15 Settembre, 2002
Taormina querela?
Una firma a sostegno di Giorgio e Luciana Alpi «colpevoli» di critica
 Ci appelliamo alla sensibilità e alla passione di quanti
ancora credono che si possa giungere alla verità sulla morte di Ilaria Alpi e
Miran Hrovatin, gionalisti del Tg3 uccisi a Mogadiscio - Somalia - il 20 marzo
1994.
È di ieri la notizia, diffusa dalle agenzie stampa e da “Reporter Associati
International”, della lettera scritta dall’on. Carlo Taormina al presidente
della Camera on. Pierferdinando Casini, contenente la minaccia di una querela
per diffamazione contro i genitori di Ilaria Alpi, Giorgio e Luciana, colpevoli
- a giudizio dell’on. Taormina - di aver “osato” criticare il metodo e le
procedure che il presidente Taormina applica ai lavori della Commissione.
Critiche che facciamo fin d’ora nostre assumendocene la piena responsabilità.
La minaccia di querela contro i genitori di Ilaria Alpi, e del loro difensore
Domenico D’Amati, segna l’ultimo atto di una politica spregiudicata portata
avanti dall’on. Carlo Taormina all’interno della Commissione parlamentare da
lui presieduta, una politica che ha portato ad oggi quale unico risultato dopo
due anni di lavori quello di indicare nei giornalisti allontanati dal compito di
consulenti della Commissione dei“depistatori”, altri giornalisti che erano,
a ragione, considerati memorie storiche del “caso Alpi” additati come “occultatori”,
altri ancora, i colleghi del Tg3 di Ilaria Alpi ridotti a “inquinatori”. E
da ieri perfino i genitori di Ilaria bollati come “diffamatori”.
Una politica spregiudicata che non ha trovato alcun contrasto all’interno
della Commissione parlamentare non solo da parte dei deputati della maggioranza
di governo ma neppure tra i deputati che avrebbero dovuto rappresentare l’opposizione
parlamentare, perennemente in bilico tra il ritirare la loro presenza dall’Ufficio
di Presidenza e il rimanere in Commissione senza mai contraddire le scelte del
presidente.
Una politica spregiudicata che ha posto nei fatti la Commissione parlamentare
sulla strada di un conflitto tra poteri dello stato con il rifiuto di
ottemperare ad alcuni disposizioni della magistratura in occasione alcuni
delicati passaggi operativi e procedurali. E per questo motivo la Procura della
Repubblica di Roma, con una iniziativa definita “grottesca” dal presidente
della Commissione Carlo Taormina nella lettera inviata all’On. Pierferdinando
Casini, ha aperto un’indagine intorno al ritrovamento a Mogadiscio (a undici
anni di distanza dal duplice omicidio...) dell’auto indicata come quella dove
persero la vita i due giornalisti italiani. Un ritrovamento che, come altri
passaggi dei lavori della Commissione, lascia non pochi dubbi e perplessità...
Ci appelliamo all’opinione pubblica, ai movimenti, alle associazioni, a tutti
i cittadini che hanno a cuore la verità e il rispetto delle procedure
necessarie a raggiungerla. Ci appelliamo perchè tutti ci possano stringere
solidarmente intorno alle figure di Giorgio e Luciana Alpi che hanno dedicato
questi undici anni alla ricera della verità sull’esecuzione alla quale
vennero sottoposti Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
Ci appelliamo a quanti ancora credono sia posibile arrivare a identificare i
mandanti del duplice omicidio e l’ambiente dal quale venne ordinato di
assassinare i due giornalisti.
Ci appelliamo ai parlamentari del centrosinistra perchè adoperino ogni mezzo e
ogni strumento perchè firmino questo appello e lo facciano arrivare fin dentro
la Camera dei Deputati e al presidente on.Casini.
Ci appelliamo a tutti i giornalisti, agli operatori dell’informazione perchè
non abbassino la guardia sulla drammatica vicenda della morte di Ilaria Alpi e
Miran Hrovatin, perchè non si accontentino di verità tanto “semplici” come
inusitatamente e pubblicamente enunciate dall’on. Carlo Taormina, prima ancora
delle conclusioni ufficiali dei lavori della Commissione parlamentare, e che
vedono indicare come causa della morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin qualcosa
di molto simile a un incidente: “un tentativo di rapina, o rapimento, finito
male...”.
La minaccia di querela per diffamazione contro Giorgio e Luciana Alpi ci indigna
profondamente persino nella forma che è stata consapevolmente usata per
diffonderla, ci indigna come cittadini che crediamo ancora nel valore della
politica e degli strumenti democratici della politica per raggiungere la
verità, ci indigna perchè segna il tentativo di delegittimare il lavoro e l’impegno
di tutti coloro che per undici anni si sono impegnati e si sono battuti, senza
alcun interesse personale, per cercare di arrivare a smascherare i mandanti dell’esecuzione
di Ilaria e Miran. Ovunque si trovino, dentro e fuori la Somalia.
Noi firmatari di questo appello non ci accontenteremo fin quando non sarà
raggiunta la verità, fino a quando non saranno chiarite tutte le dinamiche che
hanno portato al duplice omicidio. Fino a quando non leggeremo nero su bianco i
nomi dei mandanti.
Sentiamo di doverlo a Ilaria e Miran
Sappiamo di doverlo a Giorgio e Luciana
Noi siamo al loro fianco
 
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