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15 Settembre, 2002
Stato di agitazione del personale di Azienda Cremona Solidale
Dichiarazione di Gian Carlo Storti, Vice Presidente di ACS

Fin dal suo nascere - e cioè dal mese di giugno 2006 - il progetto di riorganizzazione varato e condiviso dall’intero Consiglio di Amministrazione, e quindi anche dal sottoscritto, su proposta della Direzione Generale, della Direzione Sanitaria e del consigliere Maurizio Guerrini, è stato sottoposto alla discussione delle Organizzazioni Sindacali e delle Rappresentanze Sindacali Unitarie.

L'8 settembre scorso è stato sottoscritto un accordo sindacale di percorso che è stato valorizzato anche dalle segreterie confederali di Cgil-Cisl-Uil. Si sono poi succeduti incontri, con la trasmissione via via della varia documentazione, si sono svolte riunioni e conferenze di servizio ed é stata aperta la procedura contrattuale della “concertazione”.

In prima istanza il processo di riorganizzazione avrebbe dovuto avere inizio il mese di ottobre. Le Organizzazioni Sindacali hanno più volte chiesto lo slittamento della data di inizio, per avere il tempo di discutere e verificare con i lavoratori rappresentati le proposte dell’Azienda e di formulare eventuali modifiche alle stesse.

ACS dunque non è partita con la riorganizzazione né il 1° di ottobre, né a novembre, né nel mese di dicembre. Ora però non è piu’ nelle condizioni di rinviare un processo profondo che porta benefici agli ospiti ed è rispettoso di tutte le norme contrattuali in materia di orario di lavoro.

Il progetto di riorganizzazione, infatti, parte dal bisogno forte di migliorare la qualità del servizio erogato alla nostra utenza in fatto di assistenza. Con la proposta il livello di assistenza - nella fascia oraria 6/22 - sarà infatti aumentato del 14% passando da 28 ore per nucleo di 20 ospiti a 32. Altre figure professionali, come gli infermieri, entreranno in gioco nella somministrazione dei pasti oltre alle ASA ed alle OSS.

Non si verificherà alcuna diminuzione di personale, come affermato nel comunicato sindacale. Il personale addetto all’assistenza infatti aumenterà del 3,73 % nella Palazzina Soldi, del 3,79% nella Palazzina Somenzi e di ben il 9,26% nella Palazzina Mainardi interessata al nuovo progetto sulla riabilitazione.

Tant'è che in Azienda Cremona Solidale il personale passa dalle 320 del 2004 unità alle 375,75 del 2007, con un incremento di ben 55,75 lavoratori nelle diverse qualifiche. ACS non sta licenziando, al contrario sta aumentando l’occupazione e quindi anche la qualità dei servizi erogati in condizioni di rette, pur elevate, ma socialmente compatibili. Inoltre, come ACS, abbiamo dato il nostro concreto contributo alla lotta al precariato trasformando n. 32 posti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato.

Per questo appare poco comprensibile la diffida che é pervenuta dalle Organizzazioni Sindacali a non ”assumere iniziative unilaterali su materie che prevedono contrattualmente l’accordo con le OO.SS. e le RSU Aziendale”. Diffida pronunciata, fra l’altro, a tavolo negoziale aperto e mai chiuso da parte di ACS, che anzi aveva chiesto la disponibilità ad un incontro nella settima fra l’11 ed il 16 dicembre.

Non c'é alcun dubbio - così come riesco a cogliere dai comunicati sindacali e da altri contatti - che fra il personale vi sia malumore. Lo stato di insoddisfazione pare incentrato fra gli ASA e gli OSS che non accetterebbero di prolungare il turno dalle 21 alle 22, fra gli infermieri che invece dovrebbero anticipare di un’ora l’ingresso (dalle 7 alle 6) e fra i fisioterapisti che, invece, dovrebbero posticipare di 1,30 l’ingresso e cioè dalle 7 alle 8.30 del mattino.

Ripeto: questi orari hanno una loro logica indiscutibile in quanto hanno lo scopo di migliorare e di molto (ben del 14% !) l’assistenza somministrata, diminuendo così la sorveglianza .

Come conciliare le due esigenze? Chi ha ragione? Come chiudere questa vicenda, che si trascina da mesi e che nuoce in particolare agli ospiti?

E’ lapalissiano: una riorganizzazione che abbia il consenso dei lavoratori avrebbe effetti benefici immediati. Ma, mi chiedo, si può ritardare una riorganizzazione - che migliorerà sensibilmente le condizioni assistenziali degli ospiti - perché i lavoratori non ritengono giusto cambiare il loro orario di lavoro ?

E’ solo l’azienda che deve operare per creare un clima positivo o sono molti i soggetti chiamati in campo per raggiungere tale obiettivo?

D'altra parte ACS ha sempre sottolineato che avrebbe considerato queste nuove turnazioni come sperimentali (6 mesi o un anno) e che si sarebbe monitorato l'intera situazione con cadenza trimestrale. Ed in più ACS ha messo in campo anche una disponibilità a valutare incentivazioni economiche (accordo 8 settembre) e ad aumentare il tariffario per le chiamate in servizio.

Il tavolo negoziale può essere riaperto se - oltre ai no - vengono avanzate anche altre proposte. Ci sono? Si avanzino. La cosa certa é che star fermi é tutto fuor che una proposta.

Ho visto che la lettera di proclamazione dello stato di agitazione è stata inviata anche al Sindaco, già in altre occasioni chiamato in causa.

Le Organizzazioni Sindacali intendono approfondire questa strada? Il Sindaco intende farsi carico della questione?

L'intera città si aspetta che su una istituzione come ACS non si addensino nubi e ulteriori temporali, ma che al contrario splenda il sereno.

Gian Carlo Storti

 


       



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