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 Attualità

15 Settembre, 2002
Fondazione di Sospiro: «L’opinione pubblica vuole capire»
L’on. Torchio ha risposto all’interrogazione di Scotti

Ha risposto il Presidente della Provincia, On. Giuseppe Torchio, all'interrogazione del consigliere della L. Torchio, Giovanni Scotti, sulla Fondazione di Sospiro. "L'opinione pubblica vuole capire". Il consigliere ha motivato così la sua interrogazione rivolta alla Provincia, "che tanto si è già impegnata pur in assenza di competenze". "Conosco bene lo Ios - ha detto Scotti - ho seguito passo passo il passaggio da ospizio in struttura sociosanitaria all'avanguardia in rete con università e centri di ricerca". "Protagonisti - ha ricordato - vari consiglieri di ispirazioni diverse: nessuno, partiti, enti o singoli, può dire io allora non c'ero, oppure oggi non ci sono e me ne lavo le mani". E ha ribadito l'importanza di tenere al centro del servizio l'ospite."Che mai diventi cliente". E quindi i quesiti: se la difficoltà è solo di Sospiro, o se esiste un problema case di riposo da affrontare in maniera strutturata, la necessità che le parti si presentino al tavolo provinciale con una proposta di ristrutturazione aziendale e che ogni decisione per il rilancio non gravi sulle rette.
Torchio ha ricordato tutti i passaggi seguiti dalla Provincia: i colloqui con il rappresentante della Provincia nel Cda, Dr. Zaramella, con il Pres Tadioli, i sindacati, l'Asl, Arsac, prima del tavolo richiesto. "Dal confronto è emerso che la situazione economica e finanziaria potrebbe essere affrontata attraverso impiego di strumenti diversi che registrino condivisone dei soggetti interessati e in particolare dalla Regione già contattata per la guida formale del tavolo, la Provincia non ha titolarità e specifica delega, ma ritiene fondamentale si operi per il mantenimento dei servizi a tutela della salute dei nostri concittadini". Al tavolo, secondo il report di Torchio, alcune ipotesi di intervento legato alla tipologia del contratto in essere, all'utilizzo delle risorse strumentali cosiddette no core (falegnameria, lavanderia ecc), la riorganizzazione delle risorse umane, il rafforzamento del ruolo di Sospiro e delle Rsa nella programmazione dei servizi negli uffici di piano dei tre distretti della provincia, perché il problema non è solo di Sospiro (l'Aragona di San Giovanni in Croce, ha chiesto di far parte del tavolo).
La Provincia è pronta a fare la sua parte per fornire la sua risposta di sistema: corsi di riqualificazione del personale, uno studio affidato al Politecnico facoltà di ingegneria gestionale sulle dinamiche economiche e finanziarie di alcune Rsa del territorio, quasi 30 strutture, che fornisca quadro dell'offerta e delle criticità, criteri di accesso ai servizi e prestazioni. "La fase  progettuale - ha puntualizzato Torchio -dalla quale dovrebbe calare l'elenco degli interventi".
Per approfondire in particolare il caso Sospiro, Torchio ha suggerito di invitare il Dr Zaramella e il Presidente Tadioli, in Consiglio Provinciale. "Dagli incontri è emersa volontà sia da parte della fondazione che dei sindacati di ragionare un percorso tutelante per tutti". Ha quindi  riferito dei dati noti dalla relazione che il direttore Rossi ha fatto al Cons. di amministrazione il 31 agosto scorso. Anzitutto una riconsiderazione dello statuto, alla quale avrebbe dovuto fare seguito un apposito atto di diritto privato, che puntualizza la mission della fondazione che deve ispirarsi a criteri di efficacia, efficienza, economicità ed è tenuta al rispetto del vincolo di bilancio attraverso equilibrio di costi e ricavi. Una valutazione positiva degli interventi per introdurre la tecnologia informatica, migliorare la produttività, il cablaggio di tutta la fondazione,  la formazione di 1390 operatori all'utilizzo dei sistemi informatici, la riqualificazione di 12 collaboratori. Nonostante questo, la crisi dal 1997 in avanti, con crescenti squilibri tra costi e ricavi. Torchio ha indicato le discrasie macroscopiche: "stima di 27% personale sovrastandard area anziani, eccesso di costi per unità prodotta nelle attività ancillari, alcuni stipendi eccessivi, la moltiplicazioni di una pletora di livelli di responsabilità, scarsa produttività". L'obiettivo: un risanamento che non intacchi l'entità complessiva dei quadri dipendenti, una prima operazione legata alla trasformazione in onlus, nuovi servizi, un piano di ottimizzazione, un accordo sindacale ecc…. "E' tutto da concordare nei minimi particolari - ha concluso Torchio -, la Provincia è pronta a dare una mano con gli assessorati al lavoro e ai servizi sociali. Determinante l'intervento della Regione". E una precisazione finale: "L'immobile di Maderno resta separato dall'attuale situazione".
Soddisfatto Scotti: "Ritengo positivo il fatto che la fondazione abbia fornito i dati che il presidente ci ha portato, essendo un soggetto di diritto privato poteva anche non darli. E ha ringraziato il Presidente e gli Assessori per l'intervento.
Cremona, 26 settembre 2006

 


       



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