15 Settembre, 2002
Sciopero della spesa
Iniziativa condivisa dal Comune di Cremona
 Domani, mercoledì 14 settembre, si tiene lo sciopero della
spesa indetto dalle Associazioni dei Consumatori per sottolineare la continua
crescita dei prezzi e delle tariffe. ANCI Lombardia, in una sua presa di
posizione, sottolinea l’importanza dell’iniziativa delle Associazioni dei
Consumatori e la intende come una forte sollecitazione al Governo Nazionale. Il
Comune di Cremona condivide questa impostazione ed auspica che la prossima
finanziaria tenga conto delle esigenze anche dei Comuni, coinvolgendoli nelle
scelte, nella considerazione che gli Enti Locali rappresentano direttamente e
autorevolmente le esigenze dei propri cittadini.
E’ innegabile che le difficoltà economiche complessive di questo periodo,
hanno messo in crisi molte famiglie; un segno chiaro è anche l’aumento della
domanda di sostegno economico che famiglie o persone singole hanno rivolto ai
Comuni lombardi in quest’ultimo anno.
Ma i Comuni - come ha avuto più volte modo di ribadire il Sindaco Gian Carlo
Corada - non possono essere visti come corresponsabili degli aumenti, pur
essendo loro compito definire aliquote, tariffe, e concorso economico per i
servizi a domanda individuale. In realtà essi sono l’ultimo anello di un
processo, che parte dal Governo Nazionale e dal Parlamento, con una duplice
veste: quella, sopra richiamata, di “corresponsabili” di una parte degli
aumenti comunque volti a garantire il mantenimento di servizi essenziali e
quella di “vittime”, in quanto destinatari di regole stringenti e di
politiche finanziarie complessive, quali il patto di stabilità, che producono
una forte contrazione dei trasferimenti statali e quindi sulle disponibilità di
bilancio.
Il Comune di Cremona non si nasconde le difficoltà profonde che riguardano la
finanza pubblica allargata; anzi conferma il proprio impegno e la propria
partecipazione, come di tutti gli altri Enti Locali, al necessario risanamento.
Si unisce alla richiesta di poter però più autorevolmente partecipare alle
scelte, proprio per evitare le ricadute negative sulle famiglie e sulle persone
maggiormente esposte. A riprova di questo, basti considerare il recentissimo
decreto ministeriale che taglia del 50% il fondo sociale per il 2006; riduzione
che per la sola Lombardia farà mancare oltre 70 milioni di Euro e che, in
prospettiva immediata, fa intravedere un ulteriore peggioramento della
situazione finanziaria nel 2006.  
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