15 Settembre, 2002
Portella della Ginestra
La memoria della spianata rimane alle vittime della strage
 ADISTA: È stato definitivamente
sconfitto il progetto del sindaco di Piana degli Albanesi, Gaetano Caramanno
(Forza Italia), di edificare una mega-chiesa a Portella della Ginestra, proprio
sul luogo dell'eccidio del primo maggio 1947, quando gli uomini della banda di
Salvatore Giuliano, rinforzati da altri sicari di oscura provenienza (tanto che
diversi storici parlano della "prima strage di Stato"), spararono
sulla folla di lavoratori e contadini, perlopiù socialisti e comunisti,
convenuti a Portella per la festa del lavoro, uccidendo 11 persone e ferendone
diverse decine. Lo scorso 14 luglio, infatti, l'intero Consiglio comunale di
Piana ha approvato all'unanimità un emendamento, accolto dal sindaco, che
boccia la costruzione del santuario in mattoni rossi e cristallo, con un
campanile alto 11 metri e mezzo e una cupola sulla sommità, e dirotta il
finanziamento statale, arrivato grazie ai buoni uffici del senatore forzista
Renato Schifani (250mila euro già arrivati e altri 250mila solo promessi), alla
"realizzazione di opere di ristrutturazione (sistemazione) del Sacrario di
Portella della Ginestra anche in funzione dell'inserimento di una Edicola
votiva". Un compromesso - piccola edicola al posto della grande chiesa -
che però, prima di essere effettivamente realizzato, "ci auguriamo venga
discusso insieme ai parenti delle vittime della strage di Portella", spiega
ad Adista Francesco Petrotta (segretario della Camera del Lavoro di Piana degli
Albanesi), fin dall'inizio fermamente contrari alla costruzione del Santuario.
La vicenda ha inizio nell'anno 2000, quando la precedente Giunta di
centro-sinistra avanza l'ipotesi di costruire un simbolo cattolico - una piccola
cappella o una pietra sormontata da una croce - sul luogo dell'eccidio. Poi la
nuova amministrazione di centro-destra, in carica dalla primavera 2002, decide
di ampliare il progetto e, nell'ottobre 2004, la Giunta approva la costruzione
del santuario, nonostante la contrarietà dell'opposizione, della Cgil, di
Legambiente e dell'associazione dei parentI delle vittime che, insieme, fanno
ricorso al Tar contestando la delibera per una serie di vizi formali. Il Tar non
concede la sospensiva ma, in compenso, da Monreale, nel cui territorio comunale
si trova Portella (nonostante la località sia più vicina a Pina degli
Albanesi, e di Piana siano la maggior parte della vittime dell'eccidio del prima
maggio 1947), ancora non arriva l'autorizzazione alla costruzione. E sembra che
sia stata anche la mancanza di tale autorizzazione a far recedere il sindaco dal
suo proposito, ripiegando per una semplice edicola votiva in luogo della chiesa.
"La sconfitta dell'Amministrazione Caramanno - commenta il direttivo della
Camera del Lavoro di Piana degli Albanesi, in prima linea nella battaglia contro
la costruzione del santuario che avrebbe irrimediabilmente danneggiato e
alterato la memoria di uno dei siti storici più importanti della Sicilia - è
il risultato della giusta lotta condotta in questi anni dalla Camera del Lavoro,
da Legambiente, dall'Associazione dei familiari delle vittime ‘La Ginestra',
dal Consiglio comunale, da eminenti personalità ecclesiastiche e da diverse
forze politiche e sociali, che avevano messo in luce l'assurdità
dell'iniziativa del sindaco. Ci si augura, per evitare ulteriori ‘pastrocchi',
il coinvolgimento sia del sindacato sia dei familiari delle vittime di Portella
nell'elaborazione progettuale programmata dal Consiglio comunale".
 
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