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15 Settembre, 2002
Giornata internazionale contro la violenza alle donne
Il Comune di Cremona «Dalla parte delle donne contro la violenza». Il documento della Provincia

Il Comune di Cremona «Dalla parte delle donne contro la violenza»

In occasione della "Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne", Caterina Ruggeri - Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Cremona invita l'intera comunità locale, ad un momento di riflessione su un problema troppo spesso sottaciuto o portato alla ribalta solo a seguito di episodi eclatanti, violenti e criminosi.

Troppi sono i silenzi sulla quotidianità delle violenze striscianti e invisibili che le donne subiscono.

Il 25 novembre di questo anno rappresenta, oltre che un momento di doverosa riflessione sul tema, un punto di ripartenza per la lotta ad un fenomeno, tristemente, di grande attualità, anche promuovendo campagne di informazione, di sensibilizzazione e di responsabizzazione collettiva.

Anche se i dati della nostra realtà locale non destano particolare preoccupazione, pur in presenza di diversi casi di violenze denunciate, il Rapporto 2006 dell'ONU sulla violenza contro le donne ci deve allarmare. Nei cosiddetti paesi “evoluti”, tra i quali l'Italia,:

un terzo delle donne ha subito abusi fisico-sessuali, abusi che, nella maggioranza dei casi, sono stati perpetrati da un familiare o dal partner stesso.

il 40% delle donne europee subisce molestie sessuali sul luogo di lavoro.

oltre 192 Stati nel mondo non puniscono le violenze sessuali, mentre solo 89 Stati puniscono le violenze intrafamigliari.

Altro dato poco noto, ma molto interessante:

la violenza sulle donne resta ancora la prima causa di morte o invalidità permanente per la popolazione femminile compresa fra i 15 ed i 45 anni.

Anche i recenti stupri di gruppo filmati e divulgati su internet, l'ex fidanzato che perseguita ed accoltella la ex, il fratello che assassina la sorella colpevole di non aver acconsentito al disegno matrimoniale previsto dalla famiglia, un padre che uccide la figlia che non segue i costumi sessuali e religiosi della comunità, ma anche il fenomeno “vallettopoli” che mercifica il corpo femminile, sono l'immagine di un unico modello culturale in cui si depersonalizza la donna ritenendola una proprietà della quale poter disporre.

Tale concetto è ben espresso da Irene Khan, segretaria generale di Amnesty International, quando afferma che “la violenza sulle donne è una delle forme di violazione dei diritti umani più diffusa ed occulta nel mondo” e poi ancora che “la violenza alle donne è parte di una cultura globale che nega alle donne pari opportunità e pari diritti e legittima la violenta appropriazione del loro corpo per gratificazioni individuali.”. E aggiunge infine che “milioni di donne nel mondo sono terrorizzate da violenze domestiche, schiavizzate in matrimoni forzati, comprate e vendute per alimentare il mercato della prostituzione, violentate come trofei di guerra o torturate in stato di detenzione”.

Non è un bollettino di guerra, ma è la realtà di tutti i giorni che non si vuole vedere, ma che sta nelle nostre case, nelle nostre strade e che vive nelle nostre città.

Assume quindi grande valore l'appello a firma di tanti uomini, provenienti dai più disparati percorsi politici, culturali e religiosi, decisi a reagire in qualche modo ai terribili fatti di violenza subiti dalle donne, a partire da una riflessione su di sé e da una rilettura del rapporto tra i sessi.

Il nuovo livello di insicurezza, la rottura degli schemi tradizionali, anche in materia di rapporto fra i sessi, impone a uomini e donne una rinnovata capacità di pensiero e di analisi, affinché la violenza non assuma il ruolo di nuova modalità di relazione fra le persone, così come i recenti fatti di cronaca ci fanno apparire.

Cosa può fare il Comune, quali concrete azioni può attivare, quale ruolo può svolgere?

In primo luogo sostenere e partecipare ad ogni iniziativa di sensibilizzazione e di dibattito come quella promossa dall'Associazione di donne contro la violenza (AIDA), sabato 25 novembre alle ore 10, nella Sala Zanoni in via del Vecchio Passeggio, riconoscendo il lavoro silenzioso e continuo di queste associazioni.

Attivare politiche costruite su piccoli gesti ordinari, dove l'ascolto, la presenza, il lavoro di prossimità, la rassicurazione e l'informazione possano rappresentare la strategia concreta fondata sul concetto di sicurezza basato sulla quotidianità di vita delle persone, non tanto o solo sull'emergenza.

Facilitare l'accesso delle donne ad informazioni sui propri diritti e ridurre alcune possibili forme di discriminazioni dirette e indiretti nella vita sociale.

Mettere a sistema tutto quanto la città solidale è in grado di offrire in termini di prevenzione, di accoglienza, di ascolto e di sostegno nei confronti delle donne vittime di violenza, al fine di fornire loro ogni riferimento e risposte concrete e immediate alla loro richiesta di aiuto.

 


       CommentoIl documento approvato dal Consiglio Provinciale



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