15 Settembre, 2002
Fiducia a Prodi. Ma sarà davvero tutto finito? di G.C.storti
'Quella del Partito democratico è una gran carta da giocare, e giocarla è urgente. Oggi più di ieri, oggi e non domani'.
Prodi incassa la fiducia con 162 voti. Andreotti e Pininfarina non
votano.
Il quorum era a 160. Il governo Prodi ha
ottenuto 162 sì: 158 da senatori eletti,
4 da senatori a vita. Dopo una giornata al
“battiquorum” e sul filo dell’ultimo voto,
Prodi ha incassato la fiducia al Senato.
L'esito del voto è stato incerto fino all'ultimo
minuto. Dopo che Andreotti ha annunciato
che sarebbe uscito dall'aula, tutti gli occhi
erano tutti puntati su Pallaro. «Voto, voto»
ha detto semplicemente il senatore italo-argentino
Pallaro entrando in aula. In quel momento
ancora nessuno sapeva quali fossero le sue
intenzioni. Poco dopo inizia la chiama dei
senatori, avviata dal presidente Franco Marini
con la lettera F, come da sorteggio dal quale
emerge il nome di Andrea Fluttero e ben presto
arriva il suo turno. «Pallaro sì» comunica
Marini. Il primo sospiro di sollievo. Poco
dopo tocca a Pinifarina. Dopo un momento
di pausa Marini annuncia che il senatore
a vita non è presente (ha seguito l’esempio
di Andreotti). Il quorum si abbassa. La maggioranza
c'è.
Per il resto nessuna sorpresa. Marco Follini
è tra i primi a votare la fiducia al Governo
Prodi e, come nell'aula di palazzo Madama
risuona, proclamato dal funzionario del Senato,
il suo Sì, parte la contestazione da parte
della Cdl. Anche dai “dissidenti” dell'Unione
Franco Turigliatto e Fernando Rossi, nessuna
stonatura: quando è stato il loro turno,
votato la fiducia al Governo Prodi.
Questa la cronaca..Ma tutti ci chiediamo:
sarà finalmente finita?
Tutti siamo certi che non sarà finita e che
il lungo tormentone riprenderà si Afghanista,
TAV, DiCo, Vicenza ecc.
Ma è mai possibile che questo centro-sinistra
non la smetta di farsi del male?
Noi teniamo duro e rilanciamo. Il partito
democratico rappresenta per davvero il futuro
della coalizione di governo.
Una nuova legge elettorale una necessità
ineludibile. E allora forza mettiamoci al
lavoro.
Veltroni: Nascita Partito democratico non
può più attendere
'Quella del Partito democratico è una gran
carta da giocare, e giocarla è urgente. Oggi
più di ieri, oggi e non domani'. L'appello
a rompere gli indugi e ad accelerare verso
la nascita del nuovo partito riformista è
stato lanciato da Walter Veltroni in un editoriale
pubblicato da Europa.Secondo il sindaco di
Roma 'è un'urgenza resa ancora più evidente,
se è possibile, da una crisi di governo che
forse è arrivata all'improvviso, ma ad essere
sinceri non in modo del tutto inaspettato,
per il semplice motivo che la legge elettorale
ha accentuato molto quella fragilità, quelle
difficoltà che da tempo caratterizzano il
nostro sistema istituzionale e politico'.
Veltroni sostiene che 'un nuovo assetto istituzionale
e di innovazione politica, di un compiuto
bipolarismo e del Partito democratico hanno
bisogno il centrosinistra per la sua coesione,
e il paese per la stabilità che tutti dovremo
contribuire a garantire’.
D’Alema: certa sinistra non fa bene al paese.
"Io voto contro, cade il governo, ne
viene uno che manda i soldati in Iraq, ma
io sono in pace con la mia coscienza. Fatemi
dire una cosa da vecchio: non serve il Partito
democratico per dimostrare che certa sinistra
non va bene, non serve al Paese. Ce l’avevano
insegnato già nel Pci".
Cosi' Massimo D'Alema, al Brancaccio di Roma,
ha attaccato la sinistra radicale, "le
schegge impazzite" di Pdci e Rifondazione,
e tutte quelle correnti della sinistra che
sull' Afghanistan e sul caso Vicenza proprio
non se la sentono di approvare l'operato
del governo
Bertinotti: una riflessione sulla forza dell’Utopia.
«L’utopia, nella nostra storia, noi l’abbiamo
sempre affrontata criticamente. Né rifiutata
né esaltata. L’utopia è una categoria che
in alcune fasi della storia del movimento
operaio è stata decisiva. E’ molto forte
nella fase primordiale, poi in qualche modo
viene messa in discussione dal socialismo
scientifico, da Marx. E addirittura è spazzata
via nel periodo successivo, quando prevale
una idea “deterministica”, e si pensa che
il passaggio dal capitalismo al socialismo
sia quasi un automatismo, un fatto storico
inevitabile e naturale, come era stato il
passaggio dal feudalesimo al capitalismo.
Si sostiene che lo sbocco socialista è inscritto
nel naturale sviluppo delle forze produttive.
Quando è che avviene la riscoperta dell’Utopia?
Tutte le volte che ci si rende conto della
“dura replica della storia”. Soprattutto
alla fine del secolo appena concluso, quando
la storia replica alle illusioni del ’900,
agli sbagli concreti, agli orrori concreti,
e allora l’Utopia diventa una occasione,
una chance per ricostruire, per non chiudere
il discorso, per tenere aperta una prospettiva...»
Conclusione.
Se Prodi fra qualche giorno o qualche mese
sarà di nuovo battuto in parlamento sarà
finita per davvero almeno per un decennio
e la destra governerà indisturbata questo
“ paese impazzito”.
Quindi cari compagni riflettiamo . Forse
è il caso di frequentare corsi sulla realpolitk
che ne dite?
storti@welfareitalia.it
* articolo pubblicato su Il Piccolo di Cremona
di sabato 3 marzo 2007
 
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