marzo 2005 il Comune di Cremona ha adottato le Varianti puntuali alla strumentazione urbanistica generale. L’attuale Piano Regolatore Generale di Cremona è stato, dal periodo della sua prima redazione e sino all’approvazione definitiva, una grande occasione di partecipazione e confronto per la formazione dello strumento urbanistico che la Regione Lombardia ha poi definitivamente approvato il 30 settembre 2002, per tutta la città. Ed ancora lo sono state le varianti predisposte successivamente per adeguare il piano sia alle prescrizioni regionali quanto alla sopravvenuta normativa commerciale. Tuttavia, dall’anno 2002, sono pervenute al Comune alcune richieste di variante, presentate sia da singoli cittadini che da società, relative tanto a singoli lotti o edifici, per i quali viene chiesto un azzonamento diverso da quello assegnato, quanto a passaggi delle Norme Tecniche di Attuazione. In considerazione delle crescenti richieste presentate, l’Amministrazione Comunale ha ritenuto opportuno avviare l’apposita procedura prevista dalla Legge Regionale 1/2000. E’ stato così possibile presentare richiesta di variante all’Ufficio Protocollo del Comune dal 6 dicembre 2004 e fino al 4 gennaio 2005. Le istanze pervenute sono state portate all’attenzione della Giunta Comunale e sottoposte all’analisi della competente Commissione Consiliare. Tra le proposte accolte si evidenziano quelle più significative: Palazzo Visconti (ex Canossiane): la variante consentirà il recupero dell’immobile già sede di un complesso scolastico per un utilizzo prevalentemente residenziale anche per studenti; ex deposito autobus extraurbani (ex SAIA): anche per questo ambito, da anni dismesso, sarà possibile il recupero residenziale che consentirà la realizzazione di un parcheggio di circa cento posti auto e di un giardino attrezzato di uso pubblico; area Arvedi Commercio Prodotti Siderurgici in via Rosario: qui la variante, a fronte della dismissione della funzione produttiva collocata a ridosso delle residenze, consente la trasformazione dell’ambito prevedendovi l’inserimento di funzioni terziarie e residenziali con la possibilità, nella fascia di rispetto dalla tangenziale, di realizzare un ampio parcheggio strategico, se collegato, anche per le prospettive di sviluppo della Fiera; Cascine: per i complessi edilizi che il P.R.G. aveva rilevato essere ancora legati all’attività dell’azienda agricola sarà possibile l’insediamento di residenze (e quindi il recupero), purché venga dimostrata la dismissione della originaria funzione agricola da almeno cinque anni nel rispetto delle caratteristiche architettoniche della cascina stessa; istituti di credito: viene consentita l’apertura di nuove agenzie bancarie nel centro storico della città solo a condizione che vengano recuperati spazi per la sosta di autoveicoli in loco o in aree limitrofe; tessuto commerciale: la variante prevede il consolidamento del sistema attualmente esistente; via S. Ambrogio: su un’area attualmente non edificata verrà ricavato un parcheggio pubblico particolarmente funzionale alla vicina scuola di via Filzi contestualmente alla realizzazione di un edificio residenziale. La procedura avviata ha dovuto tenere conto della nuova Legge regionale per il governo del territorio (L.R. 11 marzo 2005 n. 12) nuovo testo unico della normativa urbanistica regionale. Intervenuta l’esecutività della delibera di adozione, si è provveduto alla pubblicazione dell’avviso di deposito degli atti riguardanti queste varianti. Gli atti sono stati depositati in libera visione al pubblico dal 29 marzo al 27 aprile 2005. Nei trenta giorni successivi alla scadenza del periodo di deposito sono state presentate tre osservazioni, due a nome di Verino Gatti e una a nome di Italia Nostra. In data successiva alla scadenza dei termini indicati è stata depositata un’ulteriore osservazione a none di Giuseppe Filippini. Per ognuna delle osservazioni presentate è stata predisposta un’apposita scheda di contro deduzioni contenente oltre al nome del richiedente ed alla localizzazione dell’ambito oggetto dell’osservazione, una sintesi dell’osservazione stessa, la richiesta formulata, un esito motivato e l’elenco degli eventuali elaborati da modificare. Le contro deduzioni alle osservazioni sono state sottoposte al parere della Commissione Politiche Urbanistiche e Territoriali nella seduta del 23 giugno scorso. In seguito all’istruttoria condotta dalla Commissione l’esito di ogni osservazione è così riassumibile: osservazione n. 1 e n. 2 (Verino Gatti) parzialmente accolte; osservazione n. 3 (Italia Nostra), parzialmente accolta. L’istanza presentata da Giuseppe Filippini nella veste di legale rappresentante della ditta ENNEEFFE s.r.l. non può essere considerata come osservazione, bensì come richiesta di riesame di una precedente proposta di variante non ritenuta accoglibile in sede di istruttoria antecedente l’adozione delle varianti puntuali. Il richiedente può ricorre contro il non accoglimento al TAR Lombardia entro 60 giorni dalla data di notifica (la Relazione Descrittiva riguardante le Varianti nel loro complesso, nonché le osservazioni e le contro deduzioni sono in visione per i giornalisti all’Ufficio Stampa, n.d.r.).
Brevemente illustrato dall’Assessore Daniele Soregaroli, l’oggetto è stato posto in votazione ed approvato all’unanimità.
Modifica ed integrazione del Regolamento d’uso del verde approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 33/25466/05 del 3 maggio 2005.
Il Consiglio Comunale, il 2 maggio scorso, ha approvato il Regolamento d’uso del verde, strumento necessario per la regolamentazione dei parchi e dei giardini pubblici. Successivamente, in considerazione delle norme specifiche previste da questo Regolamento per i Giardini di Piazza Roma e per il Parco del Vecchio Passeggio è stata presa in considerazione la possibilità di abolire il divieto di calpestare le aree verdi a prato, così da rendere maggiormente fruibili le uniche due aree verdi del centro cittadino, limitando il divieto esclusivamente alle aree fiorite. Pertanto si propone di modificare l’art. 24 con l’emendamento: “nel Giardino storico di Piazza Roma è vietato calpestare le aree con presenza di fioriture tappezzanti”; modificare l’art. 28 con l’emendamento: “nel Parco storico del Vecchio Passeggio è vietato calpestare le aree con presenza di fioriture tappezzanti” e per incompatibilità con questo, eliminare l’ultimo punto dell’art. 29 “gioco libero dei bambini fino a 7 anni in tutte le aree verdi a prato; per i bambini con età superiore a sette anni il gioco è consentito nelle aree calpestabili” sostituendolo con l’emendamento: “gioco libero dei bambini nelle aree calpestabili”. Durante la seduta della Commissione Consiliare Politiche Ambientali, riunitasi l’8 luglio, sono state approvate le modifiche già presentate alla Giunta Comunale ed è stato altresì proposto di estendere, per uniformità, anche al parco storico delle ex Colonie Padane la possibilità di prevedere il gioco libero dei bambini nelle aree calpestabili. Da qui la proposta di modificare l’ultimo punto dell’art. 32 del Regolamento con l’emendamento “gioco libero dei bambini nelle aree calpestabili”.
Brevemente illustrato dall’Assessore Maria Spotti, l’oggetto è stato posto in votazione ed approvato all’unanimità.
Mozione presentata da Consiglieri Comunali diversi - primo firmatario Guido Borsella - in cui si invita la Giunta Comunale ad intensificare gli sforzi affinché i nostri prodotti tipici vengano sempre più promossi e valorizzati, specialmente nelle Istituzioni (Testo della mozione: Cremona, grazie agli sforzi degli imprenditori del settore e del suo Presidente del Consorzio stesso si è dotata in modo ufficiale di un prodotto tipico protetto (transitoriamente dal Ministero), denominato “Salame Cremona” che otterrà entro la fine dell’anno il riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta); in un momento in cui la globalizzazione sta trasformando il tessuto economico spersonalizzando la tipicità dei nostri prodotti, tenuto presente l’importanza del settore agroalimentare all’interno del nostro sistema economico ed industriale, si invita la Giunta Comunale in un momento così importante per il riconoscimento a livello europeo della denominazione protetta del Salame Cremona ad intensificare, unire gli sforzi per far si che i nostri prodotti tipici vengano sempre più promossi e valorizzati specialmente nelle Istituzioni).
La mozione, dopo i chiarimenti dell’Assessore Carlo Dal Conte, che ha ricordato come il Comune stia già lavorando su questo fronte in sinergia con altri enti presenti sul territorio, è stata trasformata in raccomandazione.
Ordine del giorno in data 12 aprile 2005 presentato da Consiglieri Comunali diversi del Gruppo Consiliare “Democratici di Sinistra” (primo firmatario Gino Carnesella) con il quale si esprime dissenso nei confronti di un provvedimento legislativo, in corso di approvazione da parte del Governo, di modifica della Legge Quadro sul Volontariato, con conseguenti drastici tagli dei fondi destinati alle Associazioni di Volontariato
A seguito delle modifiche introdotte dal Governo nell’ambito del decreto sulla competitività, l’ordine del giorno è stato ritirato e sostituito da questo nuovo ordine del giorno: “Lo scorso 5 luglio la Camera dei Deputati ha votato la soppressione dell’art. 26 del Decreto Legge 5736 sulla competitività che riduceva del 50% le risorse accantonate per legge per i Centri di Servizio per il Volontariato. Prendiamo atto che la campagna promossa dalla Consulta nazionale del volontariato nei mesi scorsi denominata Il Governo non cambi la legge sul volontariato per decreto e non ne limiti autonomia e risorse ha prodotto un importante risultato e che numerosi parlamentari di maggioranza ed opposizione hanno ascoltato e compreso le ragioni del volontariato e scelto di impedire che si cambiasse la legge 2666/91 fuori dalla sua naturale sede e senza la collaborazione del volontariato stesso. Tutto ciò premesso, il Consiglio Comunale, la Giunta ed il Sindaco, consapevoli che le strutture al servizio del volontariato costituiscono un sostegno indispensabile alle attività delle associazioni che operano nel settore e che l’autonomia del volontariato è presupposto indispensabile per valorizzare il principio di sussidiarietà e solidarietà, si fanno carico di attivare i rappresentanti eletti nei collegi parlamentari del territorio affinché favoriscano il dialogo continuo tra istituzioni, fondazioni bancarie e mondo del volontariato e perché sostengano l’esame complessivo delle modifiche da apportare alla legge 266/91 secondo quanto richiesto da tutte le espressioni del volontariato”.
Dopo un breve dibattito, l’ordine del giorno è stato posto in votazione ed approvato con l’astensione degli esponenti di FI e AN.
Mozione in data 24 aprile 2005 presentata dai Consiglieri del Gruppo Consiliare “Democratici di Sinistra” Alberto Cappellini e Luciana Carini in ordine alla richiesta di istituzione di un fondo regionale per il sostegno alla non autosufficienza (Testo della mozione: Premesso che la condizione dell’anziano e del disabile con grave non autosufficienza in Italia, in Lombardia e a Cremona, rendono ogni giorno sempre più urgente una risposta adeguata ai bisogni di queste persone e richiedono un costante impegno di intervento assistenziale e di sostegno economico alle famiglie. La mancanza di tali interventi possono condurre ad una non adeguata assistenza a domicilio o ad un ricovero improprio, con conseguenze anche psicologiche per la persona e costi elevati per la famiglia. La perdita della autonomia funzionale tra le persone con più di 65 anni interessa circa il 20% di esse e oltre gli 80 anni quasi il 50%. Considerato che il Piano Sanitario Nazionale 2003-2005, approvato con DPR 23 maggio 2003, ha individuato la priorità di sviluppare una rete integrata di servizi sanitari e sociali per la non autosufficienza. Tale priorità è stata recepita in sede di Conferenza permanente per i rapporti Stato-Regioni con Accordo del 24 luglio 2003. A quattro anni dall’approvazione della legge quadro nazionale 328/2000 di Riforma della assistenza, nel nostro Paese, non abbiamo ancora una legge istitutiva di una Fondo Nazionale per la non autosufficienza e questi ritardi istituzionali fan si che milioni di anziani e disabili non autosufficienti e le loro famiglie siano in grave difficoltà anche economiche. Alcune Regioni hanno maturato una loro autonomia proposta in merito. Gli Enti Locali ed in particolare i Comuni si trovano ogni giorno in grave difficoltà economiche a sostenere i bisogni delle numerose persone anziane e non autosufficienti e delle loro famiglie, nella fase di domiciliarità o di degenza. Visto la Legge Regionale 23 dicembre 2004, n. 27, Regione Emilia Romagna, art. 51, con cui si istituisce il Fondo regionale per la non autosufficienza, si costituiscono le fonti di finanziamento ordinarie del fondo e se ne stabiliscono i criteri di ripartizione fra i distretti sanitari, secondo i criteri previsti dal Piano sociale e sanitario di cui all’art. 27 della legge regionale 12 marzo 2003, N.2 La Deliberazione della Giunta Regionale 30 luglio 2004, n. 2359, Regione Veneto, intitolata “Il sistema della domiciliarità. Promozione e tutela della qualità di vita dei cittadini in situazione debole e che rischiano l’esclusione da un contesto familiare da parte della Regione Veneto. Creazione e sviluppo di una rete di politiche, risorse e interventi a sostegno della domiciliarità e delle famiglie che si fanno carico della cura, dell’assistenza e della tutela delle persone fragili”. Analoga delibera della Regione Piemonte, in cui si istituisce un Fondo per la non autosufficienza, sul quale sono stanziati per il 2005, 14 milioni di Euro. La Proposta di Legge N. 109 presentata da alcuni Consiglieri regionali il 23 febbraio 2005 al Consiglio Regionale della Sardegna e altre analoghe Proposta di Legge recentemente presentate in diversi Consiglio Regionali (Campania, Molise, Sicilia, Basilicata, Marche, Puglie) su iniziative di Consiglieri esponenti di diverse forze politiche di istituzione del suddetto Fondo.Il Documento “Proposte per l’attuazione del Fondo per la non autosufficienza” presentato da CGIL CISL UIL, SPI FINP UILP in Emilia Romagna il 17/3/2005, in cui si avanzano fra l’altro proposta concrete di regolamentazione regionale per l’individuazione e l’accertamento delle condizioni di non autosufficienza, la definizione di prestazioni e servizi da garantire alle persone non autosufficienti, le regole chiare per la compartecipazione degli utenti alla spesa. L’ODG N:1060 presentato da alcuni Consiglieri Regionali al Consiglio Regionale della Lombardia il 13/12/2004, il Consiglio Comunale impegna la Giunta a sollecitare la Giunta Regionale lombarda perché individui urgentemente risorse economico finanziarie nel Bilancio di previsione 2006, per l’istituzione di un Fondo regionale per la non autosufficienza, al fine di migliorare le condizioni e la qualità di vita delle persone anziane o disabili non autosufficienti, che vivono in situazioni di grave disagio fisico, psichico ed economico e al fine di sostenere le loro famiglie per l’accesso alla rete dei servizi di assistenza domiciliare diurna e notturna e per il ricovero in strutture RSA - Residenze Sanitarie Assistenziali - e similari).
Dopo un breve dibattito, a conclusione del quale è intervenuta l’Assessore Maura Ruggeri per descrivere la situazione a Cremona in fatto di aiuto alla non autosufficienza e la situazione drammatica che si va profilando su questa problematica, la mozione è stato posta in votazione ed approvata con l’astensione della minoranza.
Ordine del giorno in data 13 aprile 2005 presentato da Consiglieri vari - primo firmatario Matteo Lodi - in merito alla proposta di nomina a senatore a vita di Elio Toaff, esponente della comunità ebraica in Italia (Testo dell’ordine del giorno: Ancora oggi, affiorano, nel nostro Paese forme più o meno velate di antisemitismo e di pregiudizio antiebraico mentre si dovrebbe ricordare le grandi sofferenze delle comunità ebraiche in tutta Europa sterminate per mano dei nazisti e dei fascisti. A sessant’anni dalla fine della guerra e della sconfitta del nazifascismo può rappresentare una occasione di impegno contro ogni forma di antisemitismo proporre al Presidente della Repubblica la nomina a senatore a vita dell’ex rabbino capo di Roma Elio Toaff, persona di grande spiritualità e cultura, sempre attento al dialogo interreligioso, molto apprezzato anche dal Papa Giovanni Paolo II. Per questa ragione, senza voler imporre nulla al Capo dello Stato ma semplicemente come proposta, il Consiglio Comunale di Cremona, accogliendo l’invito “bipatisan” avviato in molti settori della società italiana - nel Parlamento, negli Enti Locali, nelle associazioni, nei sindacati, nel mondo della cultura. - propone al Presidente della Repubblica di tenere in considerazione la persona di Elio Toaff quale eventuale nuovo Senatore a vita della Repubblica).
Presente in Consiglio Comunale solo la maggioranza, dopo che l’ordine del giorno è stato brevemente illustrato dal consigliere Matteo Lodi, il dibattito ha visto l’intervento dell’esponente di Rifondazione Comunista, Pierluigi Rossetti, che ha deprecato l’assenza della minoranza in questa circostanza, nonché l’intervento del Vice Sindaco Luigi Baldani, che ha espresso il pieno sostegno della Giunta Comunale alla proposta avanzata, auspicando che la nomina a Senatore a vita di Elio Toaff si possa concretizzare quanto prima.
L’ordine del giorno, messo ai voti, è stata approvato all’unanimità.
Ordine del giorno presentato dal Presidente della Commissione Consiliare Permanente attinente le Politiche Giovanili, di Promozione alla Cultura della Pace, dei Diritti Umani e le Attività Sportive Roberto Galletti per la piena libertà delle espressioni, dei linguaggi e degli stili di vita dei giovani (Testo dell’ordine del giorno: La Commissione Politiche Giovanili del Comune di Cremona, verificato quanto accaduto in data 9 maggio 2005 presso un piccolo locale pubblico del centro cittadino e i vicinali portici della Galleria XXV Aprile, ove un concertino regolarmente autorizzato di musica etnica acustica (di modestissima entità sonora) in orario serale (in larghissimo anticipo sul normale orario minimo di limite per tali forme di intrattenimento) veniva interrotto dall’intervento delle forze dell’ordine dell’Arma dei Carabinieri sulla base di una interpretazione eccessivamente restrittiva della normativa; veniva altresì redatto un verbale di sanzione al locale per non aver impedito il “ballo spontaneo” di alcuni dei giovani partecipanti e venivano identificati alcuni dei presenti; preso atto della petizione popolare sottoscritta da centinaia di cittadini, nella quale, affermato il carattere di “energia positiva” di una “esternazione di gioia non violenta, non pericolosa” come il “ballo spontaneo”, si fa appello alla pubblica amministrazione e alle istituzioni competenti affinché sia “concessa la possibilità alla gente di muoversi liberamente in piena spontaneità” e “nessuno sia più fermato perché si muove seguendo un ritmo musicale” in quella che si vuole universalmente definire “città della musica”; nel rinnovare la stima e la gratitudine per la quotidiana preziosa e insostituibile funzione di sicurezza pubblica e tutela della civile convivenza svolta dalle forze dell’ordine; considerate e discusse le problematiche relative alla circostanza: esprime disapprovazione per l’azione delle forze dell’ordine, ritenendola evidentemente sproporzionata nella forma e nella sostanza alla circostanza; auspica che non si verifichino più discutibili episodi di contrasto nei confronti di eventi e situazioni di interesse giovanile, anche in considerazione del sopravvivere di norme talvolta inadeguate di fronte alla continua evoluzione della società e delle istanze giovanili, non sempre di facile interpretazione; impegna il Sindaco e la Giunta ad avviare un confronto con le forze dell’ordine affinché venga considerata in maniera corretta ogni attività volta ad animare e sviluppare forme di aggregazione giovanile e a migliorare la vivibilità del tessuto urbano; ribadisce la necessità di vedere in ogni circostanza pienamente assicurata la libertà di movimento e di espressione a tutti i cittadini in tutti gli spazi pubblici della città; chiede all’Amministrazione Comunale in tutte le sue articolazioni politiche, amministrative e tecniche, di operare per promuovere in ogni circostanza la piena cittadinanza di diritti alle giovani generazioni, affinché sia concretamente garantita nel pieno e reciproco rispetto del limite delle libertà altrui la necessaria libertà di movimento e di espressione a tutti i giovani, ai loro linguaggi e ai loro stili di vita; auspica il sempre maggiore sviluppo di un confronto permanente, pubblico e trasparente su questi temi, tra il mondo giovanile, le sue reti informali e le sue organizzazioni sociali, la pubblica amministrazione, i servizi, gli enti e le istituzioni del territorio, la polizia locale, le forze dell’ordine quale contributo alla convivenza delle diversità, alla diffusione della cultura e della pratica della legalità, per la crescita civile e democratica della comunità cremonese).
Nonostante l’assenza in aula degli esponenti della minoranza, il Presidente del Consiglio Comunale Mauro Fanti ha ritenuto di mettere comunque in discussione questo ordine del giorno, già approvato all’unanimità dalla Commissione Politiche Giovanili. Dopo che l’ordine del giorno è stato illustrato dal consigliere Roberto Galletti, l’Assessore alle Politiche Giovanili Celestina Villa ha lamentato l’assenza in aula della minoranza che ha contribuito anch’essa fattivamente alla stesura del testo posto in votazione ed approvato anche dal Consiglio Comunale.

 


       



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