15 Settembre, 2002
Fiorella Ghilardotti , biografia
*nata il 25 giugno 1946, Castelverde (CR) e deceduta il 13 settembre 2005 a Milano
Fiorella Ghilardotti
BIOGRAFIA
Fiorella Ghilardotti
*nata il 25 giugno 1946, Castelverde (CR)
e deceduta il 13 settembre 2005 a Milano
Laurea in economia e commercio.
Insegnante, dirigente sindacale.
Ha operato nell'ENAIP (ente per l'istruzione
professionale delle ACLI) prima come insegnante
e successivamente presso la sede regionale.
Dirigente della CISL ( dal 1975)
Segretaria confederale della CISL di Milano
Consigliere Regionale per i Democratici di
Sinistra (1990-1995).
Presidente della Regione Lombardia (1992-1994).
Parlamentare Europeo per dal 19/07/1994 al
maggio 2005, eletta nella Circoscrizione
elettorale: I - Nord Ovest con. 57.391 voti
di preferenza
Al Parlamento Europeo aderiva al Gruppo del
Partito del socialismo europeo, Membro dell'Ufficio
di presidenza
Altri incarichi nel Parlamento europeo:
Commissione giuridica e per il mercato interno,
Membro
Commissione per i diritti della donna e le
pari opportunità, Membro
Commissione per l'occupazione e gli affari
sociali, Membro sostituto
Assemblea parlamentare paritetica della convenzione
fra gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e
del Pacifico e l'Unione europea (ACP-UE),
Membro
Membro dell'Ufficio di presidenza del Comitato
per le Regioni dell'Unione europea (1993).
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Il suo impegno politico e sociale.
E’ stata particolarmente attiva nell’ambito
delle politiche femminili, sociali, della
salute e nel campo delle problematiche legate
alle aree metropolitane. Inoltre da sempre
si è interessata alla formazione e all’educazione
permanente. Ha seguito con molta attenzione
le tematiche e gli sviluppi all’interno del
mondo delle associazioni e dell’economia
sociale, organizzando e partecipando a numerose
conferenze sul terzo settore in Italia e
in Europa.
Ha inoltre promosso una nuova linea nel bilancio
dell’Unione Europea a favore di queste realtà
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Scomparsa improvvisa.
La sua scomparsa improvvisa , il 14 settembre
2005, ha destato molta impressione.
Nella primavera del 2005 , al termine del
suo incarico di Parlamentare Europeo , il
suo nome era circolato come possibile candidata
a Sindaco del Comune di Cremona. Candidatura
che poi non lievitò anche per una sua personale
indisponibilità.
Una cattolica militante prima del Partito
Comunista Italiano e poi nei Democratici
di Sinistra.
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Hanno scritto e detto di Fiorella Ghilardotti.
Donna intelligente e appassionata..
Donna intelligente e appassionata, dirigente
sindacale, unica donna Presidente della Regione
Lombardia, Parlamentare europea autorevole,
Presidente delle donne del PSE, responsabile
dei problemi del lavoro per la segreteria
regionale, punto di riferimento per la società
democratica milanese, protagonista concreta
e attenta delle battaglie per i diritti delle
lavoratrici e dei lavoratori e per la libertà
femminile.
L'Unione Regionale lombarda e la Federazione
metropolitana milanese DS
Milano 14 settembre 2005
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Amica e compagna di tante battaglie..
Amica e compagna di tante battaglie in Italia,
in Europa, nella sua città , tenace nella
voglia di vivere, impegnata nelle istituzioni
ai più alti livelli e nella sinistra per
le idee di libertà femminile nel mondo, convinta
sostenitrice dell'Europa dei diritti e dell'uguaglianza.
Sempre disponibile, semplice nei modi, rigorosa
nelle sue convinzioni, attenta al rapporto
con la società, Fiorella mancherà tantissimo
a tutti coloro che le hanno voluto bene e
a chi crede in una politica etica e concreta,
capace di futuro.
Ciao Fiore
Il tempo bello passato insieme ci resterà
nel cuore con il tuo sorriso.
Alessandra, Arianna, Barbara, Carla, Daniela,Emilia,
Giovanna, Marilena
Milano, 14 settembre 2005
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Fiorella, ricordo di una combattente gentile
Pasqualina Napoletano , parlamentare europeo
Fiorella Ghilardotti amava la vita, era una
donna forte. Ho ammirato il modo in cui ha
tenuto testa alla malattia senza un cedimento
anche nei momenti più difficili.
Ancora sabato scorso era con noi a Milano
a partecipare al Global Progressive Forum.
Aveva piacere di incontrare tanti suoi colleghi
del Parlamento Europeo e tante donne che
con lei avevano condiviso l'impegno politico
internazionale.
Fiorella, infatti, ha dedicato i suoi ultimi
dieci anni all'Europa, e lo faceva con passione,
con la consapevolezza che solo l'impegno
della sinistra e delle forze progressiste
avrebbe potuto contrastare l'idea dell'Europa
come mercato e come area di libero scambio.
Per questo si è impegnata con competenza
e continuità nella direzione del Gruppo del
Partito del Socialismo Europeo e della delegazione
italiana, nei suoi incarichi parlamentari,
in quel lavoro oscuro ma fondamentale che
consiste nel cercare di ottenere una legislazione
sociale europea degna di questo nome, e soprattutto
all'altezza dei problemi vecchi e nuovi che
toccano la vita delle persone, soprattutto
delle più deboli.
Fiorella è stata una dirigente politica del
Partito del Socialismo Europeo. Per tre mandati
è stata eletta presidente delle donne ed
in questo modo ha lavorato per le pari opportunità
in Europa e soprattutto per costruire questa
dimensione nei dieci paesi che da poco hanno
raggiunto l'Unione. Il suo lavoro è stato
talmente apprezzato che le donne socialiste
europee decisero di cambiare il regolamento
per far sì che Fiorella potesse svolgere
il suo terzo mandato da presidente.
Oggi la presidente è Zita Gurmai, una giovane
donna ungherese, ed è il segno più tangibile
che il lavoro di Fiorella ha dato i suoi
frutti.
Fiorella era cattolica, è stata dirigente
di un'importante organizzazione qual è la
CISL.
Da lì iniziò il suo impegno istituzionale.
In piena Tangentopoli Fiorella venne chiamata
al ruolo di presidente della Regione Lombardia.
Erano gli anni '90 e, come ha ricordato ieri
Luciano Pizzetti, fu un'esperienza tutt'altro
che facile, ma lei ci riuscì. Restituì credibilità
alla Regione con la giunta rosa-verde che
viene ancora ricordata come la “giunta degli
onesti”.
Una delle ultime testimonianze è stato il
suo contributo alla campagna referendaria
sulla pessima legge 40. Insieme ad altre
ed altri dirigenti di organizzazioni cattoliche
aveva promosso un appello per dire che il
rispetto della dignità e dell'autodeterminazione
della donna e la libertà della scienza e
della ricerca sono assolutamente compatibili
con la fede religiosa.
Fiorella infatti era cattolica ma anche laica,
odiava gli integralismi e soprattutto ne
vedeva gli effetti nefasti sulle libertà
femminili. Aveva seguito con particolare
passione l'Afghanistan. Ricordo, quando tornò
da una delle ennesime missioni, la sua rabbia
per il fatto che nessun paese donatore aveva
accettato di finanziare i programmi in favore
delle donne, eppure perfino l'intervento
armato sembrava fosse avvenuto principalmente
per questo.
Questa era Fiorella, odiava l'incoerenza
ed era ancora capace di indignarsi.
Fiorella era dolce, amava stare con gli altri,
teneva ai rapporti umani. Non sempre il suo
lavoro è stato valorizzato quanto meritava
e questo, soprattutto negli ultimi tempi,
è stato causa di sofferenze per lei che non
sgomitava e che ha sempre preferito la cooperazione
alla competizione.
Ho avuto la grande fortuna di lavorare molti
anni con lei e soprattutto di averla come
amica, una delle più care. Abbiamo condiviso
la dimensione pubblica, ma anche molto di
quella privata, per questo l'ultimo pensiero
va ai suoi cari ed amati uomini, a Sergio
compagno discreto e sempre presente, a Paolo
ed Alessandro, suoi amatissimi figli, che
dai valori e dall'esempio che la mamma ha
lasciato loro troveranno risorse per crescere
e continuare.
da l'Unità - 15 settembre 2005
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Fiorella Ghilardotti, una donna europea.
Mercoledì 30 novembre 2005 si è tenuta presso
la sede del Parlamento europeo, a Bruxelles,
una commemorazione in onore di Fiorella Ghilardotti.
Sono intervenuti, tra gli altri, Martin Schulz,
presidente del gruppo del Pse, Poul Nyrup
Rasmussen, presidente del Pse, Nicola Zingaretti,
Presidente della delegazione italiana del
Pse, Pasqualina Napolitano, Vicepresidente
del gruppo Socialista al Parlamento europeo.
Di seguito riportiamo l’intervento di Luciano
Pizzetti, segretario Ds in Lombardia.
Grazie al Gruppo PSE per aver voluto questo
appuntamento per Fiorella, con i suoi familiari,
con i suoi colleghi spesso amici.
Non è un ricordo, non è una celebrazione.
E’ il riconoscimento di un impegno pubblico
fortemente ancorato ad intense idealità.
Fiorella è stata un leader che si è servita
molto della parola, senza mai alzare la voce.
Voi l’avete conosciuta in questi dieci anni
di lavoro intenso nel Parlamento Europeo,
il primo luogo di una nuova identità ormai
quasi continentale.
Noi l’abbiamo conosciuta prima, nel Consiglio
regionale della Lombardia, una delle quattro
regioni motore d’Europa, il luogo dei sommovimenti
sociali e politici dell’Italia moderna, l’epicentro
delle difficoltà della sinistra italiana
soprattutto nel rapporto coi ceti produttivi.
Erano gli anni ’90, gli anni della liberazione
con la caduta del muro di Berlino, gli anni
del crollo del sistema politico italiano,
gli anni di tangentopoli.
In Lombardia si susseguivano gli arresti
di esponenti politici. In Consiglio regionale
cadevano i governi a causa delle indagini.
Per formare i governi locali si chiedeva
prima, informalmente, ai magistrati se esistevano
problemi.
La Regione era allo sbando.
Ebbene, in quel clima, sul finire del 1992,
i partiti della Sinistra che stavano all’opposizione
insieme a ciò che restava della DC decisero
un azzardo, decisero di dare vita ad un governo
anomalo, una sorta di governo degli onesti,
un gabinetto d’emergenza col compito di risollevare
le sorti della più importante regione d’Italia.
A dirigere quel governo chiamammo Fiorella
Ghilardotti.
Per le sue qualità morali e per le sue capacità
d’impegno.
Quel governo durò fino alle elezioni politiche.
Fu uno dei migliori governi che la Lombardia
abbia avuto.
Furono due anni intensi e difficilissimi.
Si fecero scelte decisive in particolare
sui temi dell’ambiente e dello sviluppo,
che consentirono non solo alla Lombardia
di uscire dal tunnel, ma anche a noi di crescere.
La nuova fiera di Milano, la più grande fiera
d’Europa fu decisa da Fiorella con quella
maggioranza.
Fiorella, prima donna a presiedere un governo
regionale in Italia, ha governato con autorevolezza
e con riconoscimenti unanimi.
Lo ha fatto con spirito di servizio, guardando
al bene comune come la sua formazione cattolica
le suggeriva.
Senza quella esperienza così impegnata, forse
voi non l’avreste conosciuta.
Lei si trovava bene qui.
Noi le abbiamo voluto bene per quel che ha
fatto e per come lo ha fatto.
Le belle persone lasciano sempre un segno
del loro passaggio, e Fiorella era una gran
bella persona che ha voluto fare una buona
politica.
Anche se il tempo affievolisce il ricordo
e lenisce il dolore, di lei ci resteranno
sempre il segno di una bella testimonianza
di vita e la vivacità penetrante dei suoi
occhi.
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Commemorazione di Fiorella Ghilardotti a
Milano.
Il 16 dicembre 2005, presso la FONDAZIONE
MUDIMA hanno ricordato la compagna Fiorella
Ghilardotti alla presenza di Pierluigi Bersani,
Antonio Panzeri, Luciano Pizzetti, Elena
Paciotti, Marilena Adamo, Arianna Censi,
Ettore Martinelli, i familiari (Sergio Graziosi,
marito; Giovanni Ghilardotti ed altri).
Al termine, a seguito del voto unanime del
Comitato Direttivo, ha intitolato a Fiorella
Ghilardotti la Sezione di Portavenezia della
città di Milano.
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Amiche di Fiorella Ghilardotti, amiche della
solidarietà
Le donne DS Cremona: Fondi per sostegno culturale
bimbi Rom della Casa Carità di Don Colmegna
Compiere un gesto di solidarietà in memoria
di Fiorella Ghilardotti.
Con questo spirito le donne della Federazione
di Cremona dei Democratici di Sinistra hanno
aperto una sottoscrizione di fondi finalizzata
a dare sostegno al Progetto "Fiorella".
"E proprio denominato così - afferma
la consigliera provinciale Cristina Manfredini
che con Stefana Mariotti si sta facendo carico
di promuovere l'iniziativa -". Si tratta
infatti di garantire un percorso di mediazione
culturale di integrazione ad un gruppo di
bambini e giovani Rom romeni, ospiti della
Casa della carità di Don Colmegna a Milano.
"Intendiamo in questo modo garantire
una spalla cremonese all'iniziativa messa
in campo da famigliari e amici di Fiorella
Ghilardotti, in ricordo della sua tenacia
nel combatterete discriminazioni e nell'aiutare
i più deboli - continua -".
"Il messaggio - conclude - che parte
da Cremona e dalla sua provincia è: siamo
anche noi amiche di Fiorella e amiche della
solidarietà.
Il Progetto "Fiorella" per la Casa
della Carità di Milano è articolato: aiutare
i bimbi nell'inserimento scolastico, creare
un doposcuola, occasioni di scambio culturale
e attività di svago, danza, musica, teatro,
nonché di educazione alla legalità, di accompagnamento
legale e sanitario.
Chi fosse interessato a dare una mano può
sostenere il Progetto "Fiorella"
con un versamento a favore della "Casa
della Carità, Milano -Progetto Fiorella:
Cremona, 29 dicembre 2005
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Intervento dell’On. Fiorella Ghilardotti
DALLE DISEGUAGLIANZE ALLA CITTADINANZA.IL
DIBATTITO EUROPEO.
Ieri Laura Pennacchi ci ricordava come il
cuore del paradigma della visione neoliberista
sia stato e sia ancora di più oggi la affermazione
della incompatibilità tra sviluppo economico
e sviluppo sociale.
L’Europa, pure con molte contraddizioni e
qualche volta titubanze, ha sempre cercato,
già a partire dal primo programma sociale
degli anni ’70 fallito per l’opposizione
della Sig.ra Thatcher, di non assumere questo
paradigma ma, al contrario, di dimostrare
che proprio lo sviluppo sociale rappresenta
una componente essenziale dello sviluppo
economico.
Questa idea è stata bene esplicitata dalla
Commissaria Diamantopoulou quando ha presentato
il programma di legislatura ed ha indicato
la necessità di considerare la politica macroeconomica,
la politica per l’occupazione e la politica
sociale tre lati di un triangolo equilatero
da affrontare e portare avanti parallelamente.
Per questa ragione a Lisbona si decise, fra
l’altro, di predisporre una “Agenda sociale”
da cui è scaturito un “programma contro la
povertà e l’esclusione sociale” che propone
lo stesso approccio previsto per la politica
occupazionale.
L’esclusione sociale, è stato già ricordato,
è un fenomeno multidimensionale e come tale
va affrontato, prevedendo quindi una combinazione
di politiche e di interventi.
La partecipazione all’occupazione da parte
dei soggetti a rischio di esclusione è certamente
uno degli strumenti più efficaci per combattere
la povertà.
Vorrei qui riprendere alcune considerazioni
e suggerimenti contenuti nel rapporto della
Commissione sui piani nazionali contro l’esclusione
sociale.
Secondo il rapporto, i punti sui quali occorre
insistere sono in particolare:
a) promuovere l'accesso a un'occupazione
stabile e di qualità per tutte le donne e
gli uomini in grado di lavorare
– aprendo, per gli appartenenti alle categorie
sociali più vulnerabili, percorsi verso l'occupazione
e mobilitando a tal fine le politiche relative
alla formazione,
– elaborando politiche atte a promuovere
la conciliazione di lavoro e vita familiare,
trattando anche l'aspetto della custodia
dei bambini e dell'assistenza ad altri familiari
a carico,
– utilizzando le opportunità di integrazione
e occupazione offerte dall'economia sociale;
b) prevenire l'esclusione dal mondo del lavoro,
migliorando l'occupabilità attraverso la
gestione delle risorse umane, l'organizzazione
del lavoro e l'apprendimento lungo tutto
l'arco della vita.
Promuovere la partecipazione all'occupazione
è un modo particolarmente importante di prevenire
e alleviare la povertà e l'emarginazione
sociale. Il diritto al lavoro è un diritto
fondamentale e un elemento cardine della
cittadinanza. Pur sottolineando l'importanza
centrale del lavoro, occorre porre anche
l'accento sul fatto che l'accesso al lavoro
non deve essere promosso in modo slegato
da altri diritti fondamentali,
ma piuttosto far loro da complemento: quindi,
l'accesso al lavoro non deve avvenire a spese
del diritto a un reddito minimo adeguato,
a partecipare pienamente alla vita familiare,
sociale e della comunità, o del diritto alla
salute.
Il pieno accesso a un'occupazione stabile
e di qualità per tutte le donne e gli uomini
in grado di lavorare è da considerarsi il
risultato di un articolato processo di trasformazione
dei mercati del lavoro, per andare verso
il nuovo mercato del lavoro del dopo Lisbona
: un mercato del lavoro inclusivo.
Rinnovare il mercato del lavoro non basta,
ma vanno create anche nuove condizioni per
percorsi verso l’occupazione. Tali percorsi
devono combinare diverse misure di inserimento,
come la consulenza, la formazione e l'occupazione
assistita o protetta, con l'attivazione dei
beneficiari dell'assistenza: si tratta di
un aspetto cruciale e
delicato, dal momento che spesso i destinatari
di assistenza sociale sono molto lontani
dal mercato del lavoro e necessitano di un
aiuto ampio e personalizzato. Bisogna cambiare
la filosofia: passare dagli interventi a
pioggia volti esclusivamente al sostegno
passivo del reddito ad un sostegno attivo.
In questo senso si deve promuovere una migliore
collaborazione fra i servizi sociali e dell'occupazione,
al fine di agire in modo più mirato sulle
necessità individuali.
In ogni caso, è bene ribadirlo ulteriormente,
le “buone pratiche” che si stanno sviluppando
nell’UE sembrano indicare che i provvedimenti
dovrebbero essere visti come un sostegno
e un aiuto allo sviluppo, e non come una
punizione.
Se una sottolineatura della prevenzione e
dell'intervento precoce è importante per
impedire che le persone si allontanino troppo
dal mercato del lavoro, è anche importante
che i sistemi non scremino a favore di coloro
che possono essere più facilmente reinseriti
trascurando i meno produttivi.
Sono da considerarsi prioritarie, sempre
nello spirito di Lisbona, le politiche di
formazione e istruzione, con una maggiore
sottolineatura dell'apprendimento lungo tutto
l'arco della vita e della preoccupazione
che le categorie vulnerabili godano di un
maggiore accesso a tale risorsa e di un migliore
accesso ai tirocini. Attenzione dev’essere
prestata al cd “digital divide” che è uno
dei nuovi fattori di rischio esclusione in
tutta Europa, per non parlare dei paesi candidati
all’adesione, i quali hanno davanti sfide
ancora più significative sia per la riforma
economica, che per lo stato sociale, il mercato
del lavoro e l’inclusione.
Le fasce più deboli sul mercato del lavoro
sono non soltanto i disoccupati di lunga
durata, ma anche i giovani, i lavoratori
anziani, i disabili e gli immigrati.
Tutti gli Stati membri si stanno inoltre
sforzando di agevolare la partecipazione
femminile all'occupazione, prestando particolare
attenzione, chi più chi meno, alle donne
più in difficoltà, come le madri sole, le
donne disabili e le lavoratrici scarsamente
qualificate oppure quelle che tornano al
mercato del lavoro dopo un periodo di assenza.
Giovani: molti Stati membri danno una priorità
ai problemi che insorgono in ordine al passaggio
dalla scuola al lavoro, in particolare per
gli individui che non completano il proprio
ciclo di studio o formazione professionale.
Lavoratori anziani: il problema dei lavoratori
anziani privi dell'istruzione o delle qualifiche
necessarie per ottenere un lavoro nel moderno
mercato occupazionale è segnalato da numerosi
Stati membri. Oltre a qualificazione e riqualificazione
dei lavoratori anziani, per promuovere la
qualità del loro lavoro bisogna intervenire
anche su condizioni di lavoro, orari, salute
e sicurezza con interventi mirati.
Minoranze etniche e immigrati: la maggioranza
degli Stati membri individua chiaramente
nelle minoranze etniche e negli immigrati
categorie che spesso incontrano particolari
problemi nell'accesso al mercato del lavoro.
Qui il problema è più complesso, bisogna
continuare a vederlo come un mix di politiche
positive per l’integrazione economica, sociale
e ovviamente anche politica.
Per far sì che le persone rimangano nel mondo
del lavoro o vi entrino, è importante aiutarle
a superare le barriere che possono impedirne
la partecipazione. Il principale fattore
in questo senso è la custodia dei bambini
o l'assistenza ad altri familiari a
carico, ma si fa parola di altri aspetti,
come un alloggio dignitoso, una buona salute,
trasporti adeguati. Ci sono molti esempi
da poter seguire, dall’estensione dei congedi
parentali allo stimolo verso un’accresciuta
responsabilità sociale delle imprese. Occorre
altresì migliorare e diversificare la custodia
dei bambini piccoli e più cresciuti (nido
e dopo scuola). A Stoccolma si sono fatti
passi avanti nelle raccomandazioni agli Stati
membri in questo senso ma i risultati pratici
tardano a farsi sentire, specie in taluni
Stati membri. Ricordiamo che ce ne sono alcuni,
e uno in particolare, che è maglia nera in
tutti gli aspetti che riguardano la strategia
di Lisbona.
L'economia sociale e il terzo settore forniscono
un'ampia gamma di opportunità di integrazione
e occupazione. Le organizzazioni del terzo
settore perseguono obiettivi sociali ed economici
di interesse collettivo, pongono limiti all'acquisizione
privata e individuale di profitti e lavorano
per le comunità locali o per gruppi di persone
appartenenti alla società civile che condividono
interessi comuni. Tali organizzazioni
tendono a coinvolgere le parti interessate
(come lavoratori, volontari e utenti) nella
propria gestione. Se sostenuta adeguatamente,
l'economia sociale può apportare un sensibile
contributo all'estensione del mercato del
lavoro e alla creazione di nuove opportunità
per le persone scarsamente qualificate o
a ridotta capacità di lavoro, in modo che
possano usare le proprie competenze e partecipare
alla vita lavorativa.
Un ultimo appunto: per far sì che strategie
di sostegno all’inclusione sociale anche
attraverso l’accesso al lavoro siano vincenti
bisogna promuovere i cd partneariati (ne
abbiamo vari esempi, primi fra tutti quelli
settoriali e territoriali dell’iniziativa
comunitaria EQUAL finanziata col FSE). Per
promuovere i partneariati bisogna coinvolgere
tutti gli attori sul territorio, a tutti
i livelli e in tutti gli stadi delle procedure,
compreso quello della stesura dei piani nazionali
contro l’esclusione.
Un’ultima considerazione.
In questi mesi, come tutti sappiamo, in Europa
è al lavoro un organismo, la Convenzione,
che sta scrivendo la Costituzione Europea.
Per consolidare e migliorare l’intervento
dell’Europa sui temi della politica sociale
e della lotta all’esclusione è necessario
che la Costituzione contenga la Carta dei
diritti fondamentali oltre che la previsione
di una competenza specifica, anche se non
esclusiva, delle Istituzioni europee in materia
sociale.
Il coordinamento aperto messo in atto a partire
dall’Agenda sociale deve passare da strumento
volontario a meccanismo vincolante. Per questo
credo sia importante che anche da questo
convegno emerga una pressione forte nei confronti
dei rappresentanti del Parlamento e del Governo
italiani in seno alla Convenzione perché
sostengano queste posizioni.
Roma, 24-25 gennaio 2003
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Diritti delle donne in Afghanistan
Intervento in plenaria al Parlamento Europeo.
Fiorella Ghilardotti è intervenuta in aula
nel dibattito sulla situazione in Afganistan.
Recentemente, insieme ad altre parlamentari,
aveva visitato il paese per verificare i
risultati raggiunti attraverso il sistema
d’assistenza dell´Unione europea. Ha riferito
all´aula la sua impressione positiva. Ritiene
che in un anno i progressi siano stati notevoli.
Sono state, infatti, riaperte le scuole,
è stato fornito il necessario sostegno all´amministrazione.
Questo sostegno va mantenuto anche se le
riforme del governo retto da Karzai devono
essere portate avanti e stimolate con decisione.
La Ghilardotti ha poi sottolineato come esistano
ancora dei blocchi nella gestione dello Stato,
che riguardano innanzitutto la partecipazione
delle minoranze e delle donne. L´eurodeputato
DS esorta, dunque, l´Unione europea ad impegnarsi
maggiormente e con forza su questo fronte,
a fare dei diritti delle donne un campo specifico
d´intervento in Afganistan.
15 Gennaio 2003
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Fiorella Ghilardotti alla Festa dell’Unità
di Cremona nel luglio 2004
Intervista video
http://www.welfarecremona.it/wmview.php?ArtID=2388
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-appunti redatti ed organizzati a cura Gian
Carlo Storti il 23 febbraio 2006
-fonte: Democratici di Sinistra Regione Lombardia
 
Intervista video a Fiorella Ghilardotti
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