15 Settembre, 2002
Salviamo caino. di Gian Carlo Storti
Non facciamo diventare Saddam un eroe antiamericano.
Salviamo caino.
Non facciamo diventare Saddam un eroe antiamericano.
La notizia che Saddam è stato condannato a morte non ci ha sorpreso.
Nemmeno per la verità la tempistica ( sotto
elezioni americane). Era scontato.
L’Europa si è mossa bene. Gli errori degli
strateghi americani continuano. Hanno fatto
diventare un eroe antiamericano Bin Laden , ora rischiano di far diventare Saddam il
paladino delle lotte antiamericane e di consolidare
in Iraq la culla del fondamentalismo islamico.
Questa riflessione non cancella il giudizio
pesantissimo che tutto il mondo ha espresso e deve esprimere
sull’operato di Saddam. Un dittatore violento
, un criminale, che ha fatto da guardiano
degli interessi americani nella zona per
anni. Insomma un Capo di Stato sanguinario
che ha perseguitato i curdi, gli sciiti e
tutte le minoranze che erano contro il regime.
Saddam è un sunnita e questo complica ulteriormente
lo scenario iracheno. Quando era al potere
perseguitava i curdi e gli sciiti , le tracce
purtroppo sono evidenti.
L’Iraq è ormai un paese vicinissimo alla
guerra civile. E’ necessario trovare una
soluzione politica che permetta agli eserciti
occupanti di sganciarsi da quella realtà
. Dobbiamo lasciare a loro la responsabilità
storica di decidere come ed in quale modo
ritrovare la via maestra della convivenza.
A noi, all’Europa spetta solo il compito
di offrire appoggio umanitario. Le armi lasciamole
nelle nostre caserme.
Di seguito una scheda sul sunnismo e sullo sciismo ed una interessante
intervista al Prof. Bashshir Musa Nafi’, storico iracheno,
che legge la storia dall’interno del suo
paese.
storti@welfareitalia.it
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Sunnismo e Sciismo le due facce dell’Islam
Sunnismo, Nato buon ultimo nella discussione
teologica islamica ma orientamento nettamente
maggioritario dell'Islam - circa il 90% dell'intero
mondo islamico - che prende il suo nome dal
termine arabo "Sunna" (consuetudine),
riferita al profeta dell'Islam Muhammad e
ai suoi Sahaba (Compagni) non riconosce quindi che la guida della Comunità islamica
( Umma) dovesse essere riservata alla discendenza
del profeta Muhammad attraverso sua figlia
Ftima bt. Muhammad e suo cugino Al+ ibn
Ab+ Tlib.
Sciismo (organizzatosi come dottrina prima
del Sunnismo) ritiene che la guida della
Comunità islamica ( Umma ) debba essere riservata alla discendenza del profeta
Muhammad attraverso sua figlia Ftima bt.
Muhammad e suo cugino Al+ ibn Ab+ Tlib.
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Sunniti e sciiti: rivali o alleati?
di Marco Hamam
fonte: www.aljazira.it
«La rivalità tra sciiti e sunniti iracheni
è un’invenzione». Ad affermarlo, senza mezzi
termini, è l’esimio Prof. Bashshir Musa Nafi’,
iracheno, docente di storia contemporanea.
D. Quali sono i rapporti fra sanniti e sciiti?
R: La questione deve essere prima inquadrata
nei suoi termini reali. La rivalità tra sunniti
e sciiti è, come viene proposta ora dalla
stampa, in particolare da quella occidentale,
del tutto inventata. I responsabili di questa
falsificazione sono storici, giornalisti
e commentatori, soprattutto americani, allo
scopo di giustificare l’ideologia che sottende
all’occupazione angloamericani dell’Iraq.
E’ un modo per trovare sostegno al proprio
progetto. Come dire, ancora una ragione in
più per intervenire perché c’è una parte
lesa, che nella loro visione è rappresentata
dagli sciiti che, dicono, sono stati maltrattati
dall’ex raìs iracheno.
D: Come dobbiamo allora interpretare la sollevazione
sciita del ’91 che, in qualche modo, approfittava
del regime barcollante per far sentire la
propria voce? Non è stata forse repressa
nel sangue da Saddam?
R: Forse non tutti sanno che all’epoca della
sollevazione delle regioni meridionali del
‘91 il primo ministro in carica, Muhammad
Hamza al-Zubaydi, che mise in atto l’ordine
di Saddam, era uno sciita. Questo è un elemento
molto interessante che dà l’idea del fatto
che a Saddam, come alla sua stretta cerchia
di collaboratori, nulla importasse delle
appartenenze religiose: a contare era la
differenza tra chi appoggiava il regime e
chi lo osteggiava o mirava ad abbatterlo.
D: Dunque perché Saddam era particolarmente
avverso agli sciiti? E’ innegabile che questi
ultimi non vivessero particolarmente bene.
R: Gli sciiti sono stati bersaglio di Saddam
perché rappresentavano la minaccia più diretta
alla sopravvivenza del regime. Ciò è dimostrato
dal fatto che l’ex raìs di Baghdad, quando
ha sentito minacciata la propria permanenza,
non le ha risparmiate a nessuno: né ai curdi,
né agli arabi, sunniti e sciiti che essi
fossero. Per la stampa i martoriati sono
solo curdi e sciiti tralasciando il fatto
che in realtà, chiunque minacciasse l’ordine
vigente, era preso di mira. Dunque, durante
i trent’anni di potere, Saddam distinse solo
tra fedeli e ribelli e per questo motivo
puramente politico punì gli sciiti.
D: Quali sono le prospettive di questo paese?
Se dovesse fare una premonizione, cosa si
sentirebbe di dire in questo delicato momento
storico?
R: Nessuno lo sa come va a finire, nemmeno
loro [loro, sono gli americani, n.d.t.].
D: Intende dire che gli angloamericani sono
andati in Iraq senza un progetto?
R: Sì, sono andati alla ventura. Hanno basato
la loro strategia sulle affermazioni di un’opposizione
che viveva beata in Europa e in America e
che aveva perso i contatti con l’Iraq. E
poi non è un segreto che gli americani non
ne hanno mai capito nulla dell’Iraq, così
come del Medioriente. A loro importano i
loro interessi diretti poi il resto, democrazia,
diritti umani e libertà, sono solo dei contorni
di un bel piatto succulento che mangiano
solo loro.
storti@welfareitalia.it
* articolo pubblicato sul numero de Il Piccolo
, settimanale di Cremona , l’11 novembre 2006
 
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